Oltre 27 milioni di euro per contrastare l'emergenza lavoro nel biennio 2014/2015: come verranno investiti? Dalla formazione (9 M) ai i tirocini extra curriculari (5 M), dal sostegno all'autoimpiego e all'imprenditorialità (3,2 M) sino al servizio civile (500 mila euro)
Il primo maggio 2014 è ufficialmente partita la Garanzia Giovani (Youth Guarantee), il piano europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile che prevede l’erogazione di finanziamenti – per i Paesi membri con tassi di disoccupazione superiori al 25% – destinati a politiche attive di orientamento, istruzione, formazione e inserimento al lavoro, al fine di sostenere i giovani (dai 15 ai 29 anni) non impegnati in un’attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo (Neet – Not in Education, Employment or Training).
Il Programma Operativo Nazionale individua le azioni comuni su tutto il territorio italiano, mentre ogni Regione ha adottato il proprio piano attuativo. Per la Liguria parliamo di oltre 27 milioni di euro (M) da investire – nel biennio 2014/15 – per contrastare l’emergenza lavoro con misure tradizionali, quali la formazione (circa 9 M dei complessivi 27 M), i tirocini extra curriculari (5 M), l’accoglienza, la presa in carico e l’orientamento (1,8 M), gli incentivi fiscali alle imprese (il cosiddetto “bonus occupazionale” che sarà gestito dall’Inps; 2,7 M in Liguria), ed altri interventi più innovativi, come l’accompagnamento al lavoro (3,9 M), il sostegno all’autoimpiego e all’imprenditorialità (3,2 M), la mobilità professionale transnazionale e territoriale (798 mila euro), il servizio civile (500 mila euro).
Alla data del 12 giugno si sono registrati a Garanzia Giovani 82.713 ragazzi/e, 51.784 lo hanno fatto attraverso il sito nazionale (www.garanziagiovani.gov.it) e 30.929 attraverso i portali web regionali. In Liguria finora è stata raggiunta quota 547 (ovvero, in termini percentuali, lo 0,7% del totale).
Il programma Garanzia Giovani è attentamente monitorato – ogni settimana – dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per verificare l’effettiva funzionalità degli interventi, e viene rendicontato alla Commissione Europea che ha istituito una premialità per le nazioni virtuose, capaci di utilizzare gli strumenti in modo efficace, e nel contempo toglierà risorse a chi non sarà in grado di usarle in maniera adeguata, già durante il corso del programma e non soltanto al termine. Le Regioni hanno una funzione di coordinamento della rete dei servizi pubblici per l’impiego (e privati accreditati) – chiamata a gestire la fase di accoglienza e orientamento, per individuare singoli percorsi individuali in linea con le rispettive attitudini, nonché esperienze professionali – e dovranno eseguire l’attività di monitoraggio degli interventi, allo scopo di osservare il processo di attuazione delle misure, i servizi erogati, il numero ed il profilo dei beneficiari, l’avanzamento della spesa.
Il piano è un’occasione importante per le imprese che potranno beneficiare delle agevolazioni previste nei diversi territori regionali. Il Ministero sta coinvolgendo le aziende attraverso la sottoscrizione di protocolli con le principali associazioni di categoria. Sono previsti bonus occupazionali per le nuove assunzioni ed incentivi specifici per l’attivazione di tirocini e contratti di apprendistato, o la trasformazione di un tirocinio in contratto di lavoro; inoltre, strumenti di accesso al credito sono messi a disposizione dei giovani per favorire l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego. Per accedere a tali benefici le aziende rispondono ad avvisi pubblici e bandi regionali, nei quali sono indicate modalità di partecipazione e prerequisiti necessari.
