La travagliata storia della sanità in Val Polcevera e nel Ponente genovese raccontata al candidato premier del centro-sinistra; un dettagliato atto di accusa alla parte politica che governa città e regione da lungo tempo
Il Comitato per la salvezza dell’ospedale di Sestri Ponente scrive una lettera aperta al segretario nazionale del Partito Democratico, nonché candidato premier del centro-sinistra, Pierluigi Bersani, per contestare la politica sanitaria della Regione Liguria, raccontando la travagliata storia della sanità in Val Polcevera e nel Ponente genovese a partire dall’avvento, nel 2005, della Giunta regionale di Burlando, affiancato dall’altro Claudio, Montaldo, come assessore alla Sanità.
Nello stesso anno arriva lo stop al famoso “ospedale di Vallata” «La Regione interruppe l’appalto indetto dal centrodestra, per la costruzione di un nuovo ospedale in Valpolcevera, vinto dalla Pirelli Re – spiega il comitato – si saranno pagate delle penali, ma una delle motivazioni per non costruire, era che, trattandosi di un project financing, il privato avrebbe gestito per anni le pulizie, i pasti, la lavanderia e cose simili, quindi Montaldo, che affermava di essere per la sanità pubblica, non aveva condiviso: bene! La seconda motivazione era meno credibile: non condivideva il sito prescelto, l’ex area industriale Mira Lanza a Teglia». Peccato però, sottolinea il comitato che «La scelta era stata fatta dal Comune di Genova, quando Claudio Montaldo era vicesindaco».
Nell’estate del 2006 «Dopo aver chiuso la Chirurgia dell’Ospedale di Sestri, trasformata in day surgery, l’assessore Montaldo annunciava che avrebbe costruito il Nuovo Ospedale del Ponente ma che nel frattempo avrebbe riorganizzato gli ospedali di Sestri e Rivarolo – continua la missiva – tradotto dal politichese all’italiano, intendeva chiudere i due ospedali. Fu logico controbattere che prima si costruiva il nuovo ospedale e poi si sarebbero chiusi gli altri. I Sestresi insorsero, raccolsero le firme (su 54.000 abitanti furono raccolte 16.000 firme), si tennero assemblee infuocate e manifestazioni con cortei a cui parteciparono anche le ambulanze delle Pubbliche assistenze».
«Nel 2007 Claudio Burlando dichiarò: “State tranquilli, non taglieremo altri servizi fin quando non sarà costruito il Nuovo Ospedale del Ponente” – ricordano i firmatari della lettera – Nel frattempo l’Ospedale Celesia di Rivarolo veniva chiuso (avevano creduto a Montaldo) e ora la Regione vuol vendere quell’immobile, l’Ospedale di Sestri invece, era salvo, ci eravamo fidati di Burlando!».
Senza dimenticare il balletto sul sito ideale per costruire il Nuovo Ospedale del Ponente «Il Comune, a guida Pd, individuava diversi siti ma la Regione, sempre a guida Pd, voleva si decidesse per il sito di Villa Bombrini a Cornigliano – racconta il comitato – Dopo tre anni di balletti, Comune e Regione, concordarono per Villa Bombrini».
Nel frattempo «I finanziamenti recuperati dalla soppressione dell’appalto per il nuovo ospedale in Valpolcevera e che Montaldo aveva assicurato servissero per il Nuovo Ospedale del Ponente, venivano gentilmente donati all’ospedale privato Galliera, con i “ringraziamenti del cardinal Bagnasco” – spiega l’ex parlamentare (Ds) Aleandro Longhi, membro del comitato di cittadini – Il Galliera ha già speso tre milioni dei cinquantatre ricevuti, per realizzare il progetto di un mega ospedale con relativa speculazione edilizia su parte del vecchio ospedale. Quel progetto probabilmente non si realizzerà mai, poiché il Galliera era intenzionato a contrarre un mutuo con interessi a carico della Regione, non consenziente, ma altresì perché un ricorso al Tar, ha bocciato il progetto.Chi pagherà per quei tre milioni di euro pubblici sprecati?».
Sono passati 6 anni e mezzo dall’annuncio della Regione di costruire il nuovo ospedale del Ponente «I finanziamenti previsti sono spariti – continua Longhi – la Regione sembra che voglia sostenere che il sito da lei scelto non sarebbe bonificabile in quanto in passato era un’area utilizzata dalle acciaierie. Bella scoperta: che ci abbiano mentito? Ma gli amministratori pubblici possono permettersi di mentire? Circa un anno fa, prima di Natale, nonostante Burlando avesse assicurato che non avrebbe tagliato i servizi nei nostri ospedali, sono ricominciati i tagli e gli annunci di nuovi tagli. È stato chiuso il Centro Ictus di Sestri, poi la Chirurgia e la Cardiologia di Pontedecimo, il Pronto soccorso di Sestri, dove si vuol anche chiudere la Neurologia e la Psichiatria per acuti. I due ospedali stanno chiudendo e l’unico ospedale pubblico del Ponente, il Villa Scassi di Sampierdarena, sta esplodendo».
«Devi sapere, caro Bersani, che Ponente e Val Polcevera contano una popolazione di oltre 300 mila persone, circa la metà dell’intera popolazione di Genova: sono le zone operaie, le zone rosse, quelle che hanno permesso la vittoria di Burlando nel 2005 e nel 2010 – sottolinea Longhi – Possibile che i due terzi dei servizi sanitari per acuti siano sempre più concentrati nel centro Levante, nelle zone “bene” di Genova e che, non solo si finanzi la sanità privata per subalternità alla Curia, ma si tagli dove già vi è scarsa sanità e molti sono i fattori di rischio, quali il porto, le acciaierie, il cantiere, le grandi fabbriche, i depositi petroliferi, la discarica e via elencando».
L’ex Senatore Longhi ricorda le diverse manifestazioni dei cittadini contro la politica sanitaria della regione e gli incontri con l’assessore Montaldo che «Ha continuato a raccontarci le sue favole. È riuscito persino a dire che è sua intenzione realizzare l’ospedale del Ponente. Il nuovo nosocomio sarebbe stato finanziato con i fondi Fas, quegli stessi fondi che qualche giorno dopo ha dichiarato che sarebbero serviti per finanziare le piastre ambulatoriali di Pegli e Voltri, ma poco dopo sono spuntati anche i fondi europei. Infine Burlando ha dichiarato che dovevano intervenire i privati».
«Alcuni componenti dei nostri Comitati per la Salvezza degli ospedali del Ponente, elettori del Pd, hanno cominciato a raccogliere firme di altri elettori del Pd, che non voteranno più per il tuo partito se la Regione non tornerà indietro e non manterrà gli impegni pubblicamente presi – conclude Aleandro Longhi – In Regione il Pd è rimasto il solo a sostenere i tagli. Non portano in consiglio i provvedimenti presi dal direttore della Asl 3 Genovese poiché, giustamente, i gruppi consiliari di Sinistra Ecologia Libertà e Federazione della Sinistra, che sono in maggioranza, voterebbero contro e noi per questo li ringraziamo. Noi continueremo la nostra protesta con manifestazioni e raccolta di firme tra gli elettori del Pd. Ti chiediamo di impegnarti perché la politica si faccia seriamente, non si menta ai cittadini e non si colpisca sempre la parte più debole della popolazione».
Matteo Quadrone
Foto di Daniele Orlandi