Un breve approfondimento sull'evoluzione della vicenda AMT, con la relazione del Sindaco in Sala Rossa, si è discusso anche della vendita dell'ex manicomio di Quarto
Dopo poco più di un mese di inattività sono ripresi questa settimana i lavori del Consiglio Comunale di Genova. Tante erano le questioni rimaste in sospeso durante l’estate, una su tutte l’emergenza AMT. Poco prima delle vacanze estive era stata approvata una delibera che prevedeva la privatizzazione dell’azienda, ma durante i primi giorni di settembre la Giunta si era resa disponibile al confronto su soluzioni alternative.
Il Sindaco Doria ha relazionato in aula gli ultimi sviluppi positivi della vicenda. Prima ancora ha voluto chiarire che «Non si è mai parlato di conti truccati, ma piuttosto di una realtà che andava affrontata di petto prima», per fugare ogni dubbio sulla regolarità della gestione dall’azienda. Tuttavia nelle parole del Sindaco emerge una critica ai ritardi di chi, pur non facendo nomi, avrebbe dovuto intervenire per evitare che AMT giungesse ad un passo dal fallimento. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è rivolto a chi in questi ultimi anni ha potuto vedere i conti dell’azienda con i propri occhi, ovvero i suoi dirigenti e la Giunta precedente.
Dopo un’intera estate di negoziati si è giunti, all’inizio di questa settimana, ad un accordo tra Comune, AMT e sindacati. Per il momento la privatizzazione è stata scongiurata grazie ad un piano aziendale che prevede il risparmio di 4 milioni di euro entro fine 2012. Nonostante la soddisfazione per questi passi in avanti, il Sindaco non ha nascosto le propria preoccupazione per il futuro: «L’accordo raggiunto è significativo, ma non risolutivo». Significativo perché ha consentito di rinviare l’ipotesi di una messa in liquidazione, ma non risolutivo perché permangono i forti squilibri tra costi e ricavi che da anni caratterizzano il bilancio di questa azienda. Nel 2011 il Comune aveva dovuto versare nelle casse di AMT 35 milioni di euro e nel 2012 altri 22 per compensare una perdita di 1,5 milioni di euro al mese. Evidentemente, spiega Doria, il Consiglio dovrà nuovamente discutere del trasporto pubblico locale per capire se l’azienda sarà in grado di sopravvivere in modo autonomo durante il 2013.
Le spese future possono essere stimate sulla base di quelle attuali, mentre i ricavi sono del tutto imprevedibili. Molto dipende dalle risorse che il Governo statale destinerà al trasporto pubblico locale. Per quanto riguarda il livello del servizio il Sindaco ha difeso l’adeguatezza del servizio di trasporto pubblico locale, attirandosi però non poche critiche dei consiglieri di minoranza che hanno posto in evidenza il drastico taglio delle corse dei bus collinari.
C’è quindi ancora molto su cui discutere per giungere ad una soluzione definitiva del problema e nessuna alternativa, compresa la privatizzazione, sembra essere ancora del tutto esclusa. La volontà del Sindaco è quella di ridare ad AMT un equilibrio che la renda in grado di «stare in piedi non solo grazie a sforzi eccezionali e irripetibili dell’azionista», ovvero il Comune stesso.
L’altro tema centrale della seduta è stata la vendita dell’ex ospedale psichiatrico di Quarto. Dopo l’inaspettata marcia indietro della Regione, anche il Comune ha voluto affermare il proprio impegno per una tutela dell’ospedale non solo come importante struttura per la cura della malattia psichiatrica, ma anche per la sua funzione pubblica e sociale. Infatti al suo interno, oltre ad essere ospitati e curati circa 80 pazienti, trovano la propria sede anche una Biblioteca sulla Salute Mentale, il Centro Basaglia, un archivio storico dell’ex ospedale psichiatrico e una cooperativa sociale; il tutto in un’ampia area verde. La mozione presentata da Lista Doria, Sel e Fds è stata approvato all’unanimità da tutti i consiglieri. Il sindaco ha sottolineato l’importanza di questo voto affermando che «La mozione approvata oggi aiuta un percorso che è stato avviato. Un percorso che se non fosse stato compiuto anche dal Comune avrebbe visto la Regione procedere da sola» e ha aggiunto «diciamo si ad una percorso che deve vedere coinvolti tutti i soggetti con un atteggiamento di collaborazione per raggiungere un obiettivo comune».
Federico Viotti
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