«Considerato che nella nostra regione il 21% dei giovani non studia e non lavora, penso sia prioritario intervenire nell’efficientamento delle strutture pubbliche deputate all’incontro tra la domanda e l’offerta nel mercato del lavoro – ha recentemente affermato il consigliere regionale d’opposizione Lorenzo Pellerano (Lista Biasotti) – La Liguria ha di fronte a sé la grande sfida del progetto europeo Garanzia Giovani. È importante che, in questa prospettiva, i Centri per l’impiego (Cpi), porta di accesso alla Garanzia Giovani, arrivino preparati in termini di efficienza, risorse ed organizzazione. Inoltre, la Liguria a differenza di altre Regioni, ha scelto di non creare un portale ad hoc per il progetto. A mio parere occorre rimediare subito, visto che internet, per il 62% di ragazzi/e, è lo strumento privilegiato di informazione, anche quando si tratta di cercare un lavoro».
Lorena Rambaudi, assessore alle politiche sociali della Regione Liguria e coordinatore nazionale della Commissione politiche sociali della Conferenza delle Regioni, su Servizio Civile, Regioni e Garanzia Giovani, conferma «La Garanzia Giovani è una buona opportunità e allo stesso tempo una grande sfida. Infatti, dovremo essere capaci di concretizzare le azioni progettate nel piano attraverso i servizi che abbiamo a disposizione. L’obiettivo è avvicinare il mondo della formazione scolastico-professionale dei ragazzi con il mondo delle imprese e del lavoro, due universi oggi ancora troppo distanti».
«Il servizio civile è uno degli assi di intervento previsti dal programma, alcune Regioni hanno deliberato risorse importanti in merito – continua Rambaudi – Teniamo conto che spesso l’esperienza formativa del servizio civile si trasforma in concreta opportunità occupazionale. A livello nazionale abbiamo cercato di chiarire come orientare i fondi disponibili. Per le Regioni dotate di leggi sul servizio civile regionale, questo è il caso della Liguria, i finanziamenti saranno orientati in tal senso. Per le Regioni che non hanno proprie specifiche leggi, invece, l’idea è quella di fare un unico bando di servizio civile nazionale 2014-15, al quale saranno unite le risorse della Garanzia Giovani. In Liguria parliamo di 500 mila euro destinati al servizio civile regionale, non tramite bandi ma, come stiamo già facendo, attraverso collaborazioni con enti accreditati (patti di sussidiareità), un sistema più flessibile in grado di adattarsi per coinvolgere singoli giovani».
La Giunta regionale, con Delibera n. 503 del 29 aprile scorso, ha approvato lo Schema di Convenzione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per la realizzazione in Liguria del Programma Operativo Nazionale per l’attuazione della Iniziativa Europea per l’Occupazione dei Giovani. La data prevista per l’avvio delle attività è il 1° maggio 2014, e la durata è fissata al biennio 2014-2015. Per la realizzazione del Programma alla Regione Liguria sono attribuite risorse complessive pari a euro 27.206.895,00. Il suddetto importo è così suddiviso per ognuna delle misure previste: Accoglienza, presa in carico e orientamento € 1.816.000,00; Formazione € 9.075.480; Accompagnamento al lavoro € 3.934.700; Apprendistato € 0; Tirocinio extra-curriculare, anche in mobilità geografica € 5.025. 350,00; Servizio civile € 501.500,00; Sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità € 3.276.400; Mobilità professionale transnazionale e territoriale € 798.465,00 Bonus occupazionale € 2.779.000,00.
“La Regione si impegna a predisporre la dichiarazione delle spese sostenute in qualità di Organismo Intermedio, da inviare all’Autorità di Gestione e all’Autorità di Certificazione del PON-YEI (Programma Operativo Nazionale-Youth Employment Initiative, ndr)”, sottolinea la Convenzione. La Regione “si impegna ad eseguire i controlli di primo livello […] anche in loco presso i beneficiari delle operazioni, al fine di verificare la corretta applicazione del metodo di rendicontazione stabilito attraverso l’esame del processo o dei risultati del progetto; a fornire al MLPS (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ndr) DG Politiche Attive e Passive del Lavoro tutta la documentazione relativa allo stato di avanzamento degli interventi, necessaria in particolare per l’elaborazione della Relazione annuale di attuazione e della Relazione finale di attuazione del PON-YEI; a predisporre monitoraggi semestrali sugli stati di avanzamento delle attività”. Infine “Qualora le risultanze del monitoraggio evidenzino disallineamenti nell’implementazione del Piano di Attuazione Regionale della Garanzia per i Giovani, la Regione e il Ministero concordano di porre in essere interventi mirati di rafforzamento, ivi inclusa la possibilità di un affiancamento da parte del Ministero del Lavoro e delle sue agenzie strumentali e di eventuali condivisi interventi in sussidiarietà”.
