Secondo gli ambulanti liguri, a quelle condizioni si genera solo offerta non di qualità. Aval, però rilancia: bancarelle con prodotti diversi ogni settimana, come avviene a Pisa.
Ormai quasi un anno fa, un gruppo di commercianti della zona più a ponente del quartiere di Genova Voltri aveva chiesto l’istituzione di un secondo mercato settimanale, per attrarre gente in una zona economicamente in difficoltà. Dopo aver incassato il sostegno del Municipio 7 Ponente prima e del Comune di Genova poi, a opporsi al progetto sono ora gli ambulanti di Aval (associazione di categoria della Liguria), che con il loro parere negativo hanno spinto l’assessore Emanuele Piazza a ulteriori riflessioni prima dell’emanazione del bando per l’assegnazione degli spazi di piazza Caduti Partigiani.
«È prima di tutto una questione di opportunità – spiega Mauro Lazio, presidente Aval – un mercatino di 30 banchi in quella posizione non attrarrebbe operatori validi, con merce di qualità. Si finirebbe per avere, con rispetto parlando, solo bancarelle di extracomunitari, la gente andrebbe per le prime due volte e poi basta. In questo modo, nemmeno chi vuole attrarre gente nella zona verrebbe accontentato». «L’esperienza – aggiunge Lazio – ci insegna che per funzionare i mercati devono essere grossi».
Una netta sconfessione della linea dei commercianti della zona, adottata anche dall’amministrazione, causata anche dal momento di difficoltà generale del settore: «Infatti – riflette il presidente Aval – non ci sembra opportuno aggiungere un nuovo mercato in un momento in cui stiamo valutando di togliere alcuni bi-settimanali come quello di Sestri Ponente o di altre realtà di periferia, in un quartiere, per altro, dove il mercato del martedì già esistente funziona abbastanza bene». Non c’è solo la critica, però, da parte di Aval, ma una controproposta che si ispira a un modello preso da fuori Regione: «Nel Comune di Pisa – spiega Lazio – a cadenza settimanale si fanno dei mercati con merceologie di volta in volta diverse e particolari, come l’hobbistica, l’antiquariato o i prodotti a km0. Una soluzione del genere potrebbe anche diventare una reale attrattiva».
Luca Lottero