Lo storico insediamento produttivo di Fegino, in Val Polcevera, rischia di chiudere i battenti, Parmalat ha annunciato la chiusura della centrale
La scorsa settimana, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, si è svolto un incontro con Parmalat, alla presenza di tutte le organizzazioni sindacali, in merito alla discussione sul piano industriale del Gruppo. Purtroppo in questa occasione è stata annunciata l’intenzione di razionalizzare i siti produttivi nazionali attraverso la chiusura degli stabilimenti di Como, Genova e Pavia.
Le Segreterie FAI, FLAI, UILA e RSU dello stabilimento Parmalat di Genova hanno dichiarato a gran voce la loro ferma contrarietà alla posizione espressa dall’azienda e hanno convocato per la mattina di lunedì 25 giugno un’assemblea del personale dipendente Parmalat presso lo stabilimento di Fegino, in via De Calboli, per informare i lavoratori sul piano presentato da Parmalat e concordare le iniziative conseguenti, al fine di scongiurare il rischio chiusura.
«Questo problema aggrava la situazione del settore industriale zootecnico genovese e ligure – sottolineano i sindacati – reso già molto pesante da anni di disimpegno di Parmalat sul nostro territorio che oltre a mettere in discussione molti posti di lavoro e una realtà storica produttiva genovese, mette in difficoltà le aziende locali dell’intera filiera lattiero casearia della Liguria».
In difesa dello storico stabilimento della Val Polcevera, si è schierato, fin da subito, il Municipio «Quando penso alla Centrale del latte il mio ricordo va alla visita fatta in quarta elementare con la mia classe – spiega Iole Murruni, Presidente Municipio Val Polcevera – Erano gli anni ’60 e la produzione era appena passata dalle bottiglie ad i moderni tetrapak fatti a triangolo a strisce bianche e blu. Penso che questo ricordo abbia accompagnato generazioni di bambini che, come le mie figlie, hanno potuto fare questa esperienza. Nel tempo la nostra gloriosa centrale ha passato varie traversie contraddistinte negli ultimi anni da un progressivo declino per cui la realtà di oggi, purtroppo, non è più quella del mio ricordo di bambina. Ma da domani questa gita scolastica non si potrà più fare perché l’Azienda proprietaria, il gruppo Parmalat, ha deciso di chiudere la fabbrica».
Il Municipio Val Polcevera, dunque, manifesta grande preoccupazione e contrarietà verso l’intenzione manifestata dalla Parmalat «Desidero esprimere massima solidarietà alle iniziative e alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori di questo storico e importante insediamento produttivo della vallata – continua Murruni – Questa paventata chiusura si va ad inserire nel progressivo depauperamento della realtà produttiva polceverasca e cittadina ed aggrava la situazione del settore industriale zootecnico reso già molto pesante da anni di disimpegno di Parmalat sul nostro territorio. La chiusura del sito di Fegino mette in discussione posti di lavoro e provoca situazioni drammatiche per altrettante famiglie soprattutto se si considera la situazione di grave crisi economica che stiamo attraversando ed inoltre mette in seria difficoltà le aziende locali di tutta la filiera lattiero casearia».
La centrale del latte di Genova è un patrimonio della Valpolcevera e di tutta la città, ribadisce il Municipio «Un patrimonio di noi tutti, lavoratori, produttori ed anche consumatori – conclude Murruni – per questo è necessario opporsi con forza alla scelta prefigurata dal piano industriale del gruppo Parmalat che vuole chiudere, dopo 77 anni di vita, questa storica realtà produttiva genovese».
Sulla stessa lunghezza d’onda si è schierata l’amministrazione comunale, per voce dell’assessore allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro, Francesco Oddone «L’annuncio di Parmalat è fonte di grande preoccupazione ed anche di indignazione – ha dichiarato Oddone – In questo modo verrebbe confermata l’ipotesi di trasformazione della Centrale del latte da sito produttivo a sito logistico. Di conseguenza si determinerebbero pesanti ricadute, a livello occupazionale, sul territorio genovese: stiamo parlando di 60 persone oltre ad un ulteriore ed importante quota di indotto».
«La civica amministrazione si schiera senza se e senza ma a fianco dei lavoratori – conclude Oddone – e affronterà la questione insieme alla Regione Liguria per mettere in campo tutte le iniziative utili a salvaguardare l’occupazione, le professionalità e l’attività produttiva nel suo complesso. Per favorire la ricerca di soluzioni alternative su scala “locale” viste le ricadute di questo tipo di gestione “globale” da parte di Parmalat».
Matteo Quadrone
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