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Ex caserma Gavoglio: riprendiamoci gli spazi del Lagaccio

Sabato 27 ottobre 2012, alle ore 10, cittadini e associazioni puliranno gli spazi di fronte all'ex caserma. L'obiettivo è tenere viva l'attenzione sul futuro di un'area di 60 mila metri quadrati abbandonata da 40 anni


26 Ottobre 2012Notizie

Domani, Sabato 27 ottobre 2012, dalle ore 10, al Lagaccio, nell’area antistante l’ingresso dell‘ex Caserma Gavoglio e di fronte alla Parrocchia di San Giuseppe, in via Lagaccio, si svolgerà la manifestazione: “Voglio la Gavoglio – riprendiamoci gli spazi”.

L’iniziativa – organizzata nell’ambito del percorso di quartiere “Voglio la Gavoglio”  – vedrà la partecipazione di numerosi cittadini, Parrocchia di San Giuseppe di via Lagaccio, Comitato Lagaccio, La Fratellanza Artigiana Genovese, Progettare la Città / la Valle del Lagaccio, ass. Quartiere in Piazza, Centro Sociale Autogestito TDN, Ya Basta Genova, Gruppo Amici Lagaccio, Gastronomia Lagaccio, alcuni commercianti di via Lagaccio.
In attesa di un cenno dell’amministrazione comunale, la quale ha recentemente promesso l’avvio di un processo partecipativo per ridefinire il PUC, abitanti e associazioni scendono in strada con l’obiettivo di non far calare l’attenzione sull’area dell’ex Gavoglio – 60.000 metri quadrati chiusi ai cittadini ormai da 40 anni – che, invece, potrebbero trasformarsi in un’opportunità per il futuro del Lagaccio. «Aspettando il Comune…iniziamo a fare», questo lo slogan della giornata di Sabato, quando le persone coinvolte ripuliranno alcuni spazi di fronte alla ex Caserma, anch’essi lasciati in abbandono e occupati dalla presenza di un cantiere edile che non avrebbe alcuna ragione d’essere, considerato che il termine dei lavori era stabilito per fine febbraio 2010.

Il percorso “Voglio la Gavoglio” unisce realtà associative e cittadini – impegnati da anni nel quartiere – in occasione della proposta dell’ultimo PUC che prevede un aumento delle aree agibili (quindi edificabili) pari al 130% del costruito esistente dentro la Gavoglio. Il precedente PUC (2001), invece, prevedeva la diminuzione al 70% del costruito. “Voglio la Gavoglio” ha presentato 450 osservazioni al PUC, inceppando la macchina comunale ed ottenendo un incontro ad agosto con il Vice Sindaco, Stefano Bernini.

Durante l’incontro sono state presentate alcune richieste, in particolare:
-realizzare un percorso di riprogettazione del PUC con la partecipazione del territorio. Il Vice Sindaco Bernini ha risposto che il Comune intende rivedere il PUC in alcuni punti e l’amministrazione individuerà un adeguato percorso di confronto con le comunità di cittadini (…alla quale appartiene anche il Comune, aggiungiamo noi);
-realizzare un’assemblea pubblica su questo tema;
– verificare la presenza di amianto nell’area. In merito a questo punto, sottolineano i promotori dell’iniziativa, non è ancora arrivata una risposta;
– come osservazione aggiuntiva si è contestata la delibera fatta a maggio, a fine Giunta Vincenzi, che prevede il futuro della grande palazzina Ex Sati, sempre in via Lagaccio (su questo dettagli di seguito).

La festa di domani vuole focalizzare l’attenzione sulle criticità che affliggono l’area.

In diversi incontri pubblici l’ex assessore comunale, Mario Margini, ha menzionato un’opera di bonifica fatta dal Comune nei 5 anni passati. Questa affermazione, tra le altre, conferma il problema amianto. Inoltre, decine di colloqui con tecnici, esperti, assessori, testimoniano la preoccupazione per la presenza di amianto, non messo in sicurezza per lungo tempo. Il primo dato che emerge è la mancanza di informazioni: l’amianto – se esposto alle intemperie e all’aperto – potrebbe essersi diffuso in una zona densamente popolata, senza alcun controllo. «A causa del vento, alcuni tetti degli edifici sopra la caserma sono stati scoperchiati facendo sì che la copertura, forse di amianto rivestita di catrame, si sbriciolasse investendo il quartiere con le sue polveri e nessuno è intervenuto – denuncia “Voglio la Gavoglio” – Mentre attendiamo l’apertura del tavolo per ridisegnare le linee del Puc, sarebbe necessario scoprire cosa si nasconde nell’area. Manca un’analisi seria per capire quanto amianto è ancora presente in loco ed il suo livello di pericolosità per la popolazione».

Ma non è tutto. Nella caserma esistono altri pericoli: parliamo di una rete di tunnel mai esplorata e di un rivo che scorre sotto la Gavoglio senza confini precisi e che potrebbe precludere alcune tipologie di costruzione (ad esempio box interrati).
La Gavoglio è aperta per chiunque voglia entrarci: è sufficiente spingere il grande cancello all’ingresso o passare in diversi punti della sua enorme cinta. Tutto ciò, prima o poi, provocherà situazioni di pericolo per bambini, giovani, persone in cerca di un riparo. Per questo i cittadini chiedono la massima attenzione e celerità nell’occuparsi della questione.

Inoltre, una parte del muro di cinta sul fianco sinistro è crollato, ormai da lungo tempo e non è mai stato riparato, mentre la viabilità sulla strada è impegnativa e rischiosa, soprattutto per chi transita a piedi.

Infine la vicenda dell’Ex Sati: La palazzina Sati – bloccata da decenni senza apparenti motivi – è stata destinata a parcheggi con una delibera del maggio scorso (ex Giunta Vincenzi). La delibera, però, destina alcune migliaia di mq alla realizzazione di appartamenti ad uso sociale. «Niente contro questo tipo di alloggi – conclude “Voglio la Gavoglio” – ma gli ex assessori Mario Margini e Bruno Pastorino, avevano affermato pubblicamente che questi spazi sarebbero stati a disposizione del quartiere, come da richiesta dei cittadini. Si chiedeva, ad esempio, una sala che potesse ospitare incontri pubblici, riunioni e spazi per le attività delle diverse e meritevoli realtà che nel quartiere continuano a fare animazione sociale per anziani e minori».

 

 

Matteo Quadrone


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