Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
Un Consiglio comunale a tratti da resa dei conti finale riassume tutte le difficoltà di cinque anni di giunta Doria. Ora la scena passa alla campagna elettorale ma tra due mesi si dovrà per forza ricominciare da dove si è lasciato: Amiu, sul piano tecnico, la costruzione di una maggioranza, di qualunque colore essa sia, su quello politico.
Il rompete le righe arriva così, un po’ anonimo, con un commiato quasi dovuto da parte del presidente del Consiglio, Giorgio Guerello, e un paio di delibere mandate in archivio dopo quella sull’aggregazione Amiu-Iren. Che, invece, in archivio non ci può andare. In un modo o nell’altro, per la terza e ultima volta nel giro di tre mesi, il sindaco Marco Doria deve abbandonare il suo programma elettorale e il provvedimento che, di fatto, ha tenuto in scacco tutta la giunta da febbraio a questa parte. Si finisce senza dimissioni anticipate con cui forse il primo cittadino avrebbe potuto salvare meglio la faccia a febbraio. Ma, senza ricandidatura, poco importa. E si finisce senza particolari entusiasmi: cinque anni di lavoro, chiusi con un timido applauso dedicato soprattutto agli impiegati della Sala Rossa e con solamente un altro consigliere, il superstite pentastellato Andrea Boccaccio, a ringraziare pubblicamente e indistintamente tutti per il cammino fatto.
Bellissimo articolo