Ancora una volta nessuna decisione nell'ennesima seduta "soft" a Palazzo Tursi. Si prevede che molte pratiche verranno presentate nelle ultime sedute prima di Natale col rischio di aver poco tempo per discuterle
La seduta di Palazzo Tursi di ieri, come molte delle precedenti, è stata caratterizzata da un ordine del giorno povero nella sostanza, con ben otto interpellanze, una sola mozione e una modifica al regolamento rinviata alla seduta di martedì prossimo.
Partiamo dalle interpellanze. Il regolamento del Consiglio prevede che «i consiglieri e le consigliere hanno diritto di presentare al Sindaco interpellanze su argomenti che riguardino direttamente le funzioni di indirizzo e di controllo politico–amministrativo del Consiglio Comunale». Ciò significa che i membri del Consiglio possono chiedere alla Giunta di chiarire la propria posizione su uno specifico argomento. All’esposizione dell’interpellanza segue una risposta dell’assessore competente e infine una replica del consigliere “proponente”. Di fatto però questo procedimento non prevede né un voto dell’aula sull’argomento né la presa di una decisione in merito. Si tratta semplicemente di un chiarimento dell’orientamento dell’amministrazione.
Per esempio, ieri abbiamo scoperto che è intenzione dell’Assessore ai Lavori Pubblici Crivello procedere alla demolizione del “bruco” soprelevato che collega Corte Lambruschini con l’inizio di via Cadorna, oppure che per combattere gli eccessi di velocità in città ci vorrebbero dei tutor, ma mancano i soldi per installarli, o ancora che i cassonetti a scomparsa – soluzione ottima per l’estetica della città – non riescono a smaltire cartoni di grosse dimensioni. Tutto molto interessante, ma nulla di definitivo e sicuramente non di grande impatto sulla vita dei cittadini.
Passiamo poi alle mozioni. L’unica mozione all’ordine del giorno riguardava la mappatura e il ripristino dei sottopassi genovesi ed è stata approvata all’unanimità. Una provvedimento tanto innocuo quanto generico.
L’unico sussulto poteva – forse – derivare dalla modifica all’articolo 49 del regolamento comunale che riguarda le risorse finanziarie per lo svolgimento delle attività dei gruppi consiliari. E invece si dovrà aspettare il prossimo martedì per affrontare l’argomento, vista la decisione di rimandare il punto alla seduta successiva.
Di proposte di deliberazione nemmeno l’ombra. E pensare che le proposte di deliberazione sono il principale strumento con cui un consiglio comunale può produrre atti amministrativi, ovvero emanare quei provvedimenti che vanno realmente ad influire su persone o situazioni.
La trappola del populismo è dietro l’angolo ed è facile cadervi, ma davvero viene voglia di dire che di fronte alle tante emergenze, che pure la Giunta Doria aveva cercato di risolvere all’inizio del suo mandato, ci si potrebbe aspettare dall’amministrazione comunale e dalla sua maggioranza un’azione più incisiva e qualche decisione in più.
Nella prima parte del Consiglio, dedicata agli articoli 54 (interrogazioni a risposta immediata), si è affrontato, per esempio, il tema della mobilità pubblica in seguito alle notizie dei giorni scorsi relative alla possibile scomparsa del biglietto integrato AMT – Trenitalia. Si tratta di un argomento su cui il Comune ha una grande responsabilità essendo socio di maggioranza di AMT, un’azienda che ha anche deciso di rifinanziare proprio pochi mesi fa con 7 milioni di euro (dei cittadini genovesi). La posizione dell’amministrazione assume ancora più importanza poiché, come ha affermato lo stesso assessore Dagnino, «l’accordo con Trenitalia era fortemente squilibrato» proprio a sfavore dell’AMT.
Questioni come queste dovrebbero essere discusse in modo ben più approfondito in aula, non solo con un semplice scambio domanda-risposta tra consigliere e assessore, bensì con una decisione forte del Consiglio sostenuta nel modo più trasversale possibile da tutte le forze politiche.
A fare da contraltare alle sedute soft degli ultimi mesi vi sarà una seduta decisamente strong la prossima settimana, quando si prevedono ben due giorni di Consiglio Comunale (martedì e mercoledì). Ma allora è solo una questione di programmazione delle sedute? Non proprio, perché come sostengono diversi consiglieri di opposizione (Lilli Lauro del Pdl e Paolo Putti del M5S) si corre il rischio di dover prendere tutte le decisioni nelle ultime sedute prima della fine dell’anno con la necessità di contingentare la discussione senza i tempi necessari per analizzare le questioni. Se così fosse il Movimento 5 Stelle ha già annunciato di voler abbandonare l’aula in segno di protesta.
Qualche maligno potrebbe persino pensare – e alcuni lo pensano – che dietro questa scelta di rinviare le decisioni più delicate alle ultime sedute pre-natalizie non ci sia solo una mancanza di organizzazione, ma la precisa volontà di ridurre al minimo le sollecitazioni per una maggioranza che, soprattutto sui temi di grande importanza, ha dato diversi segnali di squilibrio. Ridurre i tempi della discussione per limitare le possibilità di scontro.
In realtà al momento non si conoscono ancora gli argomenti del prossimo Consiglio, ma restano di sicuro ancora pendenti molte questioni su cui speriamo che la Giunta e il Consiglio vogliano prendere decisioni importanti.
Federico Viotti
[foto di Daniele Orlandi]
2 commenti su “Consiglio Comunale Genova: tante parole e pochi fatti, decisioni rimandate”