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Se tv e giornali rimangono imbrigliati nelle logiche strambe dell'editoria, ecco un'alternativa: le conferenze Ted (www.ted.com), un modo efficace per aggiornarsi e al contempo imparare l’inglese
“Il triangolo no.” Se Rupert Murdoch conoscesse Renato Zero troverebbe queste parole molto adatte per descrivere la situazione che lo vede protagonista. Eh già, anche i ricchi piangono, specialmente se ad aver avuto incontri notturni segreti con l’ex moglie di Murdoch, la quarantaquattrenne cinese Wendi Deng, è l’amico di vecchia data Tony Blair. Sì sì, proprio lui, l’ex leader del Labour Party o meglio del New Labour, quello del nuovo corso di un partito che da “di sinistra” grazie a Blair è diventato più che altro “sinistro” nel suo appoggio incondizionato alle guerre in Medio Oriente e nel suo ammiccare proprio a gente come Rupert “Shark” Murdoch.
Chissà ora come si scateneranno i giornali di Murdoch il quale, ricordiamolo, non è “soltanto” il padrone di Sky (il che conferisce già di per sé un discreto potere mediatico), ma anche di due giornali inglesi apparentemente distanti tra loro, come il borghesissimo e “moderato” The Times e il The Sun, dai toni scandalistici e urlati che tanto fanno presa sulle working class.
Le cose d’altra parte in casa nostra non vanno molto diversamente: primo perché Sky è presente – eccome se è presente – anche nel nostro paese, il che significa che Shark le sue zanne affilate le ha affondate da tempo pure qui. Secondo, perché in Silvio Berlusconi abbiamo avuto e continuiamo ad avere il nostro sharketto – o meglio Caimano – made in Italy. Senza voler sminuire gli effetti altamente nocivi e deleteri del monopolio televisivo berlusconiano negli ultimi venti o trent’anni, siamo sicuri che sia Zio Silvio (o meglio Don Silvio viste le frequentazioni con un certo Mangano) da solo il Male dell’informazione italiana? Basta avere un poco di curiosità e andare a vedere di chi sono i maggiori quotidiani italiani per capire che ci sono altri personaggi più nell’ombra che, insomma, qualche problema di conflitto d’interessi lo hanno.
Per esempio, a chi appartiene il quotidiano La Repubblica, autoproclamatosi in questi anni baluardo dell’anti-berlusconismo? Risposta: Carlo De Benedetti, proprio quello che guarda caso con Berlusconi è stato in causa – poi vinta – per anni. Di chi è Il Messaggero che ai tempi del referendum anti-nucleare e di Fukushima scriveva editoriali pro-nucleare? Di Caltagirone, imprenditore edile. Toh! Gli esempi si sprecano (non sono da meno infatti La Stampa e il Corriere) ma servirebbe molto più tempo per elencarli tutti. Il concetto, comunque, dovrebbe ormai essere chiaro.
Ce ne sono tante quindi di similitudini e di cose da imparare confrontando la stampa e l’informazione britannica con quella italiana. La domanda a questo punto è: consci di queste dinamiche, che cosa possiamo fare? Ritengo che l’unico mezzo per contrastare questi poteri sia evitare di informarsi tramite i loro canali, nello stesso modo in cui si evitano i fast food per limitare l’invasione del cibo spazzatura: disdire l’abbonamento alle tv a pagamento e smettere di comprare certi quotidiani, almeno fino a quando non inizieranno a fare informazione vera, di qualità e negli interessi della collettività, è una soluzione tanto efficace quanto concreta.
L’alternativa peraltro già esiste. Anche se tra le maglie della Rete è possibile che rimanga impigliato qualche altro rifiuto travestito da informazione, è però vero che su Internet è possibile trovare delle fonti davvero interessanti e – incredible! – positive, innovative e ottimistiche! E’ il caso per esempio del sito che raggruppa le conferenze TED (Technology, Entertainment, Design www.ted.com) alle quali partecipano alcune delle menti più illuminate tenendo discorsi di massimo venti minuti relativi ai più disparati ambiti del sapere. Gli speaker parlano in inglese, ma per la maggior parte dei video è possibile attivare l’opzione dei sottotitoli in italiano. Si tratta senz’altro di un modo efficace per aggiornarsi e al contempo imparare l’inglese… Che cosa desiderate di più? See you!
Daniele Canepa
Twitter: @DanieleCanepa1
www.comeimpararelinglese.com