Molte donne sono sottoposte a interventi medici e tagli cesarei pur non avendone bisogno: un documentario denuncia questa violazione dei diritti umani. Sabato 23 febbraio la proiezione in piazza Cernaia
Agnes Gereb è un’ostetrica ungherese, che negli ultimi trent’anni si è battuta perché nel suo Paese fossero consentite la presenza dei padri al momento del parto e la scelta di partorire in casa o in luoghi diversi dall’ospedale. Ha aiutato oltre 3.500 bambini a nascere, tuttavia nel 2007 le è stata revocata per tre anni l’abilitazione alla professione e nel 2010 è stata arrestata, ufficialmente con l’accusa di negligenza.
Una delle sue pazienti, Anna Ternovsky, ha denunciato la sua libertà di scelta alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, che in una sentenza del 2010 ha stabilito che ogni donna ha il diritto legale di decidere dove e come partorire.
La storia di queste due donne è raccontata nel documentario Freedom of birth, che sarà proiettato a Genova (piazza Cernaia) sabato 23 febbraio alle 15.30, un evento organizzato dalla rete di ostetriche libere professioniste LiberaMente Mamma. Lanciato il 20 settembre 2012, Freedom of birth è un film di 58 minuti che è già stato proiettato più di 1.000 volte in oltre 50 Paesi del mondo.
Le vicende di Agnes Gereb e Anna Ternovsky sono raccontate in una panoramica delle violazioni dei diritti delle partorienti che ancora oggi sono effettuate in molti Paesi: in particolare, l’essere costrette a partorire in ospedale e non in altri luoghi di loro scelta, oppure l’essere sottoposte a interventi chirurgici o tagli cesarei anche quando non vi è necessità.
Questo video rappresenta una versione “ridotta” del documentario, con spezzoni di interviste ad Agnes Gereb e altre persone che lavorano nello stesso ambito.
Marta Traverso