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Stop ai giornali di carta: nel 2014 addio al “Corriere della Sera”

Il quotidiano di via Solferino sarà il primo in Italia ad abbandonare il cartaceo: la crisi dell'editoria si traduce in una svolta sull'informazione digitale


6 Marzo 2012Notizie

Si parla ormai da diversi anni di uno stop alla pubblicazione di quotidiani su carta. Il primo annuncio ufficiale a riguardo venne nel 2008 da parte di Philip Meyer, studioso e docente di Giornalismo che sentenziò sull’Economist: «Entro il 2043 non ci saranno più giornali di carta».

Dalla teoria alla realtà, pioniere di questa evoluzione è stato il New York Times, che nel 2010 ha illustrato tramite il suo editore la campagna di costi/ricavi del quotidiano, sottolineando che le spese per la stampa e la distribuzione non venivano totalmente compensate dai ricavi delle vendite e dalle entrate pubblicitarie (queste ultime sempre più in calo a livello mondiale, sia per la crisi economica sia per il diffondersi di nuove forme di sponsorizzazione attraverso il web).

Ora giunge per la prima volta una notizia sul tema da parte della stampa italiana: se molti quotidiani e periodici lamentano la chiusura a causa della crisi – da Liberazione alla rivista Mucchio Selvaggio, solo per citarne alcuni – per la prima volta un grande quotidiano annuncia deliberatamente l’intenzione di sviluppare un canale informativo esclusivamente digitale. Il giornale in questione è uno dei più letti e conosciuti in Italia, il Corriere della Sera.

A lanciare questa notizia è il webmagazine fanpage.it con un’indagine a cura di Francesco Piccinini, che illustra il futuro del giornalismo italiano su due fronti: da un lato il continuo calo del fondo all’editoria, passato dai 200 milioni di euro del 2008 ai 140 che verranno concessi in questo 2012, dall’altro un’evoluzione dell’informazione sempre più orientata al digitale e che si sviluppa su vari canali, dai quotidiani per iPad a chi si informa soprattutto attraverso Twitter o altri social network.

Perché proprio il 2014? Perché sarà l’anno in cui verranno chiusi i rubinetti, ossia termineranno i finanziamenti pubblici diretti alla stampa secondo quanto contenuto nel decreto Salva Italia. Entro quella data tutti i quotidiani, a prescindere dal budget di cui attualmente dispongono, dovranno far fronte a questa situazione economica e alle nuove frontiere dell’informazione digitale, trovando un compromesso che possa garantirne la sopravvivenza.

Continuare la pubblicazione su carta diventerà la vera rivoluzione del giornalismo?

Marta Traverso


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