Solo due artiste italiane selezionate per il bando europeo Creart: Lidia rappresenterà il nostro Paese nella Mostra Itinerante Europea a Valladolid (Spagna), Lecce e Arad (Romania)
CreArt è un progetto europeo rivolto a giovani artisti, approvato nel marzo 2012 dalla Commissione Europea e che prevede l’impegno di 12 città partner in tutta Europa (tra cui Genova) coordinate da Valladolid.
Tra le varie iniziative in campo, è in programma una Mostra Itinerante Europea “Più reale del reale” che, percorrendo diverse città, mostrerà il lavoro di 17 artisti selezionati in rappresentanza del proprio Paese. Scopo del progetto è incentivare la mobilità degli artisti e la circolazione delle loro opere.
Tra gli artisti scelti dalla curatrice del progetto Ilaria Bonacossa, due italiane: Annalisa Macagnino di Lecce e Lidia Giusto di Genova (più precisamente, di Cogoleto).
La sua attività artistica, basata su immagini in bianco e nero con una forte ricerca del chiaroscuro, ha trovato da tempo sua primaria fonte di ispirazione – come lei stessa spiega a introduzione del suo portfolio – è il «tema degli abbandoni industriali, civili. Si è posto di fronte ai miei occhi un nuovo modo di vedere, filtrandolo attraverso l’obiettivo e cercando di trasmettere sensazioni. Fotografia dell’abbandono, archeologia industriale e urbana, è per me una ricerca di tracce di ciò che un tempo era e che oggi ancora è (anche se a volte profondamente mutato nella sua struttura originaria) e di solito non viene osservato con consapevolezza. Il percorso che ho intrapreso sulla tematica dell’abbandono è un progetto di divulgazione visiva, il cui scopo è quello di comprendere come sia possibile riscoprire emozioni in luoghi dimenticati, ma allo stesso tempo vivissimi, con il fardello di storia importante che tutto ha dietro di sé».
Lidia ha partecipato con le sue opere fotografiche a diverse mostre in città, personali e collettive, e ha collaborato con numerosi progetti artistici genovesi tra cui Vanuart e la casa editrice Cani dall’inferno.
Chiediamo a Lidia di spiegare come è nata e com’è nata e come si è evoluta la sua ricerca artistica: «Ho iniziato a fotografare da bambina, con una Nikon analogica di mio padre. Intorno ai sedici anni ho preso coscienza del fatto che la macchina fotografica poteva essere il mezzo per esprimere sensazioni che avevo dentro, che non riuscivo a tirare fuori con le parole. La macchina fotografica è perciò diventata un mezzo di comunicazione più “interiore”: evidentemente avevo bisogno di far uscire delle cose da dentro di me, tirarle fuori, anche per stare meglio. Nelle mie immagini è sempre presente una parte malinconica, triste e dolorosa, anche se io non mi ritengo una persona altrettanto malinconica. Da qui la scelta del bianco e nero: buio e scuro come il mio lato triste e malinconico, in contrasto con la luce forte che rappresenta la ricerca di un benessere, una speranza. I luoghi abbandonati mi servono per riflettere su quello che mi circonda e su me stessa».
La prima tappa della mostra sarà a Valladolid dal 21 giugno 2013, a seguire sarà allestita a Lecce (settembre – ottobre) e ad Arad, Romania (novembre – dicembre).
[foto di Lidia Giusto]