Nell'ottobre del 2010 i primi incontri organizzati dell'Osservatorio, tre anni dopo il direttore Giuseppe Fanfani ci racconta Pré secondo il suo punto di vista, quello di cittadino impegnato in prima persona per il bene del proprio quartiere
Da ormai tre anni attivo nel quartiere, l’Osservatorio Pré-Gramsci è un’associazione composta da cittadini residenti nel sestiere di Pré, animati dalla buona volontà e dal desiderio di migliorare la vivibilità del proprio “rione”.
Un luogo speciale. Speciale per lo spazio che occupa nelle cronache dei giornali, ma speciale anche per il grande fascino che custodisce, noto ben oltre i confini cittadini. Da una lato la criminalità, con la recente scoperta di un laboratorio di false griffes e la chiusura temporanea di 3 esercizi (tra cui il famoso “La Bodeguita”, un esercizio cinese e una latteria in Salita San Giovanni) per spaccio; dall’altro, l’attrattiva, l’iniziativa di ripristino dell’arredo urbano e l’apertura degli Sportelli Sociali. Ma se i media parlano spesso di Pré come “far west”, il direttore dell’Osservatorio, Giuseppe Fanfani, non è certo più morbido. Parla di “galera a cielo aperto”, pur non mancando di sottolineare tutte le buone iniziative che ogni giorno animano il quartiere. Lo abbiamo incontrato durante la tappa di #EraOnTheRoad nel sestiere di Pré, per conoscere il suo punto di vista, una panoramica delle problematiche e delle eccellenze che caratterizzano questa ampia porzione di centro storico.
«L’esperienza ha avuto inizio nell’ottobre 2010. All’epoca, abbiamo organizzato i primi incontri, ma non eravamo ancora un comitato vero e proprio. Tutto è partito nel corso di un evento alla Commenda di Prè, in cui si erano riuniti tutti i comitati della zona: lì, abbiamo notato che le associazioni erano tante, ma tutte formate da 1-2 persone, ed era troppo dispersivo e poco efficace. Così abbiamo pensato di unire le forze e metterci insieme nell’Osservatorio, in modo spontaneo. Dopo però, anche questa soluzione è diventata insufficiente e ci siamo allargati anche sul web (sito internet, mail, newsletter, ecc., che io stesso curo) per coinvolgere altre persone. Questo ci ha permesso di comunicare con le Autorità, le forze dell’ordine e i cittadini interessati. Attualmente, siamo una decina di persone, tra cui Marco Ravera, portavoce dell’associazione. Il nostro scopo è quello di agire nell’area compresa tra Via Prè, Piazza della Commenda, Via Gramsci e vicoli di collegamento, arginando il degrado urbano, la criminalità, l’abusivismo e rendendo il quartiere più vivibile».
Più vivibile, appunto. Questo il primo pensiero che viene in mente a molti genovesi quando si fa riferimento a via Pré e dintorni. Le pagine di cronaca dei quotidiani locali ci consegnano il lato sicuramente più brutto del quartiere, ma anche il direttore dell’Osservatorio ci tiene a sottolineare quanto le problematiche siano concrete e all’ordine del giorno. Tanto da spingere i volontari dell’associazione ad organizzare vere e proprie “ronde” utilizzando Whatsapp per comunicare da una postazione all’altra: «È una “galera a cielo aperto”: per questo abbiamo mobilitato le forze dell’ordine e abbiamo chiesto loro di presidiare la zona. Oggi c’è una stretta collaborazione tra noi e le forze militari, che pattugliano sempre lungo Via Pré e limitrofe anche la sera, contribuendo alla percezione del sestiere come luogo sicuro. Abbiamo limitato le aggregazioni nella problematica Piazza della Commenda, spesso scenario di risse tra “bande”, e nei locali che vi si affacciano. Anche gli arredi urbani sono un problema: palazzi fatiscenti, facciate da rifare, cornicioni che cadono a pezzi, negozi scarsamente attrattivi. Ci sono i presupposti, ma è lasciato tutto alla malora e Prè finisce per esercitare poca attrattiva su eventuali visitatori rispetto alle potenzialità che ha».
