Le linee di indirizzo deliberate dal Consiglio comunale scongiurerebbero ulteriori tagli al terzo settore. Bisogna però attendere la redazione del bilancio preventivo 2013 che avverrà entro agosto. Le anticipazioni del sindaco
Approvata all’unanimità la tanto attesa delibera di indirizzo di iniziativa consigliare a sostegno del sistema del welfare e del terzo settore, 30 i voti favorevoli (più l’appoggio esterno di Paolo Putti, capogruppo M5S, uscito dall’aula al momento del voto per evitare conflitti di interesse con il suo lavoro di educatore). Un esito già ampiamente annunciato, dato il complesso iter preparatorio del documento, condiviso trasversalmente da tutti i gruppi politici presenti in Sala Rossa e dalla giunta stessa. «L’iniziativa consigliare – ha detto il sindaco, Marco Doria – fissa il principio dell’importanza del settore del welfare nella nostra idea di società che guarda ai più deboli».
Il lungo percorso del provvedimento, come ha avuto modo di ricordare il presidente del Consiglio comunale, Giorgio Guerello, ha visto la convocazione di ben 45 sedute di commissione, con infinite audizioni. Processo infinito che è giunto a compimento dopo un’altrettanta approfondita discussione in aula, accompagnata dalla presenza di rumorosi e colorati manifestanti del terzo settore.
Diverse le linee di indirizzo deliberate dall’assemblea che vincolano la redazione del bilancio preventivo da parte della giunta. Tra queste, sottolineiamo: la realizzazione di iniziative “volte a esercitare una forte pressione politica” affinché il governo nazionale garantisca “il mantenimento di politiche di welfare degne di un paese civile”; la costruzione di un patto cittadino per il welfare che “coinvolga tutti gli attori delle politiche sociali nella definizione di un progetto comune di in grado di coordinare, attorno ad una visione strategica condivisa, attori e sistemi”; la promozione di un grande evento cittadino che sensibilizzi i genovesi “sulle gravi conseguenze che un drastico disinvestimento sulle politiche di welfare può provocare sulla qualità della convivenza civile, sul grado di coesione sociale e, in definitiva, sulle politiche legate alla sicurezza ed alla prevenzione dei fenomeni di devianza, microcriminalità e delinquenza diffusa sul territorio”. Ma soprattutto, la già ampiamente annunciata “indicazione per la predisposizione del bilancio comunale 2013” di evitare “la contrazione delle risorse destinate al welfare, attraverso l’analisi di fattibilità di piani di riorientamento di risorse a favore dei servizi sociali”.
A tale proposito, è stato anche approvato un ordine del giorno a firma Guido Grillo (Pdl) che, tra le altre cose, sollecita la giunta alla presentazione del bilancio previsionale in tempi rapidi. Hanno riscontrato l’approvazione dell’aula anche altri due ordini del giorno, tra loro piuttosto eterogenei, proposti dal consigliere Enrico Musso che impegnano sindaco e giunta a “promuovere in tutti i municipi servizi di distribuzione di pasti a domicilio” e a istituire un registro degli assistenti familiari (badanti).
Per sapere se verranno definitivamente scongiurati i tagli al terzo settore e quindi la conferma dei 40 milioni stanziati nel 2012, non resta che attendere la redazione del bilancio preventivo da parte della Giunta. Il termine ultimo previsto dallo Stato è la fine del mese di settembre, ma il sindaco Doria ha più volte annunciato la volontà di giungere alla discussione in aula prima della pausa estiva «per dare qualche elemento di certezza a un quadro di precarietà ormai insostenibile». La sensazione è che, non senza un’accelerata decisiva dei lavori della giunta, entro agosto il Comune di Genova possa finalmente avere il suo bilancio per il 2013. Il Consiglio, infatti, ha dato la propria disponibilità a discuterne fino al 2 agosto, dopodiché scatteranno le ferie.
Il nodo cruciale ormai è chiaro da tempo. Nel 2013 il Comune di Genova può contare nel suo complesso su 82 milioni in meno di liquidità in parte corrente: 882 milioni di euro era stato l’ammontare per il 2012 (anche se la spesa in bilancio consuntivo è salita a 925 milioni), 800 milioni sarà la disponibilità totale per quest’anno. Una diminuzione di risorse del 10% circa che è dovuta a diversi provvedimenti statali: 33 milioni sono causati dai mancanti trasferimenti nazionali in seguito alle manovre finanziarie volute da Tremonti e Monti; altri 20 milioni in meno sono la conseguenza di una norma nazionale che vieta di inserire in parte corrente nell’anno successivo gli avanzi d’esercizio dell’anno precedente, che invece devono andare a finanziare il debito; infine, altra riduzione di 12 milioni deriva dall’impossibilità di inserire in conto capitale le plusvalenze derivanti dalla vendita di immobili pubblici.