«Nei confronti della Garanzia Giovani è stato manifestato un notevole interesse, sia da parte delle istituzioni pubbliche, che dai soggetti imprenditoriali privati – spiega Michele Scarrone, direttore della Direzione Politiche Formative e del Lavoro, Provincia di Genova – Noi svolgeremo un ruolo di coordinamento, in stretto raccordo con la Regione. Stiamo definendo gli ultimi passaggi in tal senso. La fase di accoglienza e orientamento sarà a carico dei Centri per l’impiego che dovranno monitorare le azioni compiute dagli utenti del programma. Per quanto riguarda alcune delle misure previste, l’intenzione è di promuoverne lo sviluppo attraverso soggetti diversi: enti di formazione, agenzie del lavoro (ad esempio l’accompagnamento al lavoro), associazioni di categoria (tirocini, apprendistato, ecc)». Secondo Scarrone «La Garanzia Giovani vuol dire più risorse economiche, e l’opportunità di focalizzare tali risorse sullo specifico target dei “giovani”, categoria che sta pagando il prezzo più alto della crisi. Non vedo misure particolarmente nuove, parliamo di accogliere le persone, orientarle, indirizzarle alla formazione, oppure verso esperienze di tirocinio e apprendistato, a seconda delle singole peculiarità e necessità. Da questo punto di vista, le azioni sono pressoché le stesse che ormai da anni stiamo portando avanti. Tuttavia, in Italia, la loro diffusione è avvenuta a macchia di leopardo. E determinati territori sono rimasti indietro. Ma non parliamo della Liguria dove esistono le buone pratiche, ad esempio nel campo della formazione e dei tirocini, punti di forza dei Cpi della Provincia di Genova (leggi l’approfondimento, ndr)».
Uno degli aspetti più importanti del programma è il maggiore coinvolgimento delle imprese «Tramite la sottoscrizione di protocolli con le associazioni di categoria, a partire da Confindustria – sottolinea il direttore Scarrone – Le imprese, in Liguria, confluiranno dentro un Ati (associazione temporanea d’impresa) che erogherà i servizi non erogati direttamente dai Centri per l’impiego (quindi attivazione di tirocini e contratti di apprendistato, ecc). Ovviamente in stretto rapporto con i Cpi. A breve dovrebbe uscire uno specifico bando regionale».
Infine, la Garanzia Giovani potrebbe essere l’occasione propizia per «Ripensare il funzionamento del sistema di governance dei servizi pubblici per l’impiego (vedi l’inchiesta, ndr) – conclude Scarrone – La situazione, però, è complicata, perchè se da un lato si sta ipotizzando un nuovo sistema in grado di superare le frammentazioni e consentire un lavoro sinergico a livello centrale e locale, dall’altro si procede a smantellare quello esistente. Mi riferisco alla cancellazione delle Province, enti commissariati che oggi gestiscono i Cpi. Il problema è tenere insieme le due cose, garantendo la capacità di erogazione dei servizi. Noi siamo stati coinvolti nella definizione del piano contro la disoccupazione giovanile, ma è del tutto evidente che abbiamo un problema di sotto rappresentanza politica. Inoltre, la continua incertezza sulla futura attribuzione delle competenze, complica la rilevazione dei fabbisogni del territorio».
Matteo Quadrone