L’illuminazione in giardino sottolinea particolari architettonici, piante rare, alberi secolari e dilata gli spazi. Torce per castelli medioevali, lampade a petrolio per delimitare i viali, fasci di led ultramoderni e persino sassi luminosi...
Uno dei temi che vengono, secondo me, molto spesso del tutto trascurati o poco considerati nella progettazione di un giardino è quello inerente alla sua illuminazione. L’ho sempre pensato, visitando parchi e case private, ma la cosa mi è parsa ancora più evidente di recente. Nel periodo estivo si vive infatti di più all’aperto e nel verde e risulta quindi più facile rendersi conto di questo aspetto e di quanto nel progetto complessivo l’elemento luce incida in contrasto con il buio penetrante delle notti estive.
Ultimamente ho anche avuto modo di scorrere un catalogo in cui venivano riportate varie, moderne tipologie di lampade, torce, faretti o fasci di luce da giardino. Le immagini mi hanno fatto pensare a quanto le diverse tipologie di luce possano essere utili per trasformare completamente, nelle ore notturne ed in base alle esigenze del progettista, un’area a verde.
Ovviamente i grandi paesaggisti ben sanno che la stessa scelta cromatica delle piante, degli alberi e delle fioriture ha un’incidenza determinante nella “luminosità” notturna del loro progetto. Anche in presenza di poca luce, le piante dal fogliame grigiastro (ad es: gli ulivi), chiaro o screziato di bianco scintillano e si distinguono, nitide, nel paesaggio. Nello stesso modo, non passano certo inosservate le cortecce ed i rami di alberi quali le betulle, dal colore bianco puro e quasi metallico. La medesima considerazione può infine essere ovviamente fatta a proposito delle fioriture, specie di quelle appariscenti ed estive. Il rosa chiaro, il bianco puro ed il giallo si scorgono nettamente anche nelle ore serali o persino a tarda notte. In particolare le Hydrangee, le Impatiens ma anche la Wisteria, la Westringia, il Teucrium, solo per fare qualche esempio e moltissime altre, formano masse ben distinte ed evidenti, persino nella luce fioca.
In estate e specie in Liguria, se si opta per un ben dosato e diffuso impiego degli Agapanthus, nella loro varietà dalla fioritura bianca, si potranno sottolineare vialetti, accentuare e dilatare certi spazi e davvero stupire i visitatori. Le infiorescenze sono infatti assai voluminose e dalla caratteristica forma a fuoco di artificio, composte da varie corolle di forme tubolari.
In realtà e come si sarà capito, sarebbe possibile parlare per ore dell’illuminazione di un giardino, passando in rassegna gli impieghi e le diverse tipologie di luci: siano esse radenti o meno, verticali, orizzontali, di delimitazione dei vialetti o di evidenziazione di particolari architettonici o di alberi antichi o di essenze particolarmente caratteristiche…
Solo per citare qualche impiego pratico, nel passato mi è capitato di vedere illuminati viali interni di accesso a ville storiche con candele o con lumi a petrolio dalle fiammelle oscillanti… in un caso due torciere inclinate sottolineavano, con studiato e voluto contrasto, l’accesso ad un maniero medioevale, uniche e sole nel buio assoluto della tarda estate… al mare e nel perenne vento delle isole greche, intere scalinate delle case sono spesso delimitate da candele in pura cera d’api…
Anche la più prosaica luce elettrica può peraltro garantire risultati altrettanto eclatanti, specie grazie all’impiego dei moderni e poco dispendiosi led, dalle svariate tipologie di colore.
Per fare solo un esempio, tra le migliaia di modelli di dispositivi di illuminazione esistenti, vi segnalerò una tipologia davvero inusuale e da me recentemente vista impiegata in loco. Per colpire gli ospiti del giardino, i progettisti si sono avvalsi della collaborazione di alcuni artigiani del vetro per realizzare suggestivi “sassi” luminosi. Come ben si vede nell’immagine, essi si possono mescolare a quelli in pietra ed accendere la sera. Passano inosservati di giorno, spiccano la notte e lasciano basito l’osservatore che non si aspetta certo che persino il suolo e le pietre stesse di un giardino si illuminino di luce propria.
Filippo Leone Roberti Maggiore e Emanuele Deplano
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