Era Superba magazine online dedicato alla città di Genova. Notizie, inchieste e interviste, video e rubriche di approfondimento

  • Home
  • Notizie
  • Approfondimenti
  • Ambiente
  • La città che cambia
  • Interviste
  • Editoriali
  • Seguici
    • Facebook
    • Twitter
    • RSS Feed
    • LinkedIn
    • Youtube

Argentina e FMI: nessun complotto, è fallita la “ricetta” anti crisi

Il modello argentino è stato preso troppo frettolosamente come esempio per uscire dalla crisi, ora i nodi vengono al pettine e si svelano gli inganni; l'agenzia di rating Fitch ha declassato l'argentina a 'CC' ritenendo possibile il default


22 Dicembre 2012Rubriche > Penna sagace Banny

Argentina, Buenos AiresLa settimana scorsa abbiamo visto come l’Argentina stia manipolando le statistiche relative all’inflazione e abbiamo provato a smentire con i dati le ipotesi paventate da più parti circa un fantomatico complotto del Fondo Monetario Internazionale ai danni dello stato sudamericano. Questo, oltre ovviamente a minare la credibilità del paese, sta facendo rapidamente svalutare le obbligazioni indicizzate all’inflazione che, nonostante gli altissimi rendimenti, vengono evitate dagli investitori. Cerchiamo di capirne il perché.

Questi titoli sono denominati in pesos e per essere incassati devono essere convertiti nella propria valuta, ad esempio in dollari. Il problema è che attualmente in Argentina c’è uno stretto controllo sui capitali che non permette di vendere pesos per comprare valuta estera, se non in casi eccezionali. L’unica alternativa sarebbe quindi rivolgersi al mercato nero dove è possibile vendere pesos a un cambio molto più sfavorevole di quello ufficiale poiché tiene conto dell’inflazione reale. Questa differenza di cambio è pari a circa il 25% ed è per questo che i titoli argentini non sono molto appetibili.

Come vi ho accennato non è possibile convertire pesos in valute estere, ma si sono trovati diversi escamotage per aggirare questa regola. Fino a pochi mesi fa era consuetudine aprire due conti PayPal con differenti email di riferimento ma di proprietà della stessa persona. Trasferendo i soldi da un conto all’altro era possibile convertire pesos in dollari secondo il cambio ufficiale, molto più conveniente del cambio al mercato nero. Il governo, accortosi di questo, ha limitato per legge a uno il numero di conti PayPal attivabili da una stessa persona, ma agli argentini non manca la fantasia e hanno trovato soluzioni alternative.

Un altro trucchetto utilizzato era fingere di doversi recare all’estero per poi invece rimanere a casa, in questo modo era infatti consentito convertire una somma limitata di pesos in valuta estera. Anche in questo caso il governo è intervenuto introducendo una norma secondo la quale tutte le richieste di valuta devono essere confermate dalle agenzie di viaggio, inoltre chi si reca all’estero può acquistare solo ed esclusivamente la valuta dei paesi di destinazione. Come se non bastasse, una volta oltre confine non è possibile prelevare dollari con la propria carta di credito e inoltre, per scoraggiare gli acquisti all’estero, è stata  introdotta una tassa del 15% su tutti gli acquisti effettuati all’estero con carta di credito, inclusi gli acquisti effettuati su eBay, Amazon e le transazioni su PayPal.

L’unica categoria che ha ancora un modo di aggirare il controllo sui capitali è quella dei lavoratori autonomi che vengono pagati in dollari. Un numero sempre maggiore di loro si reca in Uruguay per aprire un conto corrente e ottenere una carta di credito. Attraverso questo conto ricevono le loro retribuzioni pagate estero su estero e possono effettuare i propri acquisti in Argentina con la carta di credito Uruguayana.

Non solo i cittadini, ma anche le aziende sono state colpite da misure simili. Chi vuole importare prodotti in Argentina deve ricevere un’autorizzazione ministeriale che gli impone di esportare merci argentine per un valore pari alle merci che ha importato. Questa normativa crea diverse situazioni paradossali: ad esempio i concessionari argentini di automobili prodotte oltre confine sono costretti ad esportare soia o vino per avere l’autorizzazione a importare le auto che rivendono.

L’obiettivo di questa misura è quello di mantenere in equilibrio la bilancia commerciale (la differenza tra le importazioni e le esportazioni) per evitare che il peso si svaluti ulteriormente nei confronti del dollaro. Il problema è che diminuendo le importazioni anche le esportazioni ne risentono: una fabbrica FIAT a Cordoba ha addirittura dovuto sospendere la produzione per mancanza di parti da assemblare.

