Il Comune presenta le ordinanze che fanno seguito al regolamento sulla movida già approvato. I minimarket che vendono alcol dovranno chiudere alle 21, i bar all'1 da domenica a giovedì e alle 2 al venerdì e sabato. L'ira degli esercenti: "Interrotto percorso di condivisione, valutiamo ricorso al Tar"
Presentate oggi ed entreranno in vigore nei prossimi giorni le tanto attese ordinanze sindacali per la limitazione della vendita di bevande alcoliche nel centro storico di Genova e in buona parte del quartiere di Sampierdarena. Due provvedimenti distinti ma in realtà quasi identici che, come spiega il sindaco Marco Doria e riporta l’agenzia Dire, fanno seguito a «un regolamento che abbiamo già approvato e, sull’esempio di quanto fatto da altre città come Parma, fissano il principio che in città c’è spazio per il divertimento ma ci deve essere spazio anche per la tutela dei diritti, il riposo e la convivenza tra locali e cittadinanza che abita, vive e lavora nei quartieri. C’è un filo che lega questo provvedimento a quello sulle sale da gioco: il Comune non vuole assistere passivamente al dilagare di fenomeni che oggettivamente impoveriscono la qualità della vita in città». Il messaggio che arriva dall’amministrazione non ha vocazione prettamente proibizionista ma si rivolge con fermezza soprattutto nei confronti dei cosiddetti minimarket che, se vendono bevande alcoliche, saranno costretti a chiudere alle ore 21 nei quartieri oggetto delle ordinanze. «In realtà – sostiene il sindaco – questi esercizi sono bar camuffati che somministrano alcol a tutte le ore del giorno e della notte e che, anzi, in alcuni casi aprono alle 18 per poter andare avanti fino al mattino». Secondo i dati riportati dall’assessore a Legalità e diritti, Elena Fiorini, nel centro storico di Genova esiste una concentrazione di 8,5 esercizi per ettaro che smerciano bevande alcoliche, a fronte di una media cittadina di 0,1 per ettaro. Un dato che va confrontato con la densità abitativa che nel centro storico è di 488 residenti per ettaro a fronte di una media complessiva di 25. «Nel corso dei monitoraggi per verificare il rispetto del limiti acustici – spiega Fiorini – in 10 punti collocati nei quartieri oggetto delle ordinanze abbiamo osservato sforamenti praticamente tutti i giorni della settimana».
Diversa la disciplina per i bar veri e propri che potranno rimanere aperti fino all’1 del giorno successivo dalla domenica al giovedì e fino alle 2 il venerdì, sabato e in tutti i giorni prefestivi. Inoltre, a partire dalle 22, tutti i giorni sono vietate vendita e consumo di bevande alcoliche in vetro e lattina. Infine, regolamentazione dedicata per i numerosi circoli associativi di Sampierdarena: l’impatto acustico dovrà essere fortemente contenuto a partire dalle 24 mentre la somministrazione di bevande alcoliche dovrà terminare all’1. «Nel caso dei circoli – specifica l’assessore – bisogna fare molta attenzione perché l’attività è tutelata costituzionalmente dalla libertà di associazione: a differenza dei locali commerciali, possano solo vietare la somministrazione di bevande alcoliche ma non imporre la chiusura a orari prestabiliti».
«Non sono orari da tramonto – chiosa il sindaco – ma cercano di trovare il giusto equilibrio tra le possibilità di svago e diritti inalienabili dei cittadini residenti, senza essere proibizionisti ma ponendosi anche il problema del fenomeno dell’abuso di bevande alcoliche. Non è solo una questione di vivibilità ma anche di diritto alla salute, inteso sia come necessità di riposare e dormire di notte sia come tentativo di arginare il fenomeno di abuso di bevande alcoliche. Non vogliamo essere proibizionisti ma il problema ce lo poniamo». Il rispetto delle ordinanze sarà verificato dalla Polizia Municipale che, da fine febbraio, data di entrata in vigore del nuovo regolamento che ha posto le basi per le ordinanze, su tutto il territorio comunale ha prodotto 42 sanzioni e 8 ordini di chiusura anticipata alle 20 per esercizi che non rispettavano le norme di vendita ai minori, di pubblicità e gli orari previsti, tanto che alcuni locali hanno deciso di non vendere più bevande alcoliche.
«Cerchiamo di dare regole corrette a un qualcosa che è molto complicato – ragiona l’assessore Fiorini – perché su questo tema si scontrano la gran parte delle città europee. Non pensiamo di fornire soluzioni miracolistiche ma è un work in progress che necessità della collaborazione di tutti gli attori in campo».
