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La Facoltà di Scienze della Felicità in provincia di Oristano vanta corso di studio in
Ho deciso: mi iscrivo all’università! La mia adesione incondizionata è legata all’intento, quanto meno singolare, di imparare ad essere felice. In Sardegna, nasce “Aristan”, Facoltà di Scienze della Felicità, corso di laurea in teorie e tecniche di “salvezza dell’umanità”.
E’ tutto pronto: un campus universitario di 42 ettari, nell’area dell’Horse Country di Arborea (Oristano), corredato di spazi verdi, piste ciclabili, cavalli, aula magna di 7000 posti, biblioteca etc; ci sono 40 illustri docenti tra i quali lo scienziato Gianluigi Gessa, il critico d’arte Vittorio Sgarbi, gli scrittori Francesco Abate, Michela Murgia e Barbara Alberti, il filosofo Giulio Giorello, il giornalista Giorgio Pisano, il cabarettista Benitu Urgu, il leader del Movimento pastori sardi Felice Floris e, perfino, un cantante, Diablo, al secolo Alessandro Spedicati, voce dei SikitikisLa.
Non mancano le materie di studio, originali ed inconsuete, che rispondono al nome di Francoecicciologia, Infantologia, Poesia, Amore, Tex Willer, Libertà, Divertentismo, Adescamento, Ars amatoria, Coscienza comparata, Paura, Follia; presenti, anche, i primi 100 entusiastici iscritti; a coordinare tutto ciò il preside Massimo Deiana, capo della facoltà di Giurisprudenza di Cagliari; manca solo “Lei“, di cui hanno scritto classici greci e latini, filosofi e poeti, Lei che, negli Stati Uniti, è un valore esplicitamente sancito nella Dichiarazione d’Indipendenza: la felicità.
In un mondo che sembra aver perduto la dimensione uomo a vantaggio del solo dio denaro, in un mondo in cui la stessa natura sembra ribellarsi scatenando l’ira incontrollabile dei suoi elementi, ritrovare un sorriso, la gioia, la serenità sembra quasi una chimera irraggiungibile e, allora, ben venga una scuola con tanto di certificato che ci aiuti a riacquistare la smarrita via.
Al di là della facile ironia, esistono studi scientifici, come quello pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dall’University College di Londra e firmato da Andrew Steptoe e Jane Wardle, in cui viene dimostrato che la felicità riduce fino al 35% la percentuale di rischio di morte .
Il problema è come raggiungerla, celata nei meandri più reconditi dell’area sensitiva del nostro cervello, e dotata di natura bizzarra come ci viene rivelato dai ricercatori della Cornell University, in Usa. “Il buon umore si alza presto al mattino e va a letto tardi la sera. Ma durante il giorno è piuttosto sfuggente, lasciando il posto ai cattivi pensieri”, questa è la conclusione a cui si è giunti analizzando “i cinguettii” che persone di tutto il mondo si scambiano su Twitter. Dunque, dal “bisogno di ammortizzare i fastidi e i dolori della vita”, come spiega Giorgio Pisano, nasce questo ambizioso progetto in terra sarda e, se non sarà felicità, sarà almeno uno “scudo stellare” contro il male di vivere di tal Eugenio Montale.
Adriana Morando