La discarica è nuovamente chiusa dalla mezzanotte, ma la relazione di oggi dei tecnici della Protezione Civile nazionale consente la riapertura ordinaria entro 24-48 ore. Garotta: «non ci sono spostamenti di rifiuti all’interno della discarica». Sul tavolo dei consiglieri anche la delicata questione Buridda
Giornata particolarmente intensa quella trascorsa ieri nella Sala Rossa di Palazzo Tursi, dove i consiglieri comunali si sono confrontati su alcune delle questioni più calde in città, scaldando i motori in vista della prossima discussione sul bilancio. All’ordine del giorno sono, infatti, stati iscritti due articoli 55, discussioni aperte dalla giunta e seguite da un intervento per ciascun gruppo consiliare, sulla situazione di Scarpino e sullo sgombero del Lsoa Buridda e la successiva occupazione dell’ex scuola Garaventa.
Dopo un antipasto colorito del leghista Edoardo Rixi che ha piazzato sotto i banchi della giunta due sacchi di spazzatura dicendo che non avrebbe saputo dove altro conferirli, la continua emergenza Scarpino è tornata a far discutere il Consiglio comunale. La discarica, come previsto dall’ordinanza della Provincia, nella notte è stata nuovamente chiusa nell’ansiosa attesa del responso dei tecnici della Protezione civile nazionale che, in giornata, dovrebbe dare il via libera alla riapertura ordinaria.
Ma se ciò non dovesse accadere? Se questa malaugurata ipotesi dovesse verificarsi, l’assessore Garotta ha annunciato, per la prima volta senza alcuna ambiguità, che il sindaco sarebbe pronto a firmare l’ordinanza che consentirebbe di continuare a scaricare la “rumenta” a Scarpino. Certo, bisognerebbe fare anche molta attenzione alle motivazioni con cui gli esperti della protezione civile confermerebbero la chiusura «perché – come sostiene provocatoriamente Enrico Pignone, capogruppo Lista Doria e senza dubbio il più esperto della tematica tra i consiglieri (e, probabilmente, non solo) – a quel punto si ammetterebbe un serio rischio di incolumità per gli abitanti di Sestri per cui dovrebbe essere approntato un piano di evacuazione. Speriamo che queste preoccupazioni rimangano solo parole e, da un problema quale è, Scarpino non si trasformi in un incubo, come successo a Napoli».
L’assessore comunale all’Ambiente sembra comunque ottimista: «Non abbiamo certo elementi per anticipare l’esito dei tecnici – ha detto Garotta – ma i dati topografici raccolti in questi ultimi giorni proprio su input della protezione civile nazionale confermano che non ci sono spostamenti di rifiuti all’interno della discarica».
Ecco allora aprirsi l’orizzonte sul futuro, un futuro che i consiglieri avranno ampiamente modo di discutere nel corso di un’apposita seduta di commissione giovedì e di una seduta monotematica di Consiglio comunale, in calendario martedì prossimo. «Ma anche se Scarpino riaprisse – anticipa i tempi il capogruppo del Pdl, Lilli Lauro – che cosa succederà poi?».
Una preoccupazione ripresa anche da Simone Farello: «Il problema di Scarpino – ha detto il capogruppo del Pd– non può essere risolto solo con un cambiamento del soggetto che emana la deroga (dalla Provincia al sindaco, ndr). La delibera sulle partecipate (qui l’approfondimento) prevedeva che Amiu presentasse un piano industriale dettagliato (qui le anticipazioni ad Era Superba del presidente Amiu Marco Castagna): mi sembra che dopo 7 mesi sia giunto il momento che questo piano arrivi». Farello mette anche sul piatto un altro tema non proprio da sottovalutare e che chiama in causa l’ormai prossima costituzione della Città Metropolitana (qui l’approfondimento): «Riterrei sciagurato – ha detto l’ex assessore alla Mobilità – che il Comune non si assumesse la responsabilità di affrontare anche i problemi di tutti gli altri Comuni limitrofi che ad oggi conferiscono a Scarpino». In altre parole: occhio perché con l’ordinanza potremmo risolvere in parte la nostra emergenza ma che cosa succede a chi tra qualche mese sarà un tutt’uno con noi?
“Dall’esame della documentazione – comunica il commissario della Provincia Piero Fossati in una nota stampa – sono emersi elementi confortanti sulla stabilità e su tutte le altre questioni tecniche del sito di Scarpino. Su questa base la Provincia entro le prossime 24-48 emanerà l’atto, sul quale sono già al lavoro i tecnici, per la revoca della sospensione
dell’attività della discarica”.
