add_action('wp_head', function(){echo '';}, 1);
In Sala Rossa i sindacati si scagliano contro la delibera di giunta sulla fusione Amiu-Iren, che non avrebbe tenuto conto degli accordi i luglio. Tante le questioni ancora aperte sul tavolo dei negoziati.
L’affaire Amiu-Iren, che aveva infiammato la politica amministrativa delle ultime settimane del 2016, continua a “scaldare” la Sala Rossa anche in questi primi giorni del 2017: tornano alla carica i sindacati, che trovano l’apertura di un tavolo per ridiscutere la delibera di giunta, che nei fatti aveva superato quanto accordato tra azienda e lavoratori nel luglio scorso.
«Stiamo cercando di costruire un emendamento di maggioranza o dei capigruppo che consenta di far corrispondere la delibera presentata dal Comune di Genova sugli indirizzi per la trattativa dell’ingresso di Iren in Amiu all’accordo sindacale siglato a luglio». Lo afferma Corrado Cavanna, Fp Cgil, oggi pomeriggio in Commissione comunale a Genova nel corso della discussione sulla delibera che contiene le linee guida per la trattativa con Iren nel processo di privatizzazione dell’azienda pubblica genovese che gestisce il ciclo di rifiuti e che nelle prossime settimane dovrà essere votata dal Consiglio comunale. «Abbiamo in corso un processo di confronto con l’amministrazione – prosegue Cavanna, come riportato dall’agenzia Dire – perché la delibera non corrisponde all’accordo di luglio, anzi lo nega in radice. Ma potremmo dare un giudizio definitivo e sereno solo al termine delle trattative». Ancora più duro Umberto Zane, Fit-Cis: «Questa è un’operazione finanziaria fatta alle spalle dei lavoratori e dei cittadino perchè il Comune non controllerà più la tariffa ma sarà Iren, come ha già fatto con l’acqua; inoltre il modello di raccolta indifferenziata di Iren è completamente diverso da quello che sta programmando Amiu»
Oltre al mancato mantenimento della maggioranza pubblica di Amiu, che vedrebbe il definitivo ingresso di Iren oltre il 51% entro la fine dell’anno, noti i punti del contendere. Innanzitutto la proposta di ridurre da 30 a 10 anni la spalmatura sulla tariffa dei rifiuti per rientrare degli extra-costi dovuti alla messa in sicurezza della discarica di Scarpino e al trasporto dei rifiuti fuori Regione: i sindacati chiederebbero una via di mezzo, con la spalmatura dei costi fino al 2028. «Stiamo cercando di ridurre il periodo di rientro da 30 a 10 anni, evitando che questo generi ricadute in tariffa particolarmente pesanti per i cittadini – spiega l’assessore comunale all’Ambiente, Italo Porcile – se si riuscisse nell’obiettivo, se ne avrebbe un oggettivo beneficio per il valore dell’azienda. Presenteremo degli scenari a riguardo».
Difficile, invece, che il Comune accolga le richieste dei sindacati sulla formalizzazione del prolungamento del contratto di servizio per Amiu, in scadenza al 2020, prima della fine della trattativa con Iren. I sindacati chiedono anche la stabilizzazione di 31 precari «perché non ci possiamo permettere di trattare la questione per la terza volta. La trattativa a riguardo si è chiusa nel 2015». I rappresentanti dei lavoratori chiedono anche garanzie sul fatto che Amiu diventi player della gestione dei rifiuti almeno in tutto l’ambito della Città metropolitana genovese e che il ciclo dei rifiuti sia chiuso all’interno della stessa area. «La chiusura del ciclo a Genova determina il valore della società – risponde Simone Farello, capogruppo Pd in Consiglio comunale – ma oggi Amiu non è in grado di chiudere il ciclo, neanche se si riapre Scarpino; ci vogliono impianti e soldi, e Amiu da sola non li ha». Note anche le differenze tra quanto previsto nell’attuale delibera e quanto concordato in precedenza con i sindacati in termini di governance: «Il presidente espresso dal Comune non conta nulla – spiega Cavanna – mentre l’amministratore delegato espresso da Iren conterà su tutto, anche sulla determinazione della tariffa».
Infine, i sindacati contestano il piano industriale ottimizzato allegato alla delibera, che preoccupa anche il consigliere delegato all’Ambiente della Città metropolitana, Enrico Pignone: «Oltre a non corrispondere a quanto votato dal Consiglio comunale e scritto nel piano industriale di Amiu – afferma il consigliere, come riportato dall’agenzia Dire – si tratta di previsioni di trattamento dei rifiuti congiunti differenziati-indifferenziati che non sono consentiti dalla normativa nazionale». Per Cavanna, addirittura, questo comporterebbe «il compimento di un reato di natura ambientale, che è ciò che ha già portato alla chiusura e al sequestro della discarica di Scarpino». Benché piuttosto sostanziali, per l’assessore Porcile si tratta solo di «4-5 punti su cui stiamo ragionando, questo è il primo di almeno tre passaggi in Consiglio comunale: non mi pare si possa dire che il Consiglio non abbia avuto spazio di condivisione rispetto a questa operazione» e ostenta ottimismo per una positiva chiusura della trattativa, attualmente in corso nella sede del Comune di Genova, ma che certamente proseguirà anche nei prossimi giorni. «Iren e Amiu stanno già trattando da un pezzo – conclude Umberto Zane, Fit-Cisl – questa delibera che dà mandato al Comune a trattare con Iren è di fatto superata».