Circa 98,5 milioni il limite massimo di spesa per i servizi comunali. Ecco nel dettaglio la distribuzione delle risorse e le principali voci in entrata e in uscita. Ora il tour de force per arrivare alla definitiva approvazione. Inviateci le vostre domande
L’argomento non è certo dei più semplici, ma riguarda da vicino tutti noi genovesi e merita di essere approfondito.
Qui di seguito trovate l’approfondimento relativo al bilancio previsionale del Comune di Genova per il 2013, dopo la presentazione avvenuta ieri a Palazzo Tursi (clicca qui per leggere il documento). Ora il passaggio in commissione e poi la definitiva approvazione entro l’estate.
Scriveteci, inviate le vostre domande a redazione@erasuperba.it, nei prossimi giorni prepareremo ulteriori approfondimenti e, con l’aiuto di professionisti, cercheremo di chiarire i vostri dubbi.
Ci siamo. Sono ufficialmente iniziate le due settimane più lunghe e più calde per l’amministrazione civica della nostra città. Ieri pomeriggio, infatti, il sindaco Marco Doria e l’assessore al bilancio Francesco Miceli hanno illustrato in Sala rossa le linee guida del bilancio previsionale, approvato in mattinata dalla giunta.
Confermando le previsioni, l’Imu per l’abitazione principale sale all’0,8 per mille. Ma a colpire è soprattutto il sostanzioso aumento dell’imposizione sui canoni concordati: l’aliquota per questa partita passa, infatti, dal 7,6 per mille al 9,5. Invariata, invece, l’incidenza sulle seconde case.
«Non fa piacere aumentare l’imposizione fiscale, soprattutto in un paese che ha un’evasione così alta» ha detto il sindaco, Marco Doria. «Ma si tratta dell’unico modo che abbiamo a disposizione per non tagliare servizi essenziali. E la leva principale per i Comuni in questo campo è l’Imu. Una politica di tagli brutali, infatti, non favorisce il rilancio ma ne affossa la possibilità e uccide il sistema pubblico. Riteniamo che sia pesantissima e intollerabile l’imposizione fiscale su imprese e lavoro più che sui redditi, perché rende davvero difficile ipotizzare un rilancio dell’economia. Per questo abbiamo cercato di compiere una scelta evidente sia sulla Tares che sull’Imu. Non c’è un euro di quello che viene prelevato dai cittadini che rimarrà nelle tasche del Comnune».
Così dalla tassa sugli immobili entreranno nei conti di Tursi 21,6 milioni di euro in più per quanto riguarda l’aumento sulle prime abitazioni e 3 milioni per quello sui canoni concordati.
Oltre a questi 24,6 milioni di euro, altri 5 milioni giungeranno da varie azioni previste dall’amministrazione. Nel dettaglio: 1,7 milioni da una riserva di utili accumulata negli anni da Amiu; 1 milioni di euro dall’accelerazione di procedure per il rimborso dell’Iva; 0,9 milioni dal rientro del cosiddetto “prestito d’onore” attivato da Francesca Balzani, quando ricopriva l’incarico di assessore al Bilancio del Comune di Genova; 274 mila euro da una rimodulazione dei costi di iscrizioni alle materne comunali, che varieranno dai 25 a 100 euro all’anno a seconda del reddito. In questo settore, invece, non stati ritoccati i costi dei servizi di ristorazione.
Si arriva così a quei famosi 30 milioni di euro di cui da tempo parla il sindaco Doria, per far salire l’ammontare del bilancio comunale al minimo indispensabile di 830 milioni, 50 in meno rispetto allo scorso anno, grazie a una serie di risparmi virtuosi messi in campo dall’amministrazione, tra cui: 13 milioni di euro recuperati dalla diminuzione di spesa per il personale; 14 milioni arrivati dalla riduzione dello stock di debito e dalla rinegoziazione di mutui; 18 milioni dal fondo svalutazione crediti (cifra accantonata per crediti che si prevedono insoluti) a causa delle minore necessità di accantonamento, dovuta alla riduzione delle entrate; 1,7 milioni arrivano da una generale riduzione delle spese secondo i criteri della spending review.
