Una situazione ormai endemica su tutto il territorio nazionale. I sindacati sottolineano "Il social housing non è una risposta alle esigenze delle fasce più deboli, sono necessarie vere case popolari"
Gli sfratti sono in aumento del 64% rispetto a 5 anni fa e quasi 56 mila famiglie italiane nel 2011 sono state raggiunte da un provvedimento di sfratto per morosità. Questi i dati agghiaccianti, ancora incompleti, forniti dal Ministero dell’Interno, numeri che confermano il perdurare della crisi economica e la difficoltà, per numerosi cittadini, di arrivare alla fine del mese.
Nella classifica stilata dal Ministero, Genova si piazza al sesto posto per quanto riguarda il numero di ingiunzioni (797), preceduta solo da Roma (4678), Torino (2523), Napoli (1557), Milano (1115) e Palermo (941).
Un problema, quello di non riuscire a pagare l’affitto, che riguarda l’87% dei casi di sfratto nel 2011, complessivamente quasi 64 mila. Sono, invece, solo 832 i provvedimenti di sfratto emessi per necessità del locatore; 7471 per finita locazione. Le richieste di esecuzione presentate all’Ufficiale giudiziario sono state oltre 123 mila, mentre gli sfratti eseguiti circa 28 mila.
«I dati del Ministero dell’Interno sugli sfratti del 2011, ancora incompleti, disegnano una condizione di sofferenza sociale acuta – spiega il Sunia, Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari – quasi 64 mila nuove sentenze emesse di cui quasi 56 mila per morosità e 124 mila richieste di esecuzione forzata. Il dato degli sfratti è ancora in aumento su tutto il territorio nazionale e crescono di oltre l’11% le richieste di esecuzione forzosa degli sfratti con l’ufficiale giudiziario».
«Nel 2011 gli sfratti per morosità sfiorano il 90% del totale contro l’85% dello scorso anno – continua il Sunia – a questi dati vanno aggiunte le conseguenze inevitabili derivanti dai tagli sociale effettuati dal Governo con l’azzeramento del fondo sociale per gli affitti che riguardava circa 300 mila famiglie con redditi bassi».
In pratica, in assenza di adeguate iniziative di contrasto, Sunia calcola – per i prossimi 3 anni – circa 250 mila nuovi sfratti, di cui 225 mila per morosità incolpevole.
«La situazione purtroppo non è nuova, anzi ormai la definirei endemica – denuncia Stefano Salvetti, segretario genovese di Sicet, Sindacato Inquilini Casa e Territorio – Noi, da tempo, chiediamo un cambiamento per quanto riguarda le normative di tutela. Oggi sono tutelati esclusivamente i soggetti con reddito annuo al di sotto dei 27 mila euro e figli minori a carico. E parliamo di una protezione per contrastare i provvedimenti di sfratto per finita locazione. Le persone sfrattate per morosità, invece, non dispongono di nessuna tutela».
«Questi dati sono il risultato del disastro delle politiche abitative nel nostro Paese – continua Salvetti- Dal 2009, quando la bolla speculativa del mattone ha innescato il rialzo, i canoni di mercato non sono più in linea con il reddito delle famiglie. Siamo stufi di sentir dire da autorevoli esponenti che è necessaria una politica di social housing. Questa non è una risposta alle esigenze delle fasce più deboli. Il social housing, infatti, altro non è che un canone medio, leggermente inferiore, dai 400 euro in su. In Italia, invece, occorre investire nell’edilizia residenziale pubblica, nelle vere e proprie case popolari con canoni dai 30-40 euro in su».
«La cedolare secca non ha prodotto l’emergere del “nero” e neppure è stata utile per calmierare il mercato – sottolinea Salvetti – L’unica soluzione è incentivare i canoni concordati e defiscalizzarli al massimo. Sono 700 mila gli alloggi invenduti che potrebbero essere messi sul mercato a queste condizioni, fornendo un po’ di respiro alle famiglie italiane».
Matteo Quadrone
Foto di Diego Arbore
Commento su “Emergenza sfratti per morosità: Genova è al sesto posto”