Lunga vita a Kim Jong II: per questa frase scritta su Twitter un ragazzo di ventiquattro anni rischia l'arresto. La censura del web tra le due Coree
In carcere per un tweet, anzi in gergo tecnico si chiama retweet: se un altro utente di Twitter scrive una frase o mette un link ritenuto interessante, invece di ricopiarlo e rubargli così l’idea si retwitta, ossia si incolla sul proprio profilo la frase esattamente così com’è, mittente incluso.
Il ventiquattrenne sudcoreano Park Jeonggeun non è l’autore del tweet “Lunga vita a Kim Jong II”. L’ha semplicemente retwittato dall’account ufficiale della Corea del Nord. Nonostante ciò è stato arrestato lo scorso 11 gennaio a Seul e rischia sette anni di carcere, una pena dovuta al suo presunto reato di attività antigovernativa e violazione della sicurezza nazionale.
Amnesty ha anche diffuso le dichiarazione del giovane coreano: “L’ho fatto per divertimento, volevo ridicolizzare i leader nordcoreani. Su Twitter ho anche caricato e modificato le immagini di Pyongyang sostituendo il volto di un soldato con il mio in versione triste e la sua pistola con una bottiglia di whisky“.
In un clima di censura del web a livello globale, Amnesty International ha denunciato questa violazione dei diritti umani e della libertà di espressione. La situazione politica fra Corea del Sud e Corea del Nord continua ad essere difficile: l’armistizio firmato nel 1953 non si è mai concretizzato in un vero accordo di pace, la guerra dunque non è mai finita e il confine tra i due paesi è il più fortificato al mondo.
Marta Traverso