A tutte queste cifre vanno aggiunti anche i proventi derivati dalla Tares, la tassa rifiuti e servizi che nel 2013 colpirà i genovesi per un totale di poco superiore ai 121 milioni, ovvero 10 milioni in più rispetto alla Tia dello scorso anno. In soldoni, per le utenze domestiche di nuclei famigliari composti al massimo da tre elementi, si tratta di un aumento medio di 30 euro annui. Un ritocco necessario per la normativa nazionale che prevede che l’ammontare del tributo copra integralmente i costi del servizio di Amiu e soddisfi il criterio generale del “chi produce più spazzatura, più paga”.
Non è stata toccata, infine, l’addizionale Irpef già ai massimi consentiti.
Ora la parola passa ai consiglieri chiamati a un vero e proprio tour de force per portare il documento alla votazione in aula prima della pausa estiva (che dovrebbe iniziare ufficialmente il 3 agosto). Un passaggio imprescindibile per il futuro della città perché alcune realtà come Amt, Carlo Felice e Fiera di Genova, oltre a molti operatori del terzo settore, hanno ormai raschiato il fondo del barile e necessitano di ossigeno vitale.
«La precarietà del quadro politico nazionale a corredo della continua fase economica recessiva impedisce il via a quella serie di riforme imprescindibili per uscire da questo scenario» ha detto l’assessore al Bilancio del Comune di Genova, Francesco Miceli. È in questo quadro che, secondo il sindaco Marco Doria, «diventa imprescindibile dare delle certezze. Giungere all’approvazione del bilancio è dunque un atto dovuto nei confronti dei cittadini. La legge avrebbe consentito di procrastinare fino a settembre ma non potevamo tardare ulteriormente per garantire la sopravvivenza di realtà come Amt e Fiera, fondamentali per l’economia della nostra città».
C’è di più. All’approvazione del bilancio, infatti, è vincolato anche l’ottenimento di 25 milioni di finanziamento ministeriale per lo scolmatore del Fereggiano, a cui dovranno affiancarsene altri 18 da parte del Comune che arriveranno tramite apposito mutuo, per la cui accensione è appunto indispensabile avere il bilancio approvato.
Degli oltre 98 milioni disponibili, 36,5 vanno alle politiche sociali e 30 milioni alle scuole e alle politiche giovanili
Per quanto riguarda il 2013, dunque, le direzioni comunali potranno fare affidamento su un plafond (limite massimo di spesa) complessivo di 98 milioni e 487 mila euro. A goderne maggiormente saranno il settore delle Politiche sociali a cui andranno 36,5 milioni di euro (vedi grafico), e quello della Scuola, sport e politiche giovanili per cui sono previsti 30 milioni di stanziamenti. Per un totale di 66,5 milioni di euro.
«È evidente – sottolinea l’assessore Miceli – che se non avessimo previsto la manovra fiscale che porterà nelle casse comunali quasi 25 milioni di euro, tutto il plafond a disposizione delle varie direzioni sarebbe stato assorbito quasi interamente da questi due settori».
Il bilancio 2013 del Comune di Genova: entrate e uscite
Nel suo complesso, il bilancio previsionale del Comune di Genova per il 2013 ammonta a 841 milioni e 750 mila euro. Raggiunti, dunque, e superati grazie all’aumento di gettito derivante dalla Tares, i più volte accennati 830 milioni.
Dal punto di vista delle entrate, la fanno da padrone le voci tributarie, il cui ammontare previsto tocca i 588 milioni. Nel dettaglio, i fondi maggiori arrivano da Imu (279 milioni), Tares (121,7 milioni) e Fondo di solidarietà comunale (107,6 milioni). Solo 101 milioni, invece, i trasferimenti che il Comune riceverà dallo Stato.
