In Estonia un referendum ha sancito che dal 2013 l'accesso ai mezzi pubblici sarà gratuito per tutti: un esempio che si può imitare?
Uno dei settori più colpiti dai recenti e sofferti tagli è quello del trasporto pubblico: scioperi a catena delle principali compagnie locali (martedì scorso Amt con adesione quasi totale, domenica prossima le Ferrovie) mostrano una situazione di crisi che va dalla difficoltà di mantenere costante il numero dei dipendenti e i relativi stipendi, ai “salti mortali” per non tagliare corse negli orari notturni o nei quartieri periferici della città. Una situazione aggravata dalla costante presenza dei portoghesi, ossia le persone che non pagano il biglietto contribuendo alla sempre più difficile sussistenza delle aziende di trasporto pubblico.
E dire che il ricorso al trasporto pubblico è anche un modo per aiutare l’ambiente: se tutti usassero il treno o l’autobus lasciando a casa auto e moto (o non possedendo affatto mezzi privati) si consumerebbe molta meno CO2 e l’aria sarebbe più pulita. Inoltre la minore presenza su strada di mezzi di trasporto privato contribuirebbe a diminuire il traffico, uno dei fastidi maggiori per chi si sposta in autobus in città.
Per queste ragioni in Estonia è stato di recente approvato un referendum che imporrà viaggio sui mezzi pubblici gratuitamente a partire dal 2013. Un modo per incentivarne l’uso e sostenere così l’ambiente, oltre che eticamente corretto: se un mezzo è “pubblico”, dovrebbe poter essere accessibile senza pagare alcun biglietto.
Un esempio replicabile anche da noi? Sarebbe possibile solo se le istituzioni (governo ed enti locali) dessero finanziamenti adeguati alle società di trasporti per autosostenersi senza il contributo dei cittadini, garantendo un numero adeguato di corse e una corretta manutenzione dei mezzi.
C’è da pensare che in Italia la strada per questa soluzione sia ancora molto lontana.
Marta Traverso