Siano esse ubicate ai lati di un cancello, in prossimità di edifici in pietra o in, ben individuati, angoli del giardino, l’area in cui saranno inserite assumerà subito un aspetto completamente differente
Nell’ambito delle succulente, le Cactaceae rappresentano una delle famiglie più numerose. Esse provengono in gran parte dal Messico o dagli Stati Uniti meridionali. In linea generale, si può dire che esse non richiedano particolari esigenze colturali. I Cactus prediligono un terreno ben drenato (in caso vengano coltivati in vaso, esiste un terreno apposito, venduto nei garden center), vanno bagnati poco e tendenzialmente solo nei periodi di grande siccità. Purché ben asciutte, alcune varietà possono sopportare, stante la loro provenienza da aree a forte escursione termica, temperature anche piuttosto rigide.
Il Cactus senza dubbio più conosciuto e diffuso è l’Echinocactus Grusonii. Esso è caratterizzato da una forma rotondeggiante, costolata, raggiunge, molto lentamente, dimensioni considerevoli. Le spine sono riunite in gruppi e di colore giallo intenso.
Questa Cactacea risalta soprattutto da sola o in gruppi di piante di varie dimensioni, possibilmente tutte appartenenti al medesimo genere. Se collocate in ordine sfalsato e secondo schemi geometrici, ben studiati, in porzioni di terreno limitate o a bordo fascia, esse garantiscono davvero un notevole impatto estetico (vedi nostri due articoli precedenti, per le foto quello sul giardino di Giorgio Armani). Come per tutte le succulente, il loro impiego richiede una attenta valutazione del contesto e dell’area del giardino in cui andranno ad inserirsi. Il rischio è infatti sempre quello di realizzare insiemi un po’ rigidi, poco armonici e “slegati” dal resto dell’insieme a verde. Data l’indubbia valenza scultorea e geometrica di questa famiglia di succulente è altresì possibile l’impiego in vasi ed in terrazze. Soprattutto in Riviera e nelle seconde case, spesso si opta per l’utilizzo di varie tipologie di succulente, ottenendo talvolta risultati molto soddisfacenti. La scelta di tali varietà, in luogo di cespugli, erbacee e piante non succulente, è principalmente dettato dalle minori necessità colturali e dalle limitate esigenze manutentive (concimazioni, potature, travasi….) rispetto alle altre piante.
Nell’ambito di una valutazione complessiva del progetto, va però indubbiamente menzionato e considerato l’aspetto economico. Le Cactaceae, soprattutto se di grandi dimensioni, hanno infatti generalmente costi di acquisto piuttosto elevati, correlati anche al lungo lasso di tempo necessario perché esse raggiungano un adeguato sviluppo vegetativo.
Tra le succulente meritano poi una particolare menzione anche le Euphorbiacae. Esse sono suddivise in numerosissime specie, caratterizzate da portamenti molto diversi tra loro. In particolare, ci soffermeremo qui sull’Euphorbia candelabrum. Questa varietà raggiunge notevoli dimensioni, si presenta come un intricato insieme di rami, verde scuro, dalle costolature spinose. La conformazione e l’impianto architettonico di tale pianta garantiscono, per l’osservatore, un impatto notevolissimo. La crescita non è rapida e per ottenere subito un risultato sarà, il più delle volte, necessario ricorrere a piante già formate e sviluppatesi negli anni. Per questo motivo nei vivai esse sono tenute in vasi di grandi dimensioni e ciò permette (tralasciando l’aspetto economico dato dai costi di acquisto, di trasferimento e di impianto!) un rapido e non traumatico loro posizionamento nel luogo prescelto.
Siano esse ubicate ai lati di un cancello di accesso, dislocate in prossimità di edifici in pietra o in, ben individuati, angoli del giardino, l’area in cui saranno inserite assumerà subito un aspetto completamente differente. In particolare nelle giornate estive, le dimensioni della pianta, la sua particolare conformazione, i colori e la peculiarità della forma, unite all’ombra che i numerosi rami proiettano sul terreno, contribuiscono ad attirare l’attenzione dell’osservatore, persino di quello meno attento. Specialmente le persone abituate alle piccole Cactaceae in vaso, rimangono infatti veramente colpite da questa incredibile e prodigiosa, nel suo lento ma articolato accrescersi, varietà di Euphorbia.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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