Lo sfogo del titolare Fabio Marabotto: "Siamo su una strada che quotidianamente è sui media come esempio negativo di qualunque cosa"
“Da quasi cinque anni ci diamo da fare per fare il nostro mestiere di librai e per dare un contributo al miglioramento della strada più dimenticata della città: via Prè“.
Con queste parole inizia la lettera scritta a un quotidiano genovese da Fabio Marabotto, titolare della libreria Books in the casba, uno degli spazi culturali più vivi del centro storico, che dopo via Prè ha aperto dall’anno scorso una seconda sede in vico del Fieno.
Una lettera che nasce dalle difficoltà in cui versa la libreria, isolata geograficamente rispetto alle grandi catene della lettura di via XX Settembre o del Porto Antico – in tempi di crisi economica, l’apporto dei “passanti casuali che diventano acquirenti” è fondamentale per qualsiasi attività economica – ma anche e soprattutto vittima di un comportamento sempre più radicato nella nostra città: i genovesi evitano via Prè. Troppi stranieri, troppa delinquenza, troppo di tutto, pare. Neppure la vicinanza con l’Università e strutture come il Museo del Mare hanno contribuito a cambiare la situazione.
Per questa ragione Marabotto ha lanciato un appello ai concittadini: così non si può continuare, è necessaria “una mano per poter dare ancora un futuro a questo nostro pezzo di città“. In che modo si potrebbe contribuire al rilancio di via Prè? Un’idea potrebbe essere quella di sostenere la nascita di nuove attività economiche, certo. Precisamente come indicato da un bando del Comune di Genova, attivo da diversi mesi ma che non ha ancora ricevuto adesioni.
Come lamentato da Marabotto, “Immaginate come possa essere su una strada che quotidianamente è sui media della città come esempio negativo di qualunque cosa: droga, risse e crolli di palazzi“.
Non è forse questa l’immagine che il genovese medio – lo stesso che dopo aver letto questo articolo ha preso a mugugnare per la possibile chiusura della libreria – ha di via Prè?
Marta Traverso
Commento su “Books in the Casba: la libreria di via Prè chiede aiuto alla città”