«Per il 2013 – ha spiegato l’assessore Miceli – i tagli imposti ai comuni dalla spendig review ammontano a 2 miliardi e 250 milioni. La quota che riguarda il Comune di Genova è di 32,7 milioni, anche se la cifra definitiva è affidata a un decreto ministeriale che si aspettava entro il 30 aprile ma che non è ancora arrivato. Ad ogni modo, dal 2011 le manovre statali hanno provocato una serie di tagli cumulativi che hanno gravato sul Comune di Genova all’incirca per 130 milioni. E si andrà avanti nei prossimi anni. Tutto ciò nonostante l’aumento del contributo finanziario che i Comuni hanno apportato alle casse statali, che dal 2007 ha raggiunto la somma di 14 miliardi, di cui il 40% per tagli alle risorse e il 60% per l’inasprimento del patto di stabilità a livello nazionale».
Naturalmente più articolata la sezione che riguarda le spese correnti. Oltre ai già citati 98 milioni per i servizi comunali, le cifre più interessanti sono quelle che riguardano le società partecipate: 121,7 milioni vanno ad Amiu (l’esatto ammontare della Tares); 89,6 milioni è il salvagente stanziato per il contratto di servizio di Amt; 18,3 milioni, invece, toccano ad Aster. Ma la spesa maggiore, inutile dirlo, è quella che riguarda il personale: ben 222 milioni di euro per i poco meno di 6 mila dipendenti di Tursi. Da citare, infine, anche i 49,5 milioni di accontamento per il Fondo di svalutazione crediti, i 76 milioni di rimborso prestiti, i 37,7 di interessi e i quasi 54 per le spese generali.
Come ha più volte ripetuto il sindaco, Marco Doria, va sottolineato che quello presentato oggi è una sorta di primo tempo del bilancio. Non una manovra cristallizzata, dunque, ma un provvedimento che potrebbe essere ritoccato a settembre, alleviando la pressione fiscale sui cittadini. A partire proprio dalle aliquote Imu, con precedenza ai canoni concordati. Provvedimenti, tuttavia, totalmente subordinati alle decisioni di un governo centrale sempre più incerto. In proposito, l’assessore Miceli ha sostenuto che «il Paese non sia in grado di sostenere l’abolizione dell’Imu sulla prima casa perché in queste condizioni è praticamente impossibile trovare risorse alternative. Potrebbero, invece, nascere delle condizioni per rimodulare la tassazione sulla prima casa, attraverso detrazioni che introducano nuovi elementi perequativi».
Tornando a Genova, invece, la prossima settimana, il bilancio affronterà un serrato passaggio in commissione. Dopo di ché, a cavallo di agosto e con le ferie alle porte, il plenum dei consiglieri tornerà ai riunirsi tutti i giorni, mattino, pomeriggio «e anche notte se fosse necessario», ha sottolineato il presidente Guerello, per giungere alla approvazione definitiva. Almeno fino a settembre.
Nel frattempo, il sindaco lavorerà a una delibera di indirizzo che riveda radicalmente il sistema delle società partecipate del Comune di Genova. Facendo seguito alle voci sempre più incessanti in questi giorni, il primo cittadino ha specificato che «non c’è alcun atto amministrativo che preveda di privatizzare pezzi di Amt. Ed è anche per salvare l’azienda che stiamo spingendo per l’approvazione del bilancio. Certo è che è necessario giungere a un sistema più efficiente, analizzando caso per caso i provvedimenti da prendere».
Sul tema hanno espresso la propria posizione anche i consiglieri di Lista Doria, Sel e FdS con un comunicato stampa nel quale si sottolinea con decisione la contrarietà alla privatizzazione dei servizi pubblici locali del Comune di Genova “in sintonia con la volontà espressa dalla maggioranza degli elettori e delle elettrici nell’accogliere i quesiti referendari del giugno 2011”.
Simone D’Ambrosio