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Combinare lo studio dell’inglese con i propri hobby e interessi

Trovare le giuste motivazioni è la base di ogni percorso di apprendimento, specialmente nel campo delle lingue. Ecco alcuni consigli per ottenere i migliori risultati


24 gennaio 2013Rubriche > Nice to meet you, English!

“I will motivate you, Private Pyle.” “Riuscirò a motivarti, soldato Palla di Lardo.” Sono queste le parole pronunciate, o meglio urlate, dal Sergente Istruttore Hartmann nel film capolavoro Full Metal Jacket di Stanley Kubrick mentre cerca di spronare una giovane recluta impacciata e sovrappeso  – il soldato Palla di Lardo appunto – durante una fase del duro addestramento nel corpo dei Marines.

Non è mia intenzione sconfinare nel suo fanatismo militare e guerrafondaio, ma Hartmann individua comunque un punto fondamentale: trovare le giuste motivazioni è la base di ogni percorso di apprendimento in qualsiasi campo.

Nel caso dell’inglese e delle lingue straniere come si possono trovare le motivazioni per studiare e migliorare? La risposta più inflazionata oggigiorno è:  se possiedi un buon livello di inglese puoi avere maggiori opportunità lavorative. Non posso dire che questa affermazione sia scorretta, dato che l’apertura e l’internazionalizzazione del mercato del lavoro in questi anni favoriscono senza alcun dubbio coloro i quali abbinano la conoscenza di una o più lingue straniere alle loro competenze professionali. Alcuni nostri governanti, molto attenti al consenso popolare immediato più che alle soluzioni pratiche e lungimiranti di problemi reali, hanno addirittura fondato delle campagne elettorali su questo concetto “utilitaristico” della conoscenza dell’inglese, che si lega al mondo dell’impresa, che si lega a sua volta al guadagno di denaro, possibilmente in modo facile e senza fatica.

Per quanto – ribadisco – sia vero che conoscere l’inglese può aprire porte, portoni e cancelli nel mondo del lavoro, credo però che un argomento così importante come quello delle giuste motivazioni per studiare l’inglese vada approfondito ulteriormente, se la nostra sincera intenzione è quella di incoraggiare qualcuno, o anche noi stessi – a studiare l’inglese.

Parliamo di esempi concreti. Alcuni di voi sono genitori, giustamente preoccupati del futuro dei vostri figli. Probabilmente pensate che, come affermato qui sopra, per trovare lavoro i vostri ragazzi debbano diventare dei perfetti English speakers, meglio di Queen Elizabeth II o Lawrence Olivier. Il problema è che un bambino o un ragazzino di dieci, dodici, quindici anni alle future opportunità di carriera magari non ci pensa, per cui è opportuno usare degli espedienti per avvicinarlo all’inglese, stando attenti a non farglielo odiare…

Può essere quindi opportuno usare altri espedienti, quali giochi, videogiochi, canzoni, film – cartoni animati nel caso dei bambini – in lingua originale per incuriosire un ragazzo e fargli capire che l’inglese – o qualsiasi lingua – non gli sarà utile tra quindici anni, che vede come un futuro a distanza siderale, ma gli può servire già adesso. Conoscete bene i vostri figli, per cui non vi sarà difficile trovare argomenti che stimolino davvero il loro apprendimento.
Qualche giorno fa, per esempio, mi è capitato di far svolgere un esame di inglese  a un ragazzo che mi raccontava che la sua grande passione è montare e smontare motori, un’attività manuale, e che quindi trova molte difficoltà a concentrarsi sullo studio, in particolare della lingua inglese, perché lo percepisce come “astratto”. Gli ho consigliato allora di andare su YouTube e guardarsi un paio di video tutorial in inglese riguardanti motori, parti meccaniche, ecc. La cosa lo ha colpito come se gli avessi appena svelato la scoperta di un nuovo mondo… In realtà grazie a Internet è così facile oggi abbinare in modo intelligente le nostre passioni allo studio delle lingue!

Tra l’altro, il mio percorso stesso di apprendimento dell’inglese è iniziato ben prima di studiarlo a scuola, nonostante un insegnante alle superiori mi abbia dato un incoraggiamento rivelatosi poi fondamentale. A tredici anni comprai infatti un libro con i testi della mia band preferita ai tempi, i Queen, e scaricai sul computer un paio di videogiochi contenenti delle istruzioni 100% English. Paradossalmente, senza rendermi conto che stavo studiando inglese, mi formai una base di almeno mille vocaboli, semplicemente per il fatto che volevo capire che cosa cantasse Freddie Mercury in We Are the Champions. Fosse anche stato scritto in Urdu, mi sarei sforzato di capire e alla fine probabilmente ci sarei riuscito… O magari in Urdu sarebbe stato un po’ troppo difficile, ma credo che il concetto che volevo esprimere sia chiaro… See you!

Daniele Canepa
[foto di Diego Arbore]


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