I provvedimenti hanno scatenato immediatamente la reazione degli esercenti. «Con le due ordinanze sulla movida annunciate questa mattina senza previo coinvolgimento delle associazioni – sostiene Cesare Groppi, segretario di Fiepet Confesercenti Genova – ancora una volta, il Comune non solo dimostra di non avere capito come risolvere i problemi del centro storico e delle altre zone critiche della città, ma arreca un danno economico enorme agli esercenti in regola, molti dei quali a questo punto rischiano di dover chiudere i battenti». Per le categorie, infatti, quella proposta da Tursi è una drastica sforbiciata rispetto a quanto consentito dal Codice della Strada, che prevede anche l’apertura h24 e fissa come orario limite alla somministrazione di alcolici le 3 del mattino in ogni giorno della settimana e il divieto di vendita per asporto dalle 22 alle 6.
Per porre un freno al crescente degrado della città e al crescere di fenomeni di violazione legati alla “movida alcolica” pochi mesi fa erano state le stesse associazioni di categoria a chiedere all’amministrazione un giro di vite contro l’abusivismo e a tutela delle attività regolari. «Ma un provvedimento che fissa lo stesso orario di chiusura per tutti – commenta Groppi – è penalizzante per la stragrande maggioranza dei bar che si attengono scrupolosamente al regolamento. Le leggi ci sono e basterebbe farle rispettare, punendo i trasgressori con le adeguate sanzioni, fra le quali già oggi è prevista la chiusura anticipata alle ore 20 per chi non si attiene alle disposizioni sulla vendita e somministrazione di alcolici. Se poi all’una le serrande dovranno già essere abbassate, questo significa che l’effettiva interruzione del servizio di somministrazione dovrà avvenire ancor prima, con evidenti danni economici che, per molte attività, rischiano di essere insostenibili».
Per questi motivi, le associazioni di categoria stanno valutando la possibilità di ricorrere alle vie legali contro un provvedimento definito «iniquo e penalizzante, che il Comune peraltro ha annunciato cogliendoci di sorpresa e interrompendo unilaterlamente un percorso che, invece, fino a poche settimane fa era stato condiviso».
Soddisfatti, invece, i presidenti dei due Municipi interessati dalle ordinanze. «Il centro storico di Genova – spiega Simone Leoncini, presidente del Municipio I – Centro Est – è densamente urbanizzato. A differenza di altre realtà europee, qui i cittadini non solo si divertono ma ci vivono anche e hanno un vivace tessuto di realtà associative. Il problema cruciale che questi provvedimenti cercano di contrastare sono i minimarket che per paga parte si configurano come soggetti predatori e distruttivi e delle relazioni sul territorio. Invece, è importante che si crei un’alleanza sociale tra i cittadini residenti, la movida, i pubblici esercizi e l’amministrazione».
«Avevamo una certa impazienza di vedere queste ordinanze arrivare alla firma del sindaco – prosegue Franco Marenco, presidente del Municipio II – Centro Ovest – ampiamente giustificata dai fatti di cronaca anche recenti. L’obiettivo è tutelare l’interesse dei cittadini rispetto a quello, deviato, di alcuni singoli. A Sampierdarena, infatti, i problemi oltre al rumore si trasformano spesso in questioni di ordine pubblico, senza dimenticare quanto l’alcol rappresenti una piaga sociale sempre più tristemente diffusa».
Per quanto riguarda il centro storico, l’ordinanza esclude l’area interna del Porto Antico e include invece piazza De Ferrari. L’area interessata è compresa nel perimetro delimitato dalle seguenti vie: via Bersaglieri d’Italia, Piazza della Commenda, Piazza Scalo, via Gramsci, piazza Caricamento, piazza Raibetta, via Turati, corso Quadrio, via della Marina, via Madre di Dio, via Ravasco, via del Colle, via di Porta Soprana, via Petrarca, piazza De Ferrari, via XXV Aprile, piazza Fontane Marose, via Garibaldi, piazza della Meridiana, via Cairoli, largo della Zecca, via Bensa, piazza della Annunziata, via Balbi, piazza Acquaverde, via A. Doria.
Per Sampierdarena, l’ordinanza comprende il seguente perimetro (incluse le vie del perimetro): via Chiusone, via Argine Polcevera sino a via Capello, Via Capello, via Fillak , via del Campasso sino al voltino lapide Caduti del Campasso compresa via Anguissola (chiusa), via Vicenza,via Caveri sino a incr. via Bazzi, via Bazzi, piazza Ghiglione, via Currò (tra piazza Ghiglione e via C.Rolando), via C. Rolando, via G.B.Monti sino a via Alfieri, via Alfieri, via Cantore (tratto a monte tra via G.B. Monti e via Alfieri e a mare tra piazza Montano e via U. Rela), via Cantore da via U. Rela a via Pedemonte (tratto di confine esterno non rientrante nell’ordinanza), via Pedemonte sino a via Dottesio, Via Dottesio sino a via di Francia, via di Francia (proiezione su via Scarsellini), via Scarsellini, Lungomare Canepa, via Operai, via Pacinotti, via Pieragostini sino a Largo Jursè, Largo Jursè,via Spataro, via Orgiero, via Bezzecca, via Miani (chiusa).