Fanfani punta il dito anche contro la sporcizia. Da Albaro, dove abitava, a Pré il passaggio è stato sicuramente brusco: «Il problema spesso è l’inciviltà. La nostra associazione si batte anche contro questa trascuratezza. Nonostante i condomini siano spesso dotati di cassonetti privati all’interno del loro cortile, in molti scambiano i vicoli (Vico del Gallo, uno su tutti) per discariche a cielo aperto. Collaboriamo molto volentieri anche con Amiu, di cui apprezziamo il lavoro: mattina, pomeriggio e sera puliscono le strade rendendole “scintillanti” e aiutando a mantenere il decoro urbano».
E l’altro lato della medaglia? «Non siamo solo negativi, qui ci sono anche cose che funzionano bene. Tanto per cominciare – precisa Fanfani – l’iniziativa di insediare a Prè gli Sportelli Sociali, inaugurati pochi giorni fa e insediati nei locali un tempo occupati dall’ex Incubatore di Imprese: dopo il suo fallimento, piuttosto che vedere altre serrande abbassate, si è optato per questa soluzione. Sembra concreta, inoltre, l’ipotesi di apertura di un ambulatorio e di uno studio dentistico al 151 r di Via Prè, dopo l’apertura, tre mesi fa, di un’agenzia di viaggi che ha finora ottimi riscontri: tutte nuove iniziative che si affiancano agli storici esercizi di Prè. Anche Piazza Sant’Elena sarà a breve soggetta a restyling: grazie alla lungimiranza di un imprenditore privato, verranno aperti una gelateria e una trattoria. Le saracinesche si alzeranno anche nei locali davanti al mercato comunale: mentre quest’ultimo è semi-deserto, con 4-5 banchi attivi, lì davanti si parla di insediare nuove botteghe artigiane e ci sono trattative con Soprintendenza e Comune (quest’ultimo si sta occupando anche degli arredi urbani e si è in attesa di un’ordinanza). E poi ancora, non va dimenticato il Punto Emergenza Prè, vera eccellenza, una casa di preghiera musulmana, il centro “Veri Amici” per il recupero di ragazzi sudamericani».
Quindi piano piano la piaga dei locali sfitti e delle serrande abbassate potrebbe rimarginarsi? «Quello dei locali sfitti è un problema atavico – ammette il direttore dell’Osservatorio – già l’Incubatore a suo tempo aveva provato a sconfiggere il problema, fallendo. La libreria “Books in the Casbah” e il ristorante messicano “Mamacita”, nati grazie ai fondi del progetto, sono stati costretti a chiudere e trasferirsi in zone più centrali. Così hanno chiuso molti altri esercizi, e oggi vedere la serie di fondi chiusi sulla strada non è un buon biglietto da visita.
L’Osservatorio Pré-Gramsci, tuttavia, non molla la presa e anzi rilancia. Lo fa con una proposta al Comune per quanto riguarda l’offerta turistica. L’associazione si offre per la gestione di un punto d’informazione turistica alla Commenda: «Vorremmo attivarci per rendere Prè meta turistica. È la porta d’ingresso in città per i turisti che arrivano in crociera, e serve decoro per far sì che non si devii più su Via Gramsci. Vorremmo aprire in Piazza della Commenda un chiosco informativo, gestito da noi, installare un point all’interno della Commenda stessa per la vendita di merchandising (maglie, cartoline, ecc.), e organizzare tour lungo Via Prè, creando così un percorso “naturale” dalla piazza alla via. Ci stiamo lavorando e speriamo che le risposte degli interlocutori siano positive».
Elettra Antognetti
Questo articolo è stato scritto grazie ai sopralluoghi di #EraOnTheRoad. Contattaci per commenti, segnalazioni e domande: redazione@erasuperba.it