Le zone dove avvengono più reati sono davvero quelle di cui parlano sempre i media? Arriva in Italia la mappatura online dei crimini
“Lo facciamo anche a Genova?” Così ci ha scritto Giulia Mietta su Twitter un paio di giorni fa, segnalando un’iniziativa molto interessante che vale la pena far conoscere.
Nel mare magnum delle startup 2.0, grandi e piccole, sono in molti gli avventurieri che sperano di fare la stessa fortuna di Mark Zuckerberg (il “padre” di Facebook, ndr) e simili creando un progetto che sfrutti le potenzialità dei nuovi strumenti del web e al tempo stesso utile per la collettività.
Una delle opportunità più forti in questo senso è data dalle mappe: ne abbiamo parlato di recente in tema di allerta metereologica, dove chiunque attraverso Crowdmap può segnalare zone a rischio nella propria città, ma anche in temi di vivibilità del territorio tramite AidYourCity.
La mappa della nera, che si sta inaugurando in questi giorni a Milano sotto la guida di Daniele Belleri, parte dallo stesso presupposto: il progetto a cura dell’associazione Green Geek è ispirato ad analoghe iniziative avviate negli Stati Uniti. Per esempio la città di Oakland, dove le forze dell’ordine segnalano attraverso una mappa, creata online e nella quale chiunque può inserire e modificare dati, le zone in cui avvengono crimini e reati.
La prima tappa italiana del progetto ha preso ispirazione da Oakland per realizzare qualcosa di leggermente diverso: un progetto giornalistico di mappatura dei fatti di cronaca nera avvenuti nel territorio del Comune di Milano nel corso del 2010 e del 2011 e segnalati dai media. Come tuttavia sappiamo, (1) non tutti i crimini che avvengono sono denunciati alle forze dell’ordine e (2) non tutti i crimini denunciati alle forze dell’ordine sono considerati notiziabili dai mezzi di informazione: il progetto non aspira dunque a essere un’indagine statistica completa sulla criminalità a Milano, ma piuttosto un’analisi del territorio sulla base di quanto i mezzi di informazione trasmettono.
Questo dunque lo scopo del progetto: se la percezione della sicurezza da parte dei cittadini è “filtrata” dalle notizie che ricevono dai media, una mappatura sul modello di Oakland – dove sono segnalati senza alcun filtro i reati effettivamente commessi – potrebbe garantire ai cittadini una maggiore chiarezza e trasparenza nel comprendere quali sono le aree più sicure della città in cui vivono.
Perciò, aspiranti imprenditori del web, giriamo a voi la proposta: Lo facciamo anche a Genova?
Marta Traverso