A completare il quadro abbiamo una Banca Centrale che ha ormai perso ogni parvenza di indipendenza e che ha il solo ruolo di stampare moneta per finanziare la spesa pubblica del governo.

E, per non farci mancare nulla, un giudice di New York ha recentemente condannando Buenos Aires a risarcire 1 miliardo e 300 milioni di dollari a due hedge fund americani che, non avendo aderito alle ristrutturazioni del debito nel 2005 e 2010, pretendono il rimborso integrale dei titoli in loro possesso. L’Argentina infatti, per ristrutturare il proprio debito, aveva proposto a tutti i suoi investitori il rimborso del solo 30% del valore nominale dei titoli di stato in loro possesso. I due fondi americani hanno invece rifiutato tale proposta portando in tribunale lo stato argentino.

La Corte d’Appello ha prorogato la scadenza del rimborso al 27 febbraio 2013 dando così più tempo al governo sud americano, anche se la situazione rimane piuttosto difficile.

Non è la prima volta che un fondo speculativo tenta di rifarsi sullo stato argentino: alcuni mesi fa in Ghana una nave della marina militare argentina è stata addirittura sequestrata per reclamare il pagamento dei tango-bonds. Il pensiero che questa nave si chiamasse “Libertad” strappa un sorriso amaro ripensando all’infausta storia di questo grande paese.

A questo punto non penso che vi stupirete se vi dico che l’agenzia di rating Fitch ha declassato l’argentina a ‘CC’ ritenendo possibile il default e che i CDS sui titoli argentini, cioè gli strumenti derivati utilizzati per assicurarsi contro il default, sono schizzati alle stelle.

Penso abbiate capito che il modello argentino è stato preso troppo frettolosamente come esempio per uscire dalla crisi. Purtroppo l’Argentina ha ancora molta strada da fare e non è detto che nel cammino non ricada in una crisi ancora più terribile di quella del 2001…

 

Giorgio Avanzino 


  • economia
  • tweet
Potrebbe interessarti anche
  • Genova scelta di ‘serie b’ per Amazon: opportunità persa o pericolo scampato?
    Genova scelta di ‘serie b’ per Amazon: opportunità persa o pericolo scampato?
  • Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse
    Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse
  • Si torna a scavare sul Monte Gazzo: altri 3 milioni di metri cubi di calcare per le grandi opere
    Si torna a scavare sul Monte Gazzo: altri 3 milioni di metri cubi di calcare per le grandi opere
  • Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua
    Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua
Altri articoli di questa categoria
  • Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
    Selene Gandini, dal sogno del circo alla realtà del cinema. L’attrice-autrice della Genova che sa uscire dal cerchio
  • La paura di scivolare e finire chissà dove
    La paura di scivolare e finire chissà dove
  • Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
    Sgualdrine, mogli di Veneziani! Quando le rivalità sul mare (e sui santi) si risolvevano a colpi di pugnale e non di regata
  • La bugia a cui non si può fare a meno di credere
    La bugia a cui non si può fare a meno di credere

Lascia un Commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Libri

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

The Black Bag, come ripulire il mondo dalle nostre cattive abitudini

Ludovica Squadrilli ci racconta come si possano intrecciare socialità e impegno civico
‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Ascoltami ora’, Maricla Pannocchia e il mondo difficile dei bambini oncologici

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

‘Storie vere di un mondo immaginario’, il viaggio nel tempo e nella Liguria di Dario Vergassola

Editoriali

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Tre anni da Ponte Morandi, ma è come se fosse domani

Cosa è cambiato in questi anni, e cosa è rimasto uguale: decine di viadotti arrivati a fine vita, per i quali "manca solo la data del decesso"
Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Covid e disagio sociale, le zone rosse sono sempre le stesse

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Coronavirus e informazione, quando l’assembramento selvaggio diventa un format

Genova Anno Zero: Ponte Morandi

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

Ponte Morandi e quell’anno zero che non è mai arrivato a Genova

A cinque anni dal crollo la città è ancora sotto l’ipnosi di una rinascita che non c’è
Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Il nuovo Parco del Polcevera e l’inganno della neolingua

Ne demolissero altri cento

Ne demolissero altri cento

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Nuovi edifici che crollano. Genova rassegnata al brutto e senza immaginazione

Seguici su Twitter e Facebook

Tweets von @"Era Superba"

Archivio Articoli

Era Superba - Copyright © 2025 | Codice ISSN 2281-471X
  • Contatti
  • Redazione
  • Privacy
  • Archivio Rivista