Venerdì 22 e sabato 23 marzo i Giardini Luzzati e piazza Sarzano animati da un festival di musica dal vivo. Un primo passo per raccontare i progetti di rinascita del quartiere: ne parliamo con Massimo Cudillo del CIV
Venerdì 22 e sabato 23 marzo 2013 il Civ di Sarzano si anima con due giorni di festival di musica dal vivo, con un ricco programma di concerti, animazioni e laboratori.
Un’iniziativa che vede coinvolte due importanti location del centro storico: piazza Sarzano e i Giardini Luzzati. Per capire l’importanza di questo evento abbiamo contattato Massimo Cudillo del Civ di Sarzano: «Sarzano in Festival è l’inizio di un percorso per la riqualificazione del quartiere: in questa occasione si esibiranno numerosi artisti, dai giovani (ad esempio le Barche a Torsio, grupppo folk genovese) ai più esperti (come il gruppo Folcloristico “Città di Genova” che si esibirà in costumi del 700/800 con tutto il loro repertorio) ai più tradizionali (ad esempio i Trallallero con “i Canterini della Valbisagno”), tutto esclusivamente in lingua Zeneize. In tutte queste manifestazioni possiamo contare sull’aiuto di Confesercenti, della Camera di Commercio e del Municipio Centro Est, che ci aiutano a interagire con il Comune di Genova e a sviluppare le esigenze che solo la gente del luogo vede e sa come poter valorizzare, abitandoci quotidianamente».
Cosa si vedrà dunque in Sarzano in Festival? L’evento si svolgerà venerdì 22 e sabato 23 marzo in diversi spazi tra piazza Sarzano e i Giardini Luzzati. Si parte il venerdì sera ai Luzzati con il concerto e laboratorio di Ri-Percussioni Sociali (ore 22) e in Porta Soprana con il Duo Kabu (ore 23).
Il sabato ai Luzzati nel pomeriggio, dalle 15 con animazioni per bambini e un laboratorio musicale per bambini con materiali di riciclo. A seguire Schegge di Culture, incontro a cura di Rete Genova Plurale (ore 19) e concerto di rumba tradizionale afrocubana (ore 22). In piazza Sarzano si parte dalle 18 con un festival di musica d’autore de Zena: in programma i concerti di Gruppo Folclorico Città di Genova, i Trallallero con i Canterini della Valbisagno, Andrea Incandela (vincitore del microfono d’oro del festival musica Genovese), il duo Barche a Torsio e dj-set finale.
In entrambe le serate, nel Chiostro di Sant’Andrea, house music a cura dell’associazione culturale Motel1989.
Come si integra questo evento con le attività che da tempo si realizzano nel quartiere, come la Festa di Carnevale dello scorso febbraio? «Il CIV è stato fondato nel 2010 per offrire, con l’aiuto di tutti i commercianti e degli abitanti, una nuova vità sociale al quartiere e per far riscoprire le proprie bellezze artistiche. Ciò è possibile anzitutto, in quest’epoca multietnica, facendo riscoprire alla gente le proprie origini, con feste tradizionali che servono per rafforzare quello che in questi anni si è un po’ perso, ovvero lo spirito che ci lega alle nostre radici. Gli eventi realizzati di recente sono stati accolti con grande entusiasmo dagli abitanti della zona, oltre che dalla gente accorsa dai quartieri vicini per unirsi ai festeggiamenti».
Infine, quali sono i progetti per il futuro? «Quest’anno sarà allestito un mercatino fisso vicino al chiostro del Museo di Sant’Agostino, stiamo inoltre lavorando per poter avere in piazza, una volta alla settimana, anche un mercatino di merci varie che riempia di vita e colori questo quartiere, che è ormai diventato un grosso parcheggio grigio senza alberi. Il prossimo progetto di riqualificazione verrà presentato durante la Notte Bianca negli spazi dei Giardini Baltimora (meglio conosciuti ai più come Giardini di Plastica) e avrà nome LiveLife: stiamo organizzando una pulizia e un abbellimento attraverso delle forme d’arte contemporanea o Street Art, già attive in grandi città europee come Berlino, Londra e Parigi, e che riconsegnerebbero alla città un’area verde in pieno centro per metterla a disposizione della comunità (per esempio come giardino per portare fuori i nostri animali domestici o dove creare delle zone per i più piccini con gonfiabili o altro)».
Marta Traverso
[foto di Daniele Orlandi]