Dopo l'inchiesta "Deloitte" e le dimissioni del presidente Oddone neo assessore comunale, il futuro dell'azienda dovrà inevitabilmente passare attraverso una profonda riorganizzazione
Datasiel è l’azienda informatica della Regione Liguria (a capitale interamente pubblico), il principale punto di riferimento dell’informatica ligure per la Pubblica Amministrazione. La Regione Liguria ha assegnato a Datasiel il ruolo di strumento operativo del SIIR, il Sistema Informativo Regionale Integrato, che comprende le aziende sanitarie e ospedaliere, l’Agenzia sanitaria regionale, l’Arpal, gli Enti Parco, l’Agenzia regionale Liguria Lavoro, l’Agenzia regionale In Liguria per la promozione turistica, le agenzie territoriali per l’Edilizia Arte, l’Agenzia per i servizi scolastici e universitari.
Un’azienda di cui si è parlato molto negli ultimi mesi, soprattutto dopo la chiamata del sindaco di Genova Marco Doria al presidente (ormai ex) di Datasiel Francesco Oddone per la carica di assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Genova. Oddone aveva assunto la presidenza neanche un anno fa con il compito di riorganizzare una realtà da più parti indicata a rischio chiusura: contenimento dei costi e ridefinizione della mission i primi obiettivi. Poi lo scorso aprile è arrivata come un fulmine a ciel sereno l’inchiesta aperta dall’azienda di servizi di consulenza e revisione “Deloitte” sulla concessione a Datasiel dei servizi Cup delle Asl liguri per 50 milioni di euro. In quell’occasione i revisori produssero anche una radiografia del personale evidenziando una “elevata eterogeneità degli skills (competenze ndr) con elevata presenza di profili non tecnico scientifici anche nei centri di eccellenza”.
Oggi, in questo caldo venerdì di giugno, una lettera firmata dalla Cgil Fiom irrompe sulla scena e riporta il nome dell’azienda sulle prime pagine dei quotidiani: «Datasiel non è un problema: rischia di diventarlo se si continua a dare voce a chi non vuole cambiare nulla e difende rendite di posizione. Alcuni di questi/e sono collocati all’interno dell’azienda, sono una piccola minoranza che vuol tenere in vita i propri privilegi, questi sono i veri nemici di Datasiel».
Il sindacato intende innanzitutto difendere il patrimonio dell’azienda rappresentato dai 397 dipendenti: «La pressione mediatica su aspetti secondari del ‘problema Datasiel’ rischia di sviare il dibattito dai reali problemi ben evidenziati dalla Relazione Deloitte, circa le modalità di attuazione delle legge 42 (Legge Regionale per l’Istituzione del Sistema Informativo Regionale Integrato per lo sviluppo della società dell’informazione in Liguria, ndr); il rischio evidente è quello di rimettere in discussione i contenuti di quest’ultima a favore di altri modelli, molto più rischiosi per la Regione, ma vantaggiosi per qualche singolo privato. La disinformazione è strumentale: Datasiel non è una società da 59 milioni di Euro, il fatturato è di circa 43 di cui oltre un terzo per acquisti di beni e servizi effettuati per conto degli enti SIIR, spesso con sensibili ribassi rispetto ai valori di gara».
E ancora: «Datasiel non è un carrozzone che impegna 400 persone per la sola erogazione di servizi informatici: c’è una struttura organizzativa da ottimizzare, ma molti dipendenti svolgono in outsourcing servizi gestionali per conto degli enti SIIR, soprattutto in ambito sanitario – si legge nella nota diffusa dal sindacato – Inoltre il personale Datasiel non è privilegiato: ci sono casi che hanno medie retributive superiori al Contratto Nazionale, legati a politiche discrezionali, che la Fiom-CGIL sta cercando di eliminare, ma la regola è un inquadramento in base al CCNL metalmeccanico, meno oneroso di quelli regionali e della sanità, dati verificabili. In azienda vi sono centinaia di lavoratori che ricevono la sola retribuzione contrattuale, non ricevono incentivi “particolari”, non hanno da anni uno scatto di livello, ricevono scarsa ed in alcuni casi nulla formazione, lavorano a diretto contatto con il pubblico senza riconoscimento alcuno, e leggono sui giornali d’essere dei “privilegiati”».
Poi, per quanto riguarda i ruoli dirigenziali all’interno dell’azienda, la Fiom denuncia: «Datasiel ha un bassissimo numero di dirigenti (il 3,3% dell’organico, mentre altre Aziende o Agenzie Regionali superano il 15%) e questi non godono delle tutele dei contratti pubblici, non sono privilegiati e non hanno auto blu. Negli ultimi anni, però, ci sono stati alcuni inserimenti, retribuiti economicamente molto al di sopra della media aziendale, soprattutto Dirigenti non a diretto contatto con il cliente, a maggior ragione non giustificabili, perché indiretti.»
Quindi, quali sono i “problemi veri” di Datasiel?
Come già rilevato da Deloitte la mission assegnata a Datasiel è limitata e non in linea con le attività effettivamente svolte, come servizi gestionali in outsourcing (CUP, sistemi anagrafici, retribuzione dei medici), servizi di comunicazione istituzionale, centrale di acquisti informatici. Inoltre, anche questo sottolineato dall’inchiesta dell’azienda di revisione, percentuali significative del personale non dispongono di competenze in linea con la mission stessa. Il sindacato individua fra le problematiche anche la forma delle convenzione e lo statuto aziendale che non assicurano alla Regione una adeguata possibilità di governance e prevedono pesanti adempimenti burocratici propri del rapporto cliente fornitore che determinano uno spreco di risorse, favorendo (assieme ad altre cause endogene) l’allocazione di personale interno su attività non direttamente produttive.
Quali le possibile soluzioni? Ecco le proposte della Fiom:
«Sciogliere il nodo: cosa deve essere Datasiel? Occorre scegliere per uscire dall’equivoco. Le esigenze di contenimento della spesa e di miglioramento costo/qualità dei servizi richiedono di lavorare da subito all’interno degli spazi della LR 42: definire una mission che consenta di impiegare produttivamente, valorizzandone le diverse esperienze, tutte le professionalità aziendali (esplicitando le diverse tipologie di servizio che l’azienda già eroga o ha la possibilità di erogare). Modificare lo statuto aziendale e la forma della Convenzione al fine di aumentare la possibilità di governance della Regione e semplificare i rapporti operativi (anche al fine di recuperare personale ad attività direttamente produttive). Definire all’interno della Convenzione nuove modalità di finanziamento ‘a costo’ supportate dall’adozione di un sistema di contabilità che consenta di controllare le componenti di costo associate a ciascuna tipologia di servizio. Semplificare la struttura organizzativa dell’azienda riducendo le strutture di staff e assicurando una maggiore tracciabilità del processo decisionale nelle attività produttive.»
Il sindacato nella nota aggiunge anche un giudizio positivo sul lavoro svolto da Francesco Oddone: «E’ ora importante individuare al più presto una figura in grado di completare il lavoro avviato, entro breve tempo. Una figura che somigli a quella di Oddone, una persona competente, slegata dalle logiche politiche, che risponda solo alla Regione, che voglia cambiare l’azienda davvero per migliorarla. Da queste cose valuteremo il nuovo.»
[foto di Diego Arbore]