Dopo le storiche "cabs" londinesi, non saranno più in circolazione neanche i celebri bus rossi a due piani e Londra perde così due dei suoi simboli principali
Anche nella compassata Inghilterra si parla di pensione, non quella di anzianità e neppure quella dei membri del Parlamento. Si tratta della fine dell’onorata e famosa carriera degli scarlatti “routemaster bus” londinesi che, insieme ai “cabs”, già pensionati, sono, nell’immaginario collettivo, il simbolo di quella parte della capitale britannica che si muove in superficie tra altri gloriosi emblemi che vanno dalle guardie di Sua Maestà alle tipiche cabine telefoniche, dai completini pastello della regina alle tearooms di vittoriana memoria.
Muovendosi nel traffico vorticoso, trasportano , da sempre, viaggiatori di tutti i tipi: eleganti e compassati uomini della city, imbalsamati nei loro severi abiti grigio-fumo, “hippy” multietnici abbigliati con i colori dell’arcobaleno, gente comune che si perde nell’anonimato della folla, turisti frastornati dalla caotica e stravagante animazione di questa città. In paziente ed educata fila, sotto una grigia pioggerellina o in un giorno di tiepido sole, tutti li hanno visti arrivare, caracollando, tra il rumore del traffico, colore nel colore, per offrire, dal piano più alto, uno sguardo meravigliato su un’incredibile metropoli che ben si identifica con la citazione di Hanif Kureishi “Londra sembrava una casa con cinquemila stanze, tutte diverse. Il trucco era di scoprire come si collegavano, e alla fine attraversarle tutte”.
Accanto a quelli classici, modelli “decapitati” offrono un’alternativa “open” del piano alto per permettere ai turisti, a cui sono riservati, una migliore visuale di quelli che sono i luoghi-monumento più famosi della città : Piccadilly Circus, Trafalgar Square, Westminster Abbey, Tower Bridge, Big Ben, per citarne solo alcuni.
Adesso vanno in pensione, non per un look demodé, ma in nome di una qualità, efficienza, sicurezza che i “vecchietti” non possono più assicurare. Non ci sono, ad esempio, ingressi facilitati per i diversamente abili; le piattaforme per salire e scendere sono poco sicure anche per i normali passeggeri, protagonisti di molte indignitose cadute; i motori non sono da annoverarsi certamente tra i più ecologici e, non ultimo, gli alti costi non più sostenibili in tempi di crisi.
Se ne vanno per fare posto a esemplari più moderni che, assicura Boris Johnson, sindaco di Londra, sono veri gioielli sia per design che per tecnologia. La presentazione, a Trafalgar Square, di un fiammante prototipo pare, però, abbia ottenuto un’accoglienza freddina da parte dei tradizionalisti inglesi, devoti per mentalità, si parli della monarchia, della sterlina o di mezzi di trasporto.
Un double-decker bus, ideato da Thomas Heatherwick che entrerà in servizio nel prossimo anno e che è frutto della join-venture tra Foster And Partners, Aston Martin e la Capoco Design Ltd. e la cui realizzazione è affidata alla ditta irlandeses Wrightbus: rigorosamente rosso ma con linee più morbie ed ampie vetrate… avrà bisogno di tempo per conquistarsi il cuore degli inglesi.
Adriana Morando