Secondo i dati della Comunità di Sant’Egidio dal 2008 sono quadruplicati i pasti offerti dai volontari ed è cresciuto anche il numero dei senzatetto. L’assessore Dameri evidenzia anche le debolezze dell’assistenza socio-sanitaria
Al centro degli impegni della Giunta Doria vi è sempre stata la volontà di difendere il sociale anche di fronte alle chiare difficoltà economiche degli enti pubblici. Uno dei primi impegni dell’amministrazione era stato quello di portare a 42 milioni la quota di risorse a disposizione di questo settore nel bilancio 2012. Nonostante ciò in città si vive un fortissimo disagio sociale fotografato anche dai dati della Comunità di Sant’Egidio, presentati in aula dalla consigliera Lodi (Pd). Dal 2008 ad oggi i pasti forniti dalla Comunità sono più che quadruplicati passando da circa 12 mila a 55 mila all’anno. Allarma soprattutto l’aumento del numero di donne con bambini che chiedono aiuto alle associazioni di volontariato per sopravvivere e il fatto che più del 50% delle donne senzatetto della città sono italiane.
In questo quadro un ulteriore elemento negativo deriva dal fatto che, per mancanza di risorse, il Comune ha progressivamente ridotto i contributi economici diretti ai cittadini e le sole associazioni di volontariato non sono in grado di reggere a lungo il peso della crisi. In risposta a questi dati l’assessore alle Politiche Socio Sanitarie Dameri ha precisato che la diminuzione di tali contributi ha spinto molti cittadini a non presentare domande di aiuto presso il Comune, rendendo ancora più difficile effettuare una efficace “rilevazione del bisogno”. Si stanno quindi definendo nuovi indicatori per individuare le fasce più deboli della popolazione genovese, ma in attesa che siano ben chiare le dimensioni del fenomeno, altre cattive notizie giungono in Consiglio.
I consiglieri Baroni e De Benedictis (Gruppo Misto) e Grillo (Pdl) hanno infatti chiesto spiegazioni all’assessore Dameri sulla presunta chiusura del Consultorio Familiare del Lagaccio; un’ulteriore ferita in un quartiere già in sofferenza. Paola Dameri non ha saputo però chiarire la situazione affermando di non aver ottenuto risposte dall’assessore regionale Montaldo. Questa affermazione dell’assessore ha ovviamente suscitato le critiche dell’opposizione, che ha puntato il dito contro l’incomunicabilità tra due Giunte, quella Comunale e quella Regionale, le quali, pur avendo orientamenti politici simili, sembrano essere incapaci di risolvere i problemi della città.
Al di là delle strumentalizzazioni è ben noto che la costante riduzione dei trasferimenti statali e le conseguenze dalla crisi sul tenore di vita delle persone sta mettendo in serio pericolo la tenuta del sistema socio sanitario non solo a Genova, ma in tutta la regione. L’argomento rappresenterà un nodo cruciale in previsione dell’imminente approvazione del Bilancio Comunale provvisorio del 2013, che partirà già con un’ulteriore taglio ai trasferimenti statali.
Un altro tema che accompagnerà la discussione politica nell’Aula Rossa di Palazzo Tursi per il prossimo anno sarà anche la revisione del PUC. Come si è detto più volte in Consiglio, la Giunta Doria sta procedendo ad una profonda revisione del piano urbanistico definito dalla precedente amministrazione. La notizia di ieri, annunciata dal vicesindaco Bernini in qualità di assessore all’urbanistica, riguarda la disponibilità dell’amministrazione a prendere in considerazione non solo le 800 osservazioni presentate entro i limiti previsti dalla legge regionale 36 del 1997 – ovvero 90 giorni dopo il deposito del piano -, ma anche quelle pervenute oltre il tempo massimo. Il vicesindaco intende infatti procedere alla riapertura di un processo partecipativo che coinvolgerà i Municipi e le varie associazioni interessate all’argomento (in particolare ambientaliste o di specialisti come architetti) per ridiscutere insieme il PUC. Sulle osservazioni presentate verranno effettuate delle controdeduzioni che rappresenteranno la base per una nuova proposta della Giunta da discutere soprattutto con i Municipi.
La versione finale del documento, adottato dalla Giunta stessa, sarà poi ripresentata in Consiglio, presumibilmente verso dicembre di quest’anno, per il dibattito e la votazione finale. I tempi massimi per l’approvazione del PUC sono 4 anni a partire dal suo deposito, ma i consiglieri hanno chiesto a Bernini che i tempi siano molto più brevi, poiché le modifiche del piano urbanistico rappresentano uno snodo importante nelle scelte strategiche di molte aziende genovesi. Il vicesindaco ha promesso di portare in aula nelle prossime settimane un cronoprogramma che definirà in modo preciso le tempistiche per giungere all’approvazione finale, che dovrebbe avvenire entro un anno.
Federico Viotti
[foto di Daniele Orlandi]