Una forma contrattuale applicata in maniera impropria nel settore del commercio e dei servizi. Le aziende risparmiano sui costi ma i lavoratori hanno minori tutele e retribuzioni inferiori
Lavoratori di fatto dipendenti, ma assunti come soci, a scapito dei propri diritti e con una retribuzione inferiore. È quello che accade frequentemente a commessi/e dei negozi, ma non solo.
Parliamo del contratto di associazione in partecipazione, disciplinato dal codice civile e dalla legge 276/03, si configura come un rapporto tra due soci di un’attività imprenditoriale. Il problema però è la sua applicazione impropria, soprattutto nel settore del commercio e dei servizi.
“Si tratta di una sorta di escamotage che permette alle aziende di assumere personale risparmiando sui costi – spiega Aurelia Buzzo, segreteria Filcams Cgil – rapporti di lavoro che in realtà hanno tutte le caratteristiche del lavoro subordinato con orari fissi obbligatori, giorni festivi lavorativi e di conseguenza minori tutele e diritti. E soprattutto retribuzioni inferiori rispetto a quelle previste dal contratto nazionale dei pubblici esercizi”.
Inoltre al termine del rapporto oltre al danno si può verificare pure la beffa: il contratto di partecipazione in associazione prevede infatti la partecipazione dei soci alla divisione di utili e perdite dell’attività imprenditoriale. Con la conseguente richiesta della restituzione di una parte di quote ricevute mensilmente. In altri termini la restituzione di una parte della propria retribuzione!
Per quanto riguarda i pubblici esercizi però c’è anche una buona notizia. “Una recente sentenza ha infatti riconosciuto a due lavoratori assunti con questa tipologia contrattuale, il diritto alla trasformazione del contratto di lavoro in un rapporto a tempo indeterminato”, racconta Aurelia Buzzo.
Ovviamente – come conferma Aurelia Buzzo – è arduo fare una stima di quanti lavoratori siano coinvolti perché siamo di fronte ad un fenomeno sommerso.
“Spesso purtroppo gli stessi lavoratori non conoscono a sufficienza i propri diritti – continua Buzzo – Inoltre il periodo di crisi che attraversiamo non fa che aumentare il numero di persone in difficoltà. È un mix che porta i lavoratori ad accettare qualsiasi condizione perché sono maggiormente ricattabili”.
Proprio con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, cittadini e lavoratori, domani approda a Genova la campagna nazionale “Dissociati!” organizzata da Filcams (Federazione italiana del commercio, turismo e servizi) e Nidil (Nuove identità di lavoro) Cgil contro l’abuso del contratto di associazione in partecipazione nel commercio e nei servizi. Dalle 15 alle 18 davanti al Centro Commerciale della Fiumara, entrata di ponente, sarà allestito un gazebo per distribuire materiale informativo e saranno presenti i rappresentanti sindacali.
“Vogliamo mettere in evidenza l’entità del danno subito da questi lavoratori – spiega Aurelia Buzzo – e la Fiumara ci sembra la location ideale”.
Matteo Quadrone