«Ma alla nostra città per sopravvivere senza dover tagliare servizi essenziali – ha ribadito il sindaco, Marco Doria, ai consiglieri – servono 830 milioni di euro. Con grandi sforzi, abbiamo previsto un risparmio di spesa pubblica (rispetto agli 882 milioni del 2012 n.d.r.) per 50 milioni di euro, pari a circa il 6%. Abbiamo cercato di eliminare gli sprechi e ridurre l’indebitamento, come già successo nel ciclo amministrativo precedente. Ma sotto questa soglia dovremo per forza procedere con tagli dolorosi e, per me, insostenibili perché inciderebbero sulla qualità dei servizi».
Per capire come verrà coperto questo buco non resta che aspettare la discussione sul bilancio. Senza dimenticare che tutti questi conti, tengono già presente l’aumento dell’Imu, ancora assolutamente in discussione. «Non voglio affrontare la discussione sul bilancio – ha proseguito Doria – giungendo a una contrapposizione tra settore e settore. Dobbiamo evitare la lotta del tutti contro tutti: io sono per una solidarietà tra lavoratori. È facile, infatti, essere solidali a parole ma non voler mollare un euro di ciò che si ha in più degli altri. Dobbiamo aver ben presente che in alcuni settori, come quello del welfare, tagliare i servizi significa anche mandare a casa dei lavoratori. In altre realtà, invece, i sacrifici possono essere affrontati da tutti i lavoratori con forme di solidarietà che consentono di mantenere il posto».
Concetti che il primo cittadino ha espresso direttamente anche ai rappresentati del Forum del Terzo settore, nel corso della temporanea sospensione della discussione in aula per consentire l’incontro con i capigruppo e la giunta. Un incontro che, in maniera piuttosto inconsueta ma sintomatica della crucialità del tema, è rimasto aperto anche ai giornalisti.
E proprio in questa sede il primo cittadino ha anticipato alcuni provvedimenti allo studio da parte della giunta, per scongiurare tagli insostenibili: «Ad esempio, nel capitolo del terzo settore c’è una voce che riguarda il trasporto dei disabili per le cure mediche. Questo servizio in tutte le principali città italiane è garantito dalle Regioni, mentre a Genova per tradizione se ne è sempre fatto carico il Comune. Parliamo di cifre sull’ordine di grandezza dei 2 milioni di euro. Naturalmente non vogliamo tagliare queste spese, ma vorremmo poter destinare le somme ad altri interventi in campo sociale».
Come tutte le settimane, anche questa seduta del Consiglio comunale spostata straordinariamente al giovedì, è stata anticipata dai consueti articoli 54. Tra le interrogazioni a risposta immediata che i consiglieri hanno posto alla giunta, ve ne sono un paio di particolare interesse.
La prima, presentata dai consiglieri Paolo Gozzi (Pd) e Guido Grillo (Pdl), riguarda il futuro della piscina Sapio di Multedo, assegnata per bando al gruppo “Nuotatori genovesi” e che vissuto parecchie controversie a seguito del ricorso al Tar da parte degli altri concorrenti. Benché il tribunale amministrativo abbia confermato la bontà della graduatoria, i lavori di ristrutturazione da parte della società aggiudicatrice non sono mai cominciati. I ritardi pare siano dovuti alle cattive condizioni in cui è stata trovata la piscina, peggiori del previsto, come la presenza di amianto e la mancanza del sistema fognario. Per porre fine a questa infinita situazione, l’assessore allo Sport, Pino Boero, dopo aver dichiarato la disponibilità del Comune ad andare incontro alle richieste dei vincitori, per quanto di competenza amministrativa, ha annunciato che entro la prossima settimana, se il gruppo “Nuotatori genovesi” non inizierà i lavori si vedrà revocata la concessione.
La seconda interrogazione, invece, ha visto intervenire i consiglieri Enrico Pignone (Lista Doria) e Gian Piero Pastorino (Sel) per chiedere delucidazioni in merito alla presenza di materiale radioattivo al porto di Voltri. L’assessore all’Ambiente, Valeria Garotta, ha spiegato che è stato attivato in Prefettura un tavolo per mettere a punto le modalità restituzione del container al paese di provenienza: benché, infatti, i frammenti di radio trovati siano già innocui a 2 metri di distanza, è necessario seguire una serie di norme particolarmente restrittive a causa della pericolosità del materiale. Si tratta del secondo ritrovamento di questo tipo nel levante genovese, dopo la pastiglia di cobalto rivenuta in un container nel luglio 2010.
Da segnalare, infine, l’approvazione all’unanimità di ordine del giorno presentato dal consigliere Antonio Bruno (FdS), anche questo già anticipato, che impegna il sindaco ad “attivarsi presso il Prefetto, affinché sia aperta una moratoria sugli sfratti per morosità incolpevole”.
Simone D’Ambrosio