Ecco il quarto farmer market di Genova: ogni giovedì a De Ferrari sarà possibile acquistare i prodotti della terra direttamente dai produttori
E’ spuntato un orto in città: la notizia non parrebbe significativa se l’orto, o meglio il mercato ortofrutticolo, non avesse visto i suoi “natali” in quello che è uno dei simboli della nostra città: piazza De Ferrari. E’ l’iniziativa che la Coldiretti ha promosso per un evento che diventerà un appuntamento fisso, settimanale, ogni giovedì, al fine di favorire un incontro diretto tra i produttori e i consumatori.
Aperto, venerdì e sabato (30 e 31 marzo), in “edizione” straordinaria per l’inaugurazione ufficiale, si propone di essere un momento di aggregazione oltre che un’opportunità commerciale, per incoraggiare la cultura della stagionalità, per garantire un percorso di trasparenza e per offrire sicurezza di freschezza e di genuinità.
Posizionato precisamente in piazza Pertini, godrà di una cornice straordinaria tra gli zampilli della fontana e l’ombra del Carlo Felice, quell’antico luogo che, fino agli inizi dell’Ottocento, si chiamava piazza San Domenico come l’omonima chiesa, demolita per dar luce a quell’ampio spazio, poi, dedicato a Raffaele De Ferrari.
L’iniziativa fa parte del progetto “Campagna Amica” di Coldiretti e riporta, idealmente, nel cuore della città quegli spazi di verde che un tempo regnavano sovrani quando la “main street” (via XX Settembre) era, ancora, un susseguirsi dei cosiddetti orti di “Abrara”, ai lati dell’antica via Giulia, fuori dalle mura cinquecentesche.
Il mercato di Piazza De Ferrari è il quarto di questo tipo presente a Genova, andando ad affiancarsi a quello domenicale di Prà, a quello di Nervi, il mercoledì, e a quello del Porto Antico (zona Darsena), il venerdì. Non nasconde la sua soddisfazione Germano Gadina, Presidente della Coldiretti, che sottolinea come i “mercati contadini” o Farmer market, per usare un neologismo d’oltralpe, rappresentino, per alcuni, una filosofia economica, ma, nel contempo, risultino essere una valida offerta per quei consumatori che sono consapevoli di quanto una buona alimentazione migliori la qualità della vita e la sua longevità. Aggiungerei, inoltre, che è, certamente, una buona occasione per venire a contatto ed approfondire quella cultura contadina, ricca di saggezza e di duro lavoro, ben lontana dalla vita cittadina dominata dallo stress e dall’indifferenza, e per farci riscoprire quei valori etici, ambientali e sociali che dovrebbero essere alla base del nostro vivere civile.
Adriana Morando