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Carne a chilometri zero: nuovo punto vendita diretta a Pedemonte

L'Associazione Provinciale Allevatori di Genova grazie alla nuova struttura di Pedemonte si propone di avvicinare gli allevatori-produttori ai consumatori


31 Gennaio 2012Notizie

muccaCarne etichettata a chilometri zero, filiera corta e garanzia di qualità. L’offerta degli allevatori aderenti all’Associazione Provinciale Allevatori di Genova (Apa) raddoppia.
A Pedemonte, frazione di Serra Riccò, alta Valpolcevera, è nato infatti un secondo punto di vendita diretta dopo il successo ottenuto dall’analoga struttura di Masone, il Centro Allevamento Zootecnico Vallestura. Quest’ultimo, attivo dal 2005, ha dovuto cessare la sua attività lo scorso dicembre, ma gli allevatori non hanno perso tempo ed hanno ripristinato il punto vendita presso alcuni locali di Rossiglione.

Nel laboratorio di Masone gli allevatori genovesi hanno inventato, traendone notevoli benefici, la proposta dei “pacchi carne”. Confezioni miste da 5 Kg (fettine, bistecche, arrosto, spezzatino e bollito), vendute su prenotazione o consegnate a domicilio.
“Il consumatore consulta il sito www.lacarnedigenova.com, vede le carni disponibili, contatta ciascun produttore e si reca in azienda per acquistare il suo pacco di carne”, spiega Giampaolo Risso (Apa).

“Parliamo di aziende che possiedono un numero limitato di capi, da 3 fino ad un massimo di 30 –continua Risso – gli allevatori macellano il bestiame in diversi stabilimenti della zona, in seguito la carne viene lavorata e confezionata presso i locali di Pedemonte, per essere infine venduta direttamente dall’allevatore-produttore”.

Allevatori che hanno aderito volontariamente al disciplinare di produzione ed etichettatura della carne denominato EtiAia. La certificazione EtiAia è una certificazione facoltativa che fornisce al consumatore informazioni supplementari oltre a quelle stabilite per legge. La legge stabilisce infatti che siano indicate soltanto la matricola del bovino e la certificazione che sia nato e macellato in Italia.
“Sono informazioni che secondo noi non dicono nulla – sottolinea Risso – Noi pensiamo sia molto più utile per il consumatore indicare la razza del bovino, il sesso, l’età e chi è il proprietario dell’animale”.
L’obiettivo è fornire maggiori garanzie sulla sicura identità ed origine dei soggetti allevati al fine di una rintracciabilità totale legata al territorio.

 

 

Matteo Quadrone


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