Anche quest’anno, un salto indietro nel 1904 per le celebrazioni del Bloomsday, la giornata dedicata alle avventure di Leopold Bloom, il protagonista del libro di James Joyce, Ulysses. A cura del Festival Internazionale di Poesia
Genova, 16 giugno 2013? No: Dublino, 16 giugno 1904. Eccezionalmente anche quest’anno il 16 giugno il capoluogo ligure si trasforma nella capitale irlandese per festeggiare il Bloomsday, in attesa dell’anniversario dei centodieci anni che si festeggeranno nel 2014.
Genova si veste a festa per celebrare a suo modo (e in parallelo con Dublino) la giornata di Leopold Bloom, il protagonista del romanzo Ulysses di James Joyce: una serie di eventi musicali e reading si svolgeranno in giro per tutta la città, in location particolari e scelte appositamente per l’occasione, ognuna delle quali si ricollega al testo dello scrittore irlandese. L’evento si svolge all’interno del Festival Internazionale di Poesia (leggi il programma completo), in programma dal 16 al 23 giugno. I fedeli apostoli di Joyce sparsi per tutta Genova (e non solo) si stanno preparando ad affrontare quella che più che una giornata dedicata al capolavoro letterario di Joyce sembra una maratona: si parte alle 9 e si finisce alle 24, girando la città, riproducendo il percorso che svolge Bloom nel romanzo e rileggendo l’opera intera. Sulle tracce di Leopold, della moglie Molly e del giovane Stephen Dedalus, 16 ore di letture non-stop in oltre 20 luoghi della città, in cui gli amanti dell’autore dublinese correranno all’impazzata da Palazzo Reale, al Museo Luzzati, fino a Staglieno, con una pausa ristorante alla Douce Patisserie di Piazza Matteotti.
Il Bloomsday si inserisce ormai da consuetudine in apertura del Festival genovese di poesia, voluto e organizzato da Claudio Pozzani, poeta e artista di fama mondiale (sempre attivo e impegnato a intessere contatti internazionali: proprio nei giorni pre-Festival si trovava in Ecuador) e dai natali genovesi: «Il Bloomsday esiste nel Festival da sei anni –racconta Pozzani-, con un successo crescente sia di lettori che di pubblico. È stato voluto da me e dal Prof. Bacigalupo, in un ottimo esempio di collaborazione dal basso. La collaborazione dei gestori dei luoghi è fantastica, soprattutto quest’anno che l’evento cade di domenica e nessuno di loro ha voluto rinunciare ad essere presente».
Altra occasione di approfondimento (questa volta però extra-Festival, ma sempre rivolta a tutti gli appassionati joyciani): lunedì 27 maggio, a partire dalle 11.30 alle 17.30 alla Biblioteca di Lingue (Piazza Santa Sabina, 2) si svolgerà un confronto-dibattito dal titolo Tradurre Ulysses di James Joyce, incentrato proprio sul confronto tra varie traduzioni (l’ultima, del 2013) del libro e organizzato dal Dipartimento di Lingue e culture moderne dell’Università degli Studi di Genova. Anche la partecipazione di studiosi illustri: Sara Sullam da Milano, Enrico Terrinoni da Perugia e Elisabetta d’Erme da Trieste.
Il Festival Internazionale di Poesia di Genova è organizzato dall’associazione genovese Parole Spalancate, un’equipe di persone con diverse professionalità che portano avanti un progetto culturale, in un momento storico in cui questo tipo di attività richiede sforzi economici e capacità di reinventarsi. La manifestazione presenta anche quest’anno un calendario fitto di incontri, reading, spettacoli e concerti, con poeti, artisti, intellettuali da tutto il mondo: Kashmir, Tunisia, Marocco, Palestina, Irak, Libia, Siria, Libano, Bosnia, Grecia, Ecuador, Canada, Mali, Armenia, Haiti sono solo alcuni dei paesi coinvolti nell’evento.
Ripercorriamo un po’ di storia, con l’aiuto del direttore Pozzani: «L’idea nasce nel 1994, anche perché allora non c’erano grandi festival di poesia (e neanche di letteratura) in Italia, dopo la fine di MilanoPoesia e Castelpoerziano. La prima edizione era itinerante e lunga 22 giorni: la poesia non è mai stata così popolare, ma tutti se ne abbeverano senza riconoscerne i meriti, dalla pubblicità alla politica, alle altri arti».
E anche quest’anno le cose sono state fatte in grande: all’interno della diciannovesima edizione, due giornate (21 e 22 giugno) dedicate al Festival Voix Vives di Sète: un festival itinerante che coinvolge El Jadida (Marocco), Toledo (Spagna) e appunto Genova. Prima a Lodève, poi a Sète (entrambi nella Francia meridionale), da quest’anno Voix Vives arriva nella nostra città, grazie ai buoni rapporti di collaborazione che proseguono da oltre 15 anni tra l’equipe genovese e quella del Festival Voix Vives. Sono previsti una serie di spettacoli nel parco di Villetta Di Negro fresco di restyling e pronto ad accogliere i visitatori. Un nuovo approdo per il Festival, che cerca in questo modo di coinvolgere anche quei luoghi della città che restano solitamente un po’ più nell’ombra, ma che meritano di essere riscoperti: così, gli organizzatori vogliono contribuire alla crescita culturale della città, aprendo anche questo nuovo spazio di Villetta di Negro (uno dei parchi cittadini più grandi e sicuramente uno dei più centrali e strategici) all’arte e la cultura. Dopo l’inizio col Bloomsday, l’inaugurazione vera e propria del 17 giugno avrà come padrino per questa edizione Alessandro Haber, che proporrà al pubblico un percorso poetico composto da letture di brani di vari autori. Da non perdere anche il reading-concerto di Greg Lake, sì proprio lui: il Lake degli Emerson Lake & Palmer, nonché fondatore dello storico gruppo, leggenda del prog anni ’70, King Crimson. Greg Lake approderà a Genova il 21 giugno per il suo spettacolo nella suggestiva location di Palazzo Ducale, nel Cortile Maggiore, per parlare della sua esperienza ed esegue dal vivo alcuni suoi brani e testi entrati nella storia della musica moderna. Perché, come è ovvio, la musica è anche poesia, e viceversa, due straordinari mezzi di comunicazione: chi meglio di un musicista del calibro di Lake può svelarci il legame profondo che le accomuna?
Oltre 100 eventi gratuiti: il programma è raddoppiato, in tempi in cui molti preferiscono dimezzare. Questa la sfida del Festival, che porta a Genova le eccellenze della cultura contemporanea internazionale, e che riesce a declinare così bene poesia, musica, teatro, e tutte le forme di espressione artistica.
«Il festival è come una tela vuota che ogni anno riempiamo di colori fatti di idee e poeti – conclude Pozzani- quest’anno l’immagine guida è un apriscatole che apre una scatola piena di parole e lo slogan “parole spalancate, menti aperte”. Non vuole essere una vetrina di autori che vengono a presentare i propri libri oppure un evento in cui la poesia sia in secondo piano rispetto ad altre attività commerciali. Qui la poesia è mostrata nella sua veste più diretta, dalla voce degli stessi autori provenienti da tutto il mondo, senza filtri».
Elettra Antognetti
[foto di Daniele Orlandi]