Il Consiglio dovrebbe approvare la delibera con il tracciato definitivo per dare il via agli espropri e procedere con l'iter, ma i consiglieri di Lista Doria, M5S, Sel e Fds annunciano che voteranno contro. Se ciò dovesse verificarsi il prossimo Consiglio comunale porterebbe in seno una crisi di maggioranza
La Gronda continua a far parlare di sé in attesa della delibera che dovrebbe porre soluzione definitiva alla delicata questione degli interferiti (gli abitanti che devono subire espropri per la realizzazione della nuova infrastruttura) e dare parere favorevole al tracciato definitivo dell’opera in modo che la Conferenza dei servizi possa decretarne la pubblica utilità. Il documento sarà discusso martedì 13 gennaio nella prima seduta di Consiglio comunale del nuovo anno.
Nel frattempo, lunedì sera si è tenuta una riunione di maggioranza alquanto infuocata: non invitato Antonio Bruno capogruppo Fds, assente per scelta Gian Piero Pastorino capogruppo Sel, lo scontro è stato tutto tra Enrico Pignone, capogruppo Lista Doria, e i vari rappresentanti Pd. Da un lato, i “consiglieri del sindaco” hanno confermato la decisione di votare contro la delibera sostenuta dallo stesso Doria; dall’altro, il Partito democratico ha chiesto senso di responsabilità a tutti i partiti di maggioranza per appoggiare la giunta ed evitare così l’approvazione della delibera solamente attraverso larghe intese che aprirebbero una crisi di governo della città di difficile soluzione. Anche perché i dirigenti genovesi del più forte partito di maggioranza sono stufi delle continue critiche in arrivo dalla Regione, e da Raffaella Paita in particolare, non solo sulla questione grandi opere ma, più in generale, su una presunta cattiva gestione amministrativa di Genova. Un punto che ultimamente sembra dare parecchio fastidio anche allo stesso sindaco Doria.
«Nell’incontro di maggioranza – commenta il segretario provinciale del Pd, Alessandro Terrile – Doria si è comportato molto da sindaco, da uomo di governo ma è evidente che se lo scenario della Commissione venisse confermato e alcuni rappresentanti della maggioranza non votassero con senso di responsabilità, il rischio di andarsene tutti a casa sarebbe molto alto. È necessario che tutti i partiti richiamino all’ordine i propri consiglieri come noi abbiamo fatto su tematiche delicate e su cui non tutti i nostri rappresentanti avrebbero votato a favore come il registro delle unioni civili».
La questione Gronda, in realtà, apre possibili scenari di contrasto anche per quanto riguarda il Puc. L’infrastruttura è, infatti, contenuta nel nuovo Piano urbanistico attualmente in discussione per gli ultimi passaggi nelle Commissioni competenti: «Se dovesse passare la delibera sulla Gronda – fa capire Antonio Bruno – potrebbero esserci ripercussioni negative sull’approvazione definitiva del Puc». E in questo caso le larghe intese potrebbero non essere sufficienti. Anche se il capogruppo di Lista Doria tende subito a sgombrare il campo da ogni dubbio: «L’inserimento dell’infrastruttura all’interno del Puc è un fatto puramente tecnico: il piano urbanistico deve prevedere il tracciato di un’opera su cui comunque si era già espresso il ciclo amministrativo precedente al nostro. Il punto, invece, è che con la nuova delibera andremmo a dire che la Gronda è un’opera fondamentale: cosa assolutamente non vera».
La chiave di volta, come abbiamo più volte anticipato, resta quella dell’esecuzione della nuova bretella autostradale per lotti funzionali, partendo dal “raddrizzamento” della A7 su cui tutti i soggetti in campo, ministro Lupi compreso, si sono sempre detti concordi.
Ora gli uffici del sindaco lavoreranno per limare il più possibile la delibera e non è escluso che vengano previsti ordini del giorno, emendamenti o mozioni che riguardino le opere compensative a carico di chi deve realizzare la Gronda e provino a mettere nero su bianco la proposta dei lotti funzionali.
«È evidente – ammetta il vicesindaco Stefano Bernini – che i recenti eventi alluvionali rendano necessari maggiori approfondimenti sul livello esecutivo, che anche per le prescrizioni delle Via, deve essere affrontato in Conferenza dei servizi soprattutto per quanto riguarda le questioni relative alle terre e alle sorgenti d’acqua. Ma questo è il lavoro dei prossimi due anni». Secondo Bernini la palla è soprattutto nelle mani del governo: «Il ministro Lupi ha lanciato l’idea del primo lotto solo ma non ha più sciolto il nodo. Certamente è indispensabile realizzare tutto quanto possa servire a decongestionare i collegamenti su gomma con il porto di Genova: il primo lotto ha una sua innegabile funzione in questo senso. A mio avviso anche il resto dell’opera è importante per raggiungere l’obiettivo ma può essere che il governo decida di andare per lotti separati. Ora però è indispensabile trovare una soluzione per gli interferiti che sono in ballo da 5 anni».
«Non è vero – replica Enrico Pignone – che dobbiamo per forza approvare il tracciato definitivo della Gronda per poter sistemare la questione degli interferiti. Scriviamo una delibera che risolve le problematiche di chi dovrà subire gli espropri, dichiariamoci tutti favorevoli al primo lotto e poi lasciamo che la questione del tracciato e della pubblica utilità dell’opera venga discussa in Conferenza dei servizi».
Tutto si deciderà il 13 gennaio ma qualcosa potrebbe muoversi già mercoledì 7 in Commissione. Senza dimenticare che l’11 gennaio ci sono le primarie per le regionali: finita la campagna elettorale e ottenuto il nome del candidato vincitore per il Pd (benché sia Paita che Cofferati siano favorevoli alla realizzazione dell’infrastruttura, seppure con sfumature diverse) il quadro potrebbe decisamente mutare. E poi resta sempre da vedere quanto Autostrade per l’Italia abbia ancora voglia di investire tanto denaro su un’opera così discussa.
Simone D’Ambrosio