Il bilancio dopo un anno di gestione dello spazio di vico Mele, primo e unico locale in Liguria ricavato da un bene confiscato alla mafia. L’obiettivo per il 2013 è una maggiore sinergia con le istituzioni
26 gennaio 2012: in vico Mele, nel quartiere Maddalena del Centro Storico di Genova, inaugura In Scia Stradda. Si tratta del primo e unico locale in Liguria ricavato da un bene confiscato alla mafia, ristrutturato dal Comune con una spesa di 22.000 € (fondi disponibili nell’ambito del Patto per lo Sviluppo della Maddalena) e dato in gestione tramite bando alla cooperativa sociale Il Pane e le Rose, nata nel 1987 dalla costola della Comunità San Benedetto al Porto di Don Andrea Gallo. La cooperativa è stato l’unico ente a presentarsi per questo bando e ha ottenuto gli spazi in comodato d’uso gratuito.
All’interno di In Scia Stradda è possibile acquistare prodotti alimentari equosolidali, a km zero e provenienti dai territori confiscati alle mafie, ma anche libri e dvd, abbigliamento, manufatti prodotti all’interno della Comunità San Benedetto al Porto, e infine quelle che i gestori chiamano cianfru (da “cianfrusaglie”), oggetti portati da persone che non li utilizzano più, per favorire una cultura dello scambio e del riuso.
Obiettivo di In Scia Stradda non è solo quello di essere un’attività commerciale per chi vuole acquistare in maniera consapevole, ma anche diventare un punto di riferimento per contrastare la criminalità e microcriminalità nel centro storico, riqualificare il quartiere e portare avanti le esperienze che a partire dalla Casa di Quartiere Ghettup stanno portando i cittadini della Maddalena ad attivarsi per migliorare la zona in cui vivono.
La gestione del negozio, a cura della cooperativa, è in collaborazione con la sezione genovese di Libera Contro le Mafie e il presidio Francesca Morvillo, Banca Etica, Bottega Solidale e la Cooperativa Sociale Il Laboratorio.
IL PRESENTE
A un anno dall’inaugurazione, quali obiettivi sono stati portati a termine dai gestori di In Scia Stradda?
Il bilancio del 2012 è nettamente positivo, come ci spiega Domenico Chionetti della Comunità San Benedetto al Porto: «Le vendite sono state molte, soprattutto nel periodo natalizio. Abbiamo chiuso l’anno in attivo, così da poter reinvestire i soldi nelle attività delle associazioni coinvolte: le uniche spese del negozio sono infatti le bollette della luce e della connessione Internet, i prodotti venduti arrivano dalle nostre cooperative e tutti coloro che lavorano a In Scia Stradda sono volontari non professionisti».
L’obiettivo di questo anno è una maggiore sinergia con le istituzioni, per riconfermare ed espandere le attività in corso, soprattutto visto l’ottimo rapporto con le associazioni della Maddalena e con i suoi abitanti.
Una sinergia fondamentale anche per garantire l’apertura di altre attività in locali confiscati alla mafia: come recentemente presentato in un rapporto di Libera Contro le Mafie e Legacoop Liguria, in Liguria ci sono 40 edifici confiscati alla mafia, di cui solo 12 all’interno del Comune di Genova. Il processo che porta a una loro ri-destinazione a uso sociale è tuttavia molto lungo, come ci illustra Simone Busi di Libera: «La normativa prevede che lo Stato valuti in primo luogo se ha necessità dei luoghi per propri fini: per esempio, il Centro di Giustizia Minorile di Genova ha alcuni locali proprio in edifici confiscati. In secondo luogo, se non vi è questa necessità, si procede all’assegnazione per fini sociali. Attualmente però non c’è alcun edificio con queste caratteristiche, sebbene vi siano processi in corso che – se si concluderanno con una sentenza definitiva di condanna – porteranno all’acquisizione di nuovi locali».
L’auspicio di Libera (e anche il nostro) è proprio che nel tempo sia possibile ristrutturare e donare alla città altri locali, come avvenuto per quello di vico Mele, e che associazioni e cooperative sociali si impegnino a ridare loro vita.
Marta Traverso
[foto tratta dalla pagina Facebook In Scia Stradda]