Oggi un incontro pubblico presso la sala del Consiglio Provinciale in Largo Lanfranco 1 per sostenere la campagna e stimolare il dibattito sui diritti di cittadinanza
La campagna nazionale “L’Italia sono anch’io”, promossa da 19 associazioni della società civile con l’obiettivo di raccogliere le firme necessarie per presentare due proposte di legge di iniziativa popolare – una per facilitare l’acquisizione della cittadinanza, l’altra per concedere il diritto di voto agli immigrati regolarmente soggiornanti nel nostro Paese – partita nel dicembre scorso, procede a gonfie vele anche grazie alle numerose iniziative che le ruotano attorno.
Una di queste si svolgerà oggi pomeriggio alle ore 16:30 presso la Sala del Consiglio Provinciale in Palazzo Doria Spinola (Largo Lanfranco 1). Un incontro pubblico per sostenere la campagna e stimolare il dibattito sulla questione dei diritti di cittadinanza, con la presenza, tra gli altri, dell’assessore alle Iniziative per la Pace della Provincia di Genova, Milò Bertolotto, di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione Arci e Giorgio Pagano, portavoce di JanuaForum. Ci sarà spazio per la testimonianza di Onorina Gardella, insegnante e psicologa, che presenterà alcune interviste video realizzate nelle scuole, per mostrare il punto di vista dei bambini italiani e stranieri. E ancora gli interventi di Carla Peirolero, Direttrice del Suq Festival e dell’attore Enrique Balbotin.
“La Provincia di Genova ha subito aderito alla campagna perché questa ci è sembrata davvero una battaglia di civiltà – spiega l’assessore provinciale Milò Bertolotto – concedendo anche la disponibilità dei nostri uffici relazioni con il pubblico (Salita Santa Caterina 52 r) per la raccolta firme”.
Il 18 gennaio proprio in Consiglio provinciale si è discussa una mozione sulla riforma del diritto di cittadinanza, presentata dal gruppo Pd (prima firmataria Maria Angela Milanta) che invitava la giunta a schierarsi a favore dello “ius soli” (è cittadino italiano chi nasce in Italia) a scapito dello “ius sanguini” attualmente in vigore (è cittadino italiano chi nasce da madre italiana, anche fuori dai confini nazionali), sollecitando il Parlamento a discutere una proposta di legge in tal senso, sostenuta da presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e da “un vasto cartello di associazioni”.
“La mozione è stata approvata a maggioranza con 17 voti favorevoli” – spiega Bertolotto. L’opposizione si è astenuta mentre l’unico voto contrario è stato quello del consigliere Pdl Paolo Bianchini.
A Genova tra i comitati promotori della campagna troviamo una miriade di associazioni, una partecipazione trasversale che coinvolge Acli, Arci, Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Cgil, Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Sei Ugl, Tavola della Pace, Bottega solidale,Colidolat,Giovani Mussulmani Italiani, Centro Islamico, Libera, Federazione Provinciale SEL, AMRI, Associazione Al Mohammadia, Baia del Re, Music For Peace, Coop Paideia, Senza paura, Usciamo dal silenzio, Associazione Al Wifaq, Casa di Quartiere, Ghettup TV, Associazione Il Cesto, Arci Gay, Arci Lesbica, Provincia di Genova, Comune di Mignanego.
“È importante parlare dei diritti di cittadinanza anche dal punto di vista culturale – prosegue Bertolotto – Per fortuna siamo usciti da quella fase in cui il cittadino straniero veniva etichettato come criminale”.
Una tendenza che si era fatta largo con la complicità di alcune forze politiche e l’enfasi posta su alcuni fatti di violenza, da una parte del mondo dell’informazione.
“La società civile ha compiuto numerosi passi avanti rispetto alla legislazione nazionale”, sottolinea l’assessore.
Oggi sono quasi un milione i minori, figli dell’immigrazione, residenti in Italia. Oltre 500 mila sono nati qui e più di 700 mila frequentano le nostre scuole, ma non sono considerati cittadini italiani.
“Io credo che il fenomeno dell’immigrazione, direttamente correlato ai diritti di cittadinanza, sia prima di tutto una questione umana – continua Bertolotto – Invece spesso parliamo di queste persone in termini meramente numerici“.
“Sono tematiche che lentamente diventano sempre più condivise – conclude Bertolotto – Forse anche il periodo di crisi economica, una situazione di difficoltà che coinvolge tutti senza distinzioni, ha consentito ai cittadini di acquisire una maggiore consapevolezza“.
Matteo Quadrone
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