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La convocazione di una terza Commissione Consiliare sul regolamento ha fatto slittare alla prossima settimana la discussione della pratica in Consiglio Comunale. Polemiche su improduttività della Giunta, ma vediamo come sono andate veramente le cose
Giungerà in Consiglio Comunale il prossimo martedì il “Regolamento per il controllo delle società partecipate”, l’unico punto all’ordine del giorno della seduta di ieri. Proprio la mancanza di un testo definitivo su cui discutere in aula è stata la ragione che ha spinto a non convocare il Consiglio e di rinviarlo alla prossima settimana.
La decisione ha riacceso la polemica per la scarsa produttività della Giunta alimentata non solo dai consiglieri dell’opposizione, ma anche dal consigliere Vassallo del Pd, uno dei veterani del principale partito di maggioranza. Alcuni giornali hanno letto in questo rinvio “forzato”, come una presa di posizione del Partito Democratico contro il Sindaco Doria, reo di aver tentato di procedere ad un’approvazione lampo del regolamento. Che l’obiettivo di questo rinvio fosse approfondire il contenuto della bozza di documento presentato dall’assessore al Bilancio del Comune di Genova Miceli è effettivamente vero, ma che vi siano state delle tensioni tra la Giunta e il Pd è meno certo.
Una delle ragioni principali del rinvio è dovuta principalmente alla volontà, espressa da diverse forze politiche, di convocare per la terza volta una Commissione congiunta Sviluppo Economico e Affari Istituzionali per approfondire l’analisi del documento e per audire l’Autorità Servizi Pubblici Locali (ASPL), un organo tecnico che si occupa proprio di controllo dei servizi erogati ai cittadini.
Il regolamento, infatti, nasce per rispondere ad un obbligo di legge che prevedeva come limite ultimo per la sua approvazione da parte della Giunta il 9 marzo, dopo di che venivano concessi 60 giorni per ottenere anche l’approvazione del Consiglio Comunale. La necessità, quindi, di realizzare uno strumento per il controllo delle partecipate del Comune aveva portato alla definizione di un documento su cui, tuttavia, la norma stessa prevede la possibilità di un profondo intervento da parte dei consiglieri comunali. Nulla di strano quindi sul fatto che la Commissione abbia previsto una serie di riunioni per riconsiderare e modificare il testo emanato dalla Giunta.
Durante la prima seduta, svoltasi giovedì 14 marzo, proprio il consigliere Vassallo aveva avanzato diverse proposte di modifica, formalizzate poi in un successivo documento in cui venivano previsti diversi cambiamenti per rendere più organico il testo e in cui si richiedeva di indicare con chiarezza l’organo a cui sarebbe spettata la definizione degli obiettivi delle partecipate e la verifica del loro raggiungimento.
La bozza di regolamento presentata ieri ha accolto la maggioranza delle richieste del consigliere Vassallo, che si è detto soddisfatto del lavoro della Giunta, ma ha comunque voluto sottolineare la necessità di inserire un limite alla retribuzione variabile degli amministratori delle partecipate del comune – quella parte di stipendio dipendente dal raggiungimento degli obiettivi – e di stabilire un tetto anche per la retribuzione dei dirigenti.
Su questo tema ha presentato nuovi emendamenti anche il M5S, che ha proposto di commisurare il massimo stipendio di un amministratore a 6 volte quello minimo di un dipendente della stessa società partecipata o, in alternativa, al 60% della retribuzione del Sindaco. Queste richieste di modifica potranno essere inserite dalla Giunta all’interno della versione definitiva del Regolamento di cui si discuterà in aula al prossimo Consiglio Comunale, in caso contrario potranno essere nuovamente presentate dal Movimento in fase di discussione in aula.
Qualche ulteriore spunto per la riflessione, è giunto dal capogruppo del Pd Farello, il quale ha fatto notare come l’insieme delle norme esistenti sul tema a livello nazionale e locale abbiano fatto sì che l’amministratore, qualora non ottenga la parte di retribuzione variabile legata al raggiungimento degli obiettivi, essendo anche dirigente della società partecipata, potrebbe comunque ottenere gli incentivi che spettano a questa seconda figura. In secondo luogo il consigliere Farello ha messo in evidenza come il trasferimento della competenza per i controlli sulle aziende in capo al Consiglio Comunale renda di fatto inutili le authority.
Fa parte di questi organismi anche la ASPL, la cui convocazione è stata annullata poiché formalmente non è richiesto un suo parere su una delibera del Comune.
La prossima approvazione del regolamento apre la strada ad una serie di riflessioni sul sistema delle società partecipate del Comune di Genova, un tema sul quale la Giunta vorrebbe realizzare una profonda revisione, con l’obiettivo principale di riportarne il controllo nelle mani del Consiglio Comunale, riducendo la discrezionalità del Sindaco e il potere degli organismi esterni come le authority. Nelle prossime settimane l’argomento si riproporrà con sedute dedicate alle difficoltà economiche di AMT e AMIU.
Federico Viotti