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Lettera aperta a Antonio Mazzocchi dopo l’intervista su Radio24

Il parlamentare Mazzocchi intervistato su Radio 24 perde il lume della ragione e definisce "poverini" e "disadattati" i colleghi parlamentari con una sola legislazione alle spalle...


4 Gennaio 2012Notizie

Antonio MazzocchiScusi Onorevole …non si vergogna? Ho ascoltato il suo “amaro” sfogo diffuso sulla rete internet e …sono trasecolata. Spero si renda conto, risentendosi, dell’enormità delle sue dichiarazioni. La mia non vuole essere, come è stata definita dal suo collega, l’onorevole Cicchitto, a proposito degli stipendi dei parlamentari, una campagna denigratoria, anzi, non vorrei toccare l’argomento, limitandomi a commentare quello che mi rimanda la sua viva voce.

Dunque, Lei asserisce che un povero “eletto”, stante l’attuale normativa, se dura in carica solo una legislazione si vede erogare una pensione di 800 euro mensili, da considerarsi miserabile ed indecorosa. Sono d’accordo perché è vergognoso che questa sia la somma, se non inferiore, con sui sono costretti a vivere oltre la metà degli italiani e chi la percepisce, come pensione, ha lavorato per 40 anni ed oltre. La sua strenua difesa è argomentata dal fatto che, terminato il compito parlamentare, non è facile riproporsi nel circuito lavorativo e si rischia di rimanere per lunghi anni senza un sostentamento, fino a paventare una vita da “barboni” . Non vorrei sembrare polemica ma mi sorge spontanea una domanda: ma in che Italia vive?

Ascolta un breve estratto dell’intervista andata in onda su Radio24

Non partecipa a social network, non legge giornali, non segue le notizie o, semplicemente, nessuno si è premurato di informarLa che questo problema è vissuto, quotidianamente, da 30-40enni che non riescono a trovare un’occupazione e, se sono stati fortunati, vivono con contratti precari e con stipendi molto al di sotto della cifra di cui Lei argomenta con tanto spregio?

Lo stesso dicasi per quelli che hanno superato gli ”anta” e vengono “espulsi” dal mondo del lavoro e che si ritrovano con una cassa integrazione destinata, prima o poi, a cessare. Non crede di avere migliori chance?

La perplessità non è solo la mia, è la stessa incredulità che traspare nella domanda posta dal suo interlocutore il quale non riesce a capacitarsi come, una persona erudita al pari suo, non sia in grado, fuori dal Parlamento, di trovarsi un altro impiego. Provo a darmi una risposta che necessariamente suonerà provocatoria: o Lei è un totale incapace, cosa che non credo, ma se così fosse mi chiedo come può svolgere un compito istituzionale così delicato, o Lei appartiene a quella “casta” di intoccabili che, come re, dittatori ed imperatori, si sente di aver ricevuto una sacra ed intoccabile investitura “a divinis” su cui nessuno si può permettere di sindacare.

Con un candore che mi fa quasi sorridere, non nasconde che se si riesce a “sopravvivere” per 3 legislature, l’ammontare della pensione sale vertiginosamente fino a 4000 euro. Beh, facciamo due conti: 3 legislazioni sono pari a 15 anni di “duro e onesto” lavoro come a dire l’equivalente di una baby pensione di “Rumor-iana” memoria (abolita nel 1992) , saldata con un “premio” che per l’italiano medio rimane una chimera. Vede. Onorevole, non si tratta di una caccia alle streghe ma di mero buon senso che dovrebbe scaturire spontaneo davanti ad un difficile momento storico che richiede sacrifici a tutti, anche, a chi ne fa già tanti. Le ingiustizie, però, quando sono lapalissiane, sono indifendibili e, quindi, a noi non rimane che sperare in una nuova legge elettorale che ci permetta di scegliere chi crediamo più meritevole, almeno, se sbagliamo, sapremo chi incolpare.

Adriana Morando


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