Nel mondo del cinema esistono alcuni connubi di successo, ma anche flop clamorosi e inaspettati. Ecco alcuni esempi
Nel mondo del cinema esistono alcuni connubi incredibilmente fruttuosi e flop clamorosi. Spesso i film prendono le mosse da libri, da giochi tradizionali oppure da videogiochi di successo e l’esito al botteghino è talvolta una sorpresa. Nel 2016 è prevista ad esempio l’uscita della pellicola basata sul popolare World of Warcraft e Thomas Tull, produttore del film, ha fornito una spiegazione del perché molti lungometraggi basati su videogiochi si rivelino dei fallimenti: «I film basati sui videogiochi non sono mai stati fatti bene, e penso che parte del motivo risieda nel fatto che sono stati creati per la ragione sbagliata. Se dici soltanto “Quanta gente ha giocato al gioco? Quanti soldi possiamo farci?” Sei spacciato. Sei finito ancora prima di iniziare».
Probabilmente è quello che è accaduto a Super Mario Bros, film del 1993 andato in negativo di 27 milioni di dollari, e a tanti altri titoli successivi per cui non sono state fatte le giuste considerazioni. Eppure ci sono lungometraggi ispirati a giochi tradizionali che riescono a catturare il pubblico: il poker, la roulette, il blackjack e in generale il mondo dei casinò non rovinano necessariamente una pellicola, qualora si parta da storie da raccontare e non si pensi soltanto agli introiti. Rounders, ad esempio, tradotto in Italia con Il giocatore, ha avuto un grande successo al botteghino, complici gli attori, fra cui spiccano Matt Damon nei panni del protagonista Mike e John Malkovich, e complice il fatto che la trama sia di primaria importanza e non sottovalutata in nome di quanto attiri il poker in generale.
Altro connubio di successo è stato quello fra il libro Casinò di Nicholas Pileggi e l’omonimo film uscito nel 1995: sarà che la regia è di Martin Scorsese e che i protagonisti sono Robert De Niro e Sharon Stone, ma anche in questo caso la trasposizione cinematografica è stata ben accolta perché la trama è appassionante. I giochi tradizionali piacciono ancora molto e il mito che se un passatempo di successo viene tramutato in film non può diventare che un flop è da sfatare. Questi stessi giochi sono stati oggi digitalizzati, hanno raggiunto una audience più ampia e se anche per esempio la tombola online di William Hill sta riscuotendo successo, su quali basi possiamo dire che un eventuale film ispirato a questo gioco sarebbe un fallimento. Le perdite al botteghino derivano più che altro da videogiochi che diventano film e che seguono le dritte sbagliate, non da giochi in generale trasposti sul maxischermo.
Per uno Street Fighter – Sfida finale (1994) deludente, un Final Fantasy: The Spirits Within (2001) che scontenta tutti e un Resident Evil (2002) che deraglia fuori dai binari segnati dal videogioco, esistono un Giocatore, un Casinò e un 21 di successo. 21, film del 2008 basato su una storia vera, non conta su un cast stellare, ma sul blackjack e su una narrazione puntuale e ben svolta. La discriminante fra un film di successo proveniente da un gioco e uno che si rivela un flop non risiede nel fatto che quel gioco sia tradizionale oppure da console; il vero problema dei film ispirati ai videogiochi è che vengono a mancare una trama appassionante e una storia ben strutturata.
Alle parole di Thomas Tull possiamo aggiungere quelle di David S Goyer, sceneggiatore di Batman Begins e L’uomo d’acciaio, che individua la falla del connubio cinema-videogiochi nel fatto che i videogiochi fatti bene sono quelli in cui ci si immedesima con la situazione e l’ambientazione; il protagonista è di secondaria importanza perché quello che il giocatore si ricorderà sempre è cosa ha fatto a un determinato livello, quando è avvenuta la svolta, e queste emozioni non possono essere restituite da un film.
Tutti gli occhi sono ora puntati su Tetris, di cui la casa di produzione Threshold Entertainment ha acquisito i diritti per fare un film. Potrebbe sembrare strano costruire una pellicola basandosi su uno dei più famosi videogame degli anni Ottanta, quello in cui andavano impilati con precisione i mattoncini che cadevano dall’alto, ma Larry Kasanoff, CEO della casa di produzione, ha rassicurato tutti con frasi che in realtà non risultano cristalline: «Non sarà un film dove un gruppo di linee si rincorrono sullo schermo. Non stiamo lasciando spazio alla forme geometriche. C’è una storia dietro a Tetris che lo renderà una cosa molto più fantasiosa». Dobbiamo preparaci all’ennesimo flop cinema-videogioco, oppure la storia da raccontare è davvero fantasiosa? Speriamo che la Threshold Entertainment faccia tesoro dei fallimenti avvenuti prima di lei.