La media nazionale supera i 19mila euro a famiglia. La diminuzione drastica del reddito pro capite (-2,9% in Liguria, maglia nera secondo l’Istat) è probabilmente una delle cause, e forse la principale, del massiccio ricorso al credito
La borsa firmata, il motorino, i mobili nuovi come quelli della vicina. Il dentista, il funerale della nonna, la facciata del palazzo da rifare. I motivi che portano le persone ad indebitarsi sono i più disparati, e non necessariamente ricorrere ad un finanziamento ha delle valenze negative, questo è ovvio. In Liguria, dove secondo tradizione gli abitanti sono persone morigerate e poco disposte a fare il passo più lungo della gamba, in realtà si ricorre all’indebitamento in maniera piuttosto massiccia, come in ogni altra parte d’Italia. Secondo una ricerca della CGIA di Mestre (Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato), che mantiene un ufficio studi molto attivo in materia economica, ogni famiglia italiana è esposta in media per 19.251 euro, esclusi i finanziamenti alle imprese o agli artigiani. Ma mentre le province lombarde hanno un indebitamento medio di 27.544 euro, in Liguria siamo ad una media di 16.468, che va dai 14.568 di Imperia (la più virtuosa) ai 17.280 di Genova, la città maggiormente indebitata. In questo dato sono compresi anche i mutui per l’acquisto della casa ma, visti gli andamenti del mercato immobiliare, specialmente nella nostra provincia, è difficile immaginare che l’aumento tendenziale dei prestiti (+34,9% dal 2007 ad oggi) dipenda da questa ragione.
Purtroppo la diminuzione drastica del reddito pro capite in Liguria (-2,9%, maglia nera secondo l’Istat) è probabilmente una delle cause, e forse la principale, del massiccio ricorso al credito; in ogni caso, trovare i canali attraverso cui ottenerlo non è un grande problema, e spesso è lo stesso venditore che propone di rateizzare un acquisto tramite finanziarie convenzionate. Una volta si ironizzava molto su chi pagava la crociera a rate, oppure comprava un abito da sposa con una sfilza di cambiali più lunghe del matrimonio stesso. Oggi per che cosa si fanno debiti in Liguria, e a Genova in particolare? Vediamo di capire qualcosa di più con l’aiuto di Luca (nome di fantasia) che segue il credito al consumo presso un primario istituto bancario ligure. «Se dobbiamo fare una “hit parade” delle motivazioni per cui si chiede un prestito, a Genova sicuramente al primo posto c’è l’auto nuova, ed era così anche prima dell’emergenza alluvione. In generale per comprare l’auto non ci si sente particolarmente in colpa ad indebitarsi, anche se talvolta vengono richieste durate tali che, si può ipotizzare, il cliente avrà sostituito la vettura ben prima di aver finito il debito! Durante quel periodo, qualsiasi altra necessità finanziaria abbia, si trova con l’accesso al credito probabilmente bloccato». Eh sì, perché una persona non si potrebbe in teoria indebitare per una percentuale troppo elevata rispetto al reddito totale… «Che poi esistano finanziarie che ti offrono qualunque tipo di pagamento pur di prendersi il cliente, questo non significa che sia opportuno farlo.Tenete presente che, con due sole rate arretrate, si entra nel registro Crif che cataloga tutti i “cattivi pagatori” che restano tali per parecchi mesi anche dopo aver onorato il proprio debito, ed in ogni caso non sono certo agevolati nel futuro ricorso al credito».
Ovviamente non è sempre la voglia di strafare che porta ad indebitarsi. Chiunque, per una serie di motivi, si può trovare a corto di liquidi. Per fortuna ci sono i pensionati, che nella nostra regione stanno diventando la vera stampella alla crisi. Molte famiglie vanno avanti grazie all’impegno quotidiano dei “nonni” e non solo in termini di aiuto pratico, ma anche e soprattutto economico. «Non sa quante richieste abbiamo che sono state accolte proprio grazie alla “seconda firma” del pensionato di turno!». Casi, purtroppo sempre più numerosi, in cui chi chiede il finanziamento è già impegnato con altre rate, e ovviamente non si può superare una certa percentuale del reddito totale, di solito intorno al 30%. E chi non riesce ad avere questa seconda firma? «Si può ricorrere alla cessione del quinto (in pratica viene liquidata una somma in base allo stipendio annuale e su quella si trattiene una rata non superiore al quinto dello stipendio direttamente in busta paga o dall’Inps, ndr), ma se anche questa strada è già stata percorsa, il soggetto dovrebbe cercare il più possibile di evitare la spesa, in caso contrario è molto facile che si ricorra a canali “paralleli” che quasi automaticamente significano cadere nelle mani degli strozzini, che anche qui a Genova hanno purtroppo un buon giro d’affari».
Per proteggere ed aiutare le persone cadute in questo genere di trappole, o che sono comunque a rischio usura, è nata a Genova nel 1996 la Fondazione Santa Maria del Soccorso per iniziativa dell’allora arcivescovo di Genova, il Cardinale Tettamanzi. Finanziata da enti pubblici (Sezioni Antiusura del Ministero dell’Interno e del Dipartimento del Tesoro) e privati, si avvale del lavoro di una cinquantina di volontari.
Ma l’orizzonte del credito non è fisso, si muove sempre, ed ecco comparire il Social Lending di Smartika (ed esiste anche Prestiamoci): in pratica si tratta dei prestiti diretti fra privati, dove chi ha del denaro da investire lo mette a disposizione guadagnando un interesse superiore a quello che si vedrebbe riconoscere dalla propria banca, mentre chi ne ha bisogno ottiene un prestito a condizioni nominalmente inferiori (non sempre sostanzialmente) e soprattutto una valutazione del merito, si dice, meno severa.
Bruna Taravello
L’articolo integrale su Era Superba #58