Tredici candidati sindaco sono davvero così ingestibili? I dibattiti e gli incontri sono sempre orfani di qualche esponente e si accendono le polemiche
A tre settimane dal voto si accende il clima elettorale in quel di Genova. E ora che si entra nel vivo, balzano agli occhi le due principali caratteristiche di queste elezioni amministrative: l’elevato numero di candidati e la provenienza “non politica” di buona parte di loro.
Tredici candidati alla poltrona di Tursi sono tanti e i primi ad essere impreparati sono gli organizzatori di incontri e dibattiti pubblici che si limitano ad invitarne quattro o cinque escludendone regolarmente più della metà. «Mi chiedo con quale criterio – ha recentemente commentato il candidato di Gente Comune Giuseppe Viscardi – in città si organizzino dibattiti più o meno pubblici e s’invitino sempre i soliti tre o quattro, come se esistesse una sorta di graduatoria “a prescindere”».
Ha fatto rumore la polemica di venerdì scorso in occasione dell’incontro organizzato dal “Forum Terzo Settore“, organismo rappresentante delle principali associazioni e cooperative che operano nel sociale. All’appuntamento erano stati invitati come candidati sindaco soltanto Putti, Doria, Vinai e Musso, ma inaspettatamente in sala fra il pubblico (circa duecento persone) si sono accomodati anche alcuni dei candidati esclusi. «Trovo scandaloso quanto successo e lo denuncerò alla magistratura – ha tuonato la professoressa Susy De Martini candidata per La Destra – Perché ci è stato impedito di sederci al tavolo e gli organizzatori hanno minacciato di allontanarci».
Questa sera presso il Teatro Stabile di Genova il Fatto Quotidiano presenta “Diamo voce alla Liguria”, un incontro aperto al pubblico con i candidati sindaco di Genova, la musica di Max Manfredi e le domande di Antonio Padellaro, Marco Travaglio, Ferruccio Sansa e Paola Zanca. Anche in questo caso non saranno presenti tutti e tredici bensì Doria, Musso, Putti, Rixi e Viscardi…
L’incontro sul terzo settore di venerdì scorso può essere preso ad esempio anche per quanto concerne la seconda caratteristica di queste elezioni, ovvero la provenienza non politica di parte dei candidati che potrebbe avere l’effetto di avvicinare il confronto elettorale all’orecchio delle persone. Emblematico in tal senso un intervento di Paolo Putti del Movimento 5 Stelle. A conclusione del dibattito sui problemi del sociale in città, il grillino ha utilizzato l’ultimo intervento a sua disposizione per porre una domanda agli altri “colleghi” candidati (invitati e non): perché non rinunciare noi stessi e i nostri consiglieri a parte della retribuzione per sopperire ai tagli del sociale? Domanda bocciata dai mediatori del Forum, testimonianza di un dibattito che in ogni momento può sfuggire agli schemi, una sfida che si giocherà mettendo in campo anche tecniche e astuzie diverse rispetto al passato.
Commento su “Elezioni e polemiche: troppi candidati e troppe voci “fuori dal coro”?”