Dopo una seduta del Consiglio Comunale incandescente, caratterizzata da interruzioni e confronti tra sindaco, capigruppo e rappresentanti dei lavoratori, è stata comunicata in serata la decisione di congelare il contestato piano industriale dell’AMT
«Ritirate il piano industriale»! Questo il grido che ha accompagnato ieri l’intera seduta del Consiglio Comunale. A pronunciarlo sono stati i lavoratori dell’AMT presenti in aula, infuriati e preoccupati per la previsione di 430 esuberi all’interno dell’azienda.
La contestazione, a volte molto accesa, ha costretto in più occasioni il presidente Guerello ad interrompere la riunione e per placare gli animi è servito un intervento diretto del sindaco che ha parlato a lungo con i lavoratori presenti nella tribuna del pubblico.
Il sindaco Doria congela il piano industriale dell’AMT per avviare una nuova trattativa #Consigliocomunale #Genova
— Era Superba (@EraSuperba) 16 aprile 2013
Al termine di una giornata di incontri e trattative è giunta la comunicazione, firmata da Marco Doria in persona, che sanciva la momentanea interruzione del piano aziendale «finalizzata all’avvio immediato di una trattativa che consenta il raggiungimento di un’intesa con le organizzazioni sindacali». Tutto rinviato, dunque, ma solo fino a fine aprile, data entro la quale il documento richiede che venga trovata una soluzione condivisa.
Il rifiuto del piano industriale è stato netto fin dal principio da parte dei dipendenti, che non accettano alcun intervento a riduzione del personale. «Ma quali esuberi che non ci danno un congedo nemmeno per miracolo» afferma a gran voce qualche lavoratore dagli spalti dell’aula rossa di Palazzo Tursi. I conti dell’azienda però dipingono una situazione davvero preoccupante, con il rischio per nulla remoto di portare AMT al fallimento entro giugno. In questi mesi il nodo del trasporto pubblico locale è stato costantemente al centro del dibattito politico, senza però mai giungere ad una decisione definitiva e risolutiva del problema.
L’aumento del biglietto non servirà per mantenere la tariffa integrata ma per salvare amt. Come voteranno i partiti? #Consigliocomunale
— Era Superba (@EraSuperba) 16 aprile 2013
Il piano industriale AMT, presentato lunedì alla commissione consiliare territorio, in realtà, non avrebbe dovuto essere oggetto di dibattito del Consiglio, ma è stato inevitabilmente richiamato dal primo punto all’ordine del giorno della seduta, che riguardava l’aumento del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti. Una manovra inizialmente legata al mantenimento della tariffazione integrata bus-treno, ma che, vista la delicatissima situazione finanziaria dell’azienda, è ormai ritenuta fondamentale per la sua stessa sopravvivenza.
Gli aumenti previsti riguarderanno, per esempio, il biglietto singolo che passerà da 1,50 a 1,60 euro, l’abbonamento mensile che salirà da 43 a 46 euro e quello annuale da 360 a 395 euro. In questo modo l’azienda ha previsto di aumentare di circa due milioni di euro le proprie entrate (da 71 a 73 milioni) trasformando però al tempo stesso il trasporto pubblico genovese nel più caro d’Italia.
Nonostante si riconoscano le oggettive difficoltà dell’AMT, che per mantenere il servizio integrato ha dovuto anche pagare 6,5 milioni di euro (più un milione messo a disposizione dalla Regione) a Trenitalia, molti partiti hanno espresso la propria contrarietà agli aumenti . Il consigliere Enrico Musso ha criticato questa scelta affermando che non esiste alcun collegamento tra il mantenimento del biglietto integrato e l’incremento delle tariffe: «Si tratta di un aumento dei ricavi indifferenziati che si applica a perdite indifferenziate». Per questa ragione il capogruppo della Lista Musso ha proposto di affiancare al biglietto treno – bus anche un biglietto di costo inferiore per chi utilizza solo l’autobus.
A questa proposta se ne sono affiancate molte altre, come la richiesta, comune a molti i partiti, di non aumentare il costo degli abbonamenti e persino la riduzione dell’abbonamento per i giovani da 255 a 199 euro, avanzata dal M5S, per fidelizzare la fascia giovanile della popolazione all’uso dei mezzi di trasporto pubblici. Proposte respinte dall’Amministrazione, per bocca dell’assessore alla Mobilità e Traffico Anna Maria Dagnino, poiché ogni modifica avrebbe portato a conseguenze poco prevedibili sulle stime dei ricavi aziendali calcolati per il 2013.
Ma chi ha controllato fino ad oggi la correttezza della gestione di AMT? È stato fatto tutto il possibile per il suo rilancio? Questi sono alcuni dei quesiti che ha rivolto il consigliere dell’Idv Anzalone all’aula, proponendo di istituire una commissione speciale che effettuasse degli approfondimenti su questi aspetti. A sostenerlo in questa richiesta di chiarezza anche il M5S, che ha chiesto la presentazione dei libri mastri dell’azienda per poterne analizzare i contenuti e individuare eventuali sprechi. Il consigliere Anzalone ha affondato ulteriormente il colpo mettendo in evidenza l’incongruenza di una manovra che da un lato prevede licenziamenti e aumenti tariffari, mentre dall’altro stabilisce il pagamento di 3 milioni di euro di straordinari.
La delibera è stata infine approvata, ma con numeri che evidenziano uno scarso sostegno al provvedimento da parte dell’aula. Solo 15 voti a favore (Pdl e Lista Doria), 8 contrari (Pdl, Listo Musso, Fds, Sel) e9 astenuti (M5S, Udc, Gruppo Misto). Particolarmente evidente è l’ennesima spaccatura all’interno della maggioranza con il voto contrario dei due alleati più “radicali” (Sel e Fds).
Federico Viotti