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Con Post-it, spettacolo a cura di Teatro Sotterraneo, si chiude la prima stagione del Cantiere che ha dato voce alle compagnie emergenti italiane. E già si pensa al lavoro per il prossimo anno
Con lo spettacolo Post-it (in scena da oggi sino a sabato 9 marzo, a cura di Teatro Sotterraneo, giovane compagnia teatrale fiorentina) il Cantiere Campana del Teatro della Tosse chiude la sua prima stagione. Dieci spettacoli tutti diversi fra loro e caratterizzati da un unico comune denominatore: compagnie giovani, ricerca e sperimentazione. Non spettacoli di cartello che richiamano facilmente pubblico ai botteghini, ma un’offerta culturale che mette al centro il testo e la compagnia.
Abbiamo fatto il punto con il responsabile del progetto, Yuri D’Agostino: «Devo dire che mi ritengo soddisfatto di questa prima stagione del Cantiere Campana. Ovviamente è difficile che spettacoli così differenti possano avere sempre incontrato il gusto di tutti, ma abbiamo voluto portare il più ampio ventaglio possibile di offerta agli spettatori, soprattutto per far conoscere il fortissimo fermento culturale che c’è in Italia se si va a grattare sotto le patinature e le rappresentazioni che sanno più di archeologia teatrale che di cultura».
«Vorrei anche far notare il coraggio che ha avuto il Teatro della Tosse. In un periodo in cui, economicamente parlando, sarebbe più “utile” portare in scena solo testi di sicuro impatto e con attori conosciuti, la Tosse ha scelto di investire una sala e metà della sua stagione in un progetto di “semina” invece che di “raccolta”».
Ma il progetto Cantiere Campana non è solo spettacolo. E’ anche comunità, con l’iniziativa “Sostenitori” si è cercato di coinvolgere gli spettatori anche prima e dopo la rappresentazione teatrale: «Sapevamo che in una città come la nostra sarebbe stato complicato… ma volevamo dare al pubblico diversi gradi di partecipazione: al Cantiere Campana si può arrivare 2 minuti prima dell’inizio dello spettacolo e andarsene subito dopo gli applausi, oppure si può arrivare anche un’ora prima e prendersi insieme un aperitivo con buffet al Cafè Ubu, il bar del teatro. Oppure ci si può fermare al termine dello spettacolo per un incontro con gli artisti. O ancora non andarsene mai del tutto, partecipando sul sito, su Facebook, andando insieme ai laboratori o a visitare mostre o altri eventi».
Quale è stata la risposta della città? Sia per quanto riguarda le presenze in sala che la partecipazione al progetto nella sua interezza… «Bisogna dire che Genova ha risposto bene, in questi mesi ho avuto modo di conoscere persone meravigliose che altrimenti sarebbero rimaste degli sconosciuti. Anche in serate in cui in città c’era una offerta culturale di tutto rispetto abbiamo sempre mantenuto uno zoccolo duro di spettatori che sceglieva di passare la serata con noi. Tra l’altro, in linea con la tradizione del teatro, il biglietto è sempre stato decisamente “popolare”; venire a teatro da noi costa meno che andare al cinema e per gli under 28 le convenzioni si estendono anche alla sala Trionfo».
«Naturalmente di cose da migliorare ce ne sono – continua D’Agostino – più che altro si tratta di errori in cui può esser facile incappare quando si porta avanti con entusiasmo un progetto totalmente nuovo. Creare una comunità di persone unite da una passione ma diverse in tutto il resto è tanto stimolante quanto complicato. Di sicuro la prossima stagione lavoreremo affinché aumenti la percentuale di pubblico che vuole dire la sua e sia interessato a condividere altre attività con i Sostenitori. Abbiamo cercato di rendere il sito e la pagina Facebook non una vetrina dove il teatro si mette in mostra, ma una piazza dove tutti possono partecipare; ci siamo riusciti solo in parte e la prossima stagione saremo impegnati a migliorare questo risultato».
Il Cantiere Campana non termina sabato con l’ultima replica di Post-it. Verrà ospitata la terza edizione del Bando Pre-visioni dedicato alle compagnie del territorio genovese e ligure. Poi si inizierà a lavorare per la prossima stagione.