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Consiglio Comunale: l’amministratore unico nelle società partecipate

Dopo la scontata polemica sulla gestione dell'allerta meteo a Genova, il Consiglio ha approvato i cambiamenti previsti dalla spending review per limitare il numero dei dirigenti delle società controllate


14 Novembre 2012Notizie > Rubriche

 

 

È stata approvata ieri (13 novembre, ndr) in Consiglio Comunale la proposta della Giunta Doria per l’applicazione delle norme nazionali che prevedono un taglio dei membri dei consigli di amministrazione anche sulle società partecipate del Comune di Genova.

L’articolo 4 della norma di riferimento – legge 135 del 7 luglio 2012 – prevede, tra le altre cose, una riduzione dei membri dei consigli di amministrazione delle società partecipate – totalmente o parzialmente – dallo Stato e altri enti pubblici. In particolare la legge nazionale imponeva un limite massimo di 3 membri nei Cda delle partecipate al 100% e proponeva la nomina di una amministratore unico per le società che «abbiano conseguito un fatturato da prestazione di servizi a favore delle pubbliche amministrazioni superiore al 90%». Secondo diversi commentatori queste modifiche potrebbero produrre una riduzione del 30% delle poltrone ad uso e consumo del clientelismo politico, ma potrebbe trattarsi di una riduzione più ampia, considerando che la normativa prevede anche che dei 3 componenti del Cda 2 siano nominati tra i dipendenti interni alla società stessa. Mentre tutti gli italiani stringono la cinghia era doveroso che anche l’apparato pubblico e le società ad esso collegate facessero lo stesso.

La disposizione della Giunta chiede, nello specifico, che vengano modificati gli statuti delle società che nel 2011 hanno conseguito un fatturato derivante per più del 90% da servizi prestati al Comune, introducendo la figura del consigliere unico.

Come prevede la norma nazionale, la sostituzione dei vecchi Cda con i nuovi meno numerosi avverrà solo allo scadere degli attuali vertici, ovvero quando verranno rinnovati per la prima volta dopo l’entrata in vigore della legge 135. Un documento presente sul sito del Comune di Genova elenca 19 società partecipate, di cui 7 hanno un Cda composto da 3 membri, 3 da 2 membri e 9 da un solo membro, tutti designati dal Comune stesso.

L’opposizione, con un ordine del giorno del Consigliere Grillo (Pdl), aveva richiesto che l’amministrazione rendesse noto entro febbraio del 2013 in una commissione apposita quali saranno i provvedimenti delle società interessate per accogliere le modifiche richieste della Giunta. L’assessore al Bilancio Miceli ha respinto la richiesta chiarendo che ogniqualvolta avverranno delle variazioni degli statuti verranno tutte approvate in Consiglio perché così prevede la norma.

Per adesso, quindi, non vi sarà nessun risparmio immediato, ma se la norma verrà applicata in modo regolare ci potrà essere un taglio notevole alle spese dell’amministrazione. Infatti con un amministratore unico i membri dei Cda di tutte le società partecipate del Comune dovrebbero ridursi da 36 a 19.

 

 

Ad inizio seduta non è potuta mancare la polemica sulla gestione dell’allerta meteo da parte dell’amministrazione. Nel fine settimana le previsioni dell’Arpal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure) avevano fatto scattare l’allerta 2, mentre le precipitazioni effettive erano state molto meno intense. Diversi partiti – Idv, Pdl e Lega – hanno criticato la decisione del Comune di imporre la chiusura di scuole e attività commerciali, con forte danno economico soprattutto per queste ultime. Il Consigliere De Benedictis (Idv) ha esplicitamente richiesto dei risarcimenti per i negozianti. Il Sindaco Doria ha difeso l’operato del Comune affermando che la determinazione dello stato d’allerta non è di sua competenza, ma spetta alla Protezione Civile e che la risposta all’allerta è stata definita seguendo precisamente alcune ordinanze emesse dall’amministrazione Vincenzi ancora in vigore.

 

Federico Viotti
[foto di Daniele Orlandi]


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