Grande attesa c’era anche per le conseguenze politiche dopo la mala gestione della situazione Buridda. Conseguenze che al momento non sembrano essere così immediate. In realtà, come ammesso dallo stesso Doria, l’assessore a Diritti e Legalità Elena Fiorini aveva rimesso il proprio mandato nelle mani del sindaco con una lettera in cui veniva comunque chiarito il lavoro svolto nel tentativo di risolvere la questione. Ma il primo cittadino le ha confermato piena fiducia: «Ho apprezzato la lettera dell’assessore – ha dichiarato in Sala Rossa il primo cittadino durante un lungo intervento in cui ha ripercorso tutte le tappe che hanno portato alla situazione odierna – e ho ritenuto di non ravvisare nel suo comportamento delle responsabilità specifiche e gravi tali da indurmi ad accettare le sue dimissioni». Crisi scongiurata, dunque. Almeno per il momento.
Dopo i toni piuttosto accesi che nei giorni passati avevano lasciato presupporre l’ennesima spaccatura in seno alla maggioranza, con un batti e ribatti sui social network e sulle pagine dei quotidiani locali tra il Pd e la Lista Doria, si attendeva anche una sorta di resa dei conti riguardo la partecipazione delle consigliere Bartolini e Pederzolli alla manifestazione di sabato scorso poi sfociata nell’occupazione della Garaventa. Ma sull’argomento hanno fatto leva soprattutto gli interventi dell’opposizione, che hanno chiesto tra l’altro le dimissioni dei due membri di Lista Doria, mentre il capogruppo Pd, Simone Farello, stemperando in parte i toni accessi soprattutto dal segretario provinciale del suo partito, si è limitato a sottolineare come «le istituzioni debbano essere coese al loro interno. Siamo i primi ad avere grande rispetto per le piazze e le manifestazioni ma queste hanno un senso solo se conducono alla soluzioni dei problemi che vanno raggiunte dentro alle istituzioni democratiche».
Lista Doria, dal canto suo, respinge gli attacchi degli ultimi giorni con le parole del capogruppo Enrico Pignone che sottolinea, ancora una volta, come la manifestazione non fosse contro il sindaco o la giunta: «Era doveroso essere presenti perché bisogna restare in ascolto di quei giovani. Mantenere un dialogo assieme all’Arci e alla Comunità di San Benedetto non è un atto rivoluzionario contro l’amministrazione». Da registrare anche come le due consigliere più giovani dell’emiciclo abbiano incassato la solidarietà del grillino Putti: «Mi scuso con chi ha partecipato alla manifestazione perché non ero con loro. Alle consigliere di Lista Doria non dico nulla perché sarei andato con loro».
Di certo la questione Buridda non può essere liquidata in questa maniera ma è difficile intravedere una soluzione in tempi rapidi. La speranza, come sottolineato dai consiglieri di maggioranza che sono intervenuti nel dibattito, è che riparta quanto prima il dialogo e il confronto tra le parti e che possa essere decisamente più fruttuoso di quanto non sia stato finora. Ma le difficoltà a trovare un punto di incontro sono oggettive: da un lato, il collettivo del Buridda ha sempre recriminato sull’insufficienza degli spazi al primo piano del Mercato del pesce, concesso con un accordo risalente al dicembre 2011 con cui veniva anche istituita l’associazione cittadina degli spazi autogestiti con don Gallo come garante; dall’altro, l’Amministrazione sostiene di non avere in centro la disponibilità di spazi equivalenti a quelli precedentemente occupati dai ragazzi ma che sia per l’edificio di via Bertani (come ci aveva ben spiegato il vicesindaco Bernini) sia per l’ex scuola Garaventa (in cui è previsto il trasferimento di uffici e servizi pubblici attualmente in strutture per cui il Comune è costretto a versare un canone d’affitto) vi sono altri progetti.
Ma nel frattempo che fine faranno tutte le attività del laboratorio? «Di tutte le attività che i ragazzi del Buridda in questi anni hanno offerto alla città – ha sottolineato nel suo intervento il capogruppo del M5S, Paolo Putti – qua dentro abbiamo parlato pochissimo. Abbiamo parlato, invece, di soldi da recuperare con la vendita di immobili o con lo spostamento di alcuni servizi: ma quanto valgono i laboratori organizzati tutti i giorni dal Buridda? Dobbiamo riconoscere i giovani e lasciargli spazi: non dobbiamo tarpargli le ali ma accompagnarli nella mediazione con la comunità che sta attorno a loro». Difficile dargli torto.
Simone D’Ambrosio