Da mesi ormai si attendeva il piano industriale di Piaggio Aero Industries per capire il futuro dei 520 lavoratori dello stabilimento di Sestri Ponente. Brutte notizie, stop alla produzione, le prime stime parlano di 400 persone che rischiano il posto
Si è svolto questa mattina nel palazzo della Regione, in piazza De Ferrari, l’atteso vertice tra Piaggio Aero Industries, sindacati e amministratori locali. E le notizie, quantomeno per il futuro del polo aeronautico di Sestri Ponente, non sono per nulla positive.
L’azienda ha, infatti, presentato un piano di salvataggio che prevede sì il rilancio produttivo con un aumento di capitale pari a 190 milioni di euro con un riassetto dell’azionariato che ormai è ampiamente non italiano (44,5% Tata – India, 41,5% Mubadala – Emirati Arabi, il presidente Piero Ferrari 2%, il fondo HDI che non ha sottoscritto l’aumento 12%), ma anche un radicale ridimensionamento dell’impianto genovese, dove attualmente lavorano circa 520 persone di cui 250 in cassa integrazione con diverse tipologie.
La tanto attesa produzione di droni per la sicurezza civile e militare, infatti, sarà concentrata a Villanova d’Albenga mentre a Sestri Ponente resteranno solamente attività di manutenzione attraverso la creazione di una nuova società ad hoc, controllata da Piaggio Aero, che sicuramente coinvolgerà un minor numero di dipendenti (le prime stime parlano di 130 lavoratori).
Trasferimenti? Esuberi? Che cosa ne sarà del resto dei lavoratori genovesi non è ancora dato saperlo, come ci spiega l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Genova, Francesco Oddone: «Naturalmente il management di Piaggio non ha fatto alcun numero. Però la logica e un minimo di basilare comprensione economica confermerebbero questo scenario molto, molto preoccupante per Genova che perderebbe non solo un sito produttivo ma anche una serie di capacità professionali e know-how tecnici non indifferenti».
Ad assessore e sindacati, sostanzialmente, non va giù che l’azienda si sia rimangiata l’accordo di programma del 2008 in cui veniva assicurato il pieno mantenimento di entrambi i siti liguri. «Benché ci sia ancora un po’ di incertezza sugli scenari futuri – ha proseguito Oddone – le intenzioni di Piaggo Aero di disdettare gli accordi precedenti sembrano trasparire abbastanza chiaramente. Quello presentato è un vero e proprio piano industriale che, tuttavia, sarebbe molto sbagliato considerare un punto di arrivo piuttosto che un punto di partenza. Il sindaco Doria ha chiesto non meno di cinque volte all’azienda di incontrarsi, e fino ad oggi non è mai stato possibile. Ora dobbiamo iniziare un percorso di confronto al quale non intendiamo assistere da spettatori ma a cui vogliamo partecipare come parte in causa».
Un concetto che Oddone aveva già avuto modo di sottolineare martedì scorso in Consiglio comunale, puntando il dito contro l’inefficienza dei vertici aziendali: «Nonostante il mercato di settore a livello globale non stia per nulla andando male, nel 2013 Piaggio ha venduto solo 2 aerei contro i 10 inizialmente programmati. Sembra quasi che vi sia uno sforzo per mantenere un livello commerciale volutamente sub standard. Si tratta di un atteggiamento della dirigenza che preoccupa molto i lavoratori anche perché, se è vero che vi sono concorrenti molto agguerriti anche in paesi emergenti, è altrettanto vero che esistono ampi margini di crescita. Insomma, una società gestita al meglio potrebbe tranquillamente utilizzare i due poli produttivi di Genova e Villanova nel pieno della loro occupazione».
Ma l’assessore è anche cosciente delle limitate possibilità di azione in mano all’amministrazione genovese: «È interesse che questa azienda possa rilanciarsi e ritrovare il ruolo e la presenza sul mercato che, a nostro modo di vedere, è un peccato che abbia perso. Ci è stato fatto presente che rispetto ai concorrenti la produzione di Piaggio è poco diversificata ma verrebbe da chiedersi perché questa diversificazione non è stata programmata per tempo, quando le cose andavano bene, ma soprattutto perché adesso le spese dovrebbero farle i lavoratori. Non intendiamo far passare sotto silenzio questo aspetto perché riteniamo che non sia corretto andare contro l’accordo di programma del 2008. Tuttavia, non possiamo illudere nessuno perché, al di là di manifestare con fermezza la nostra posizione, gli strumenti che abbiamo a disposizione dal punto di vista politico e amministrativo sono quelli che sono».
Il prossimo passaggio formale sarà un tavolo tra organizzazioni sindacali di tutto il territorio ligure e i vertici di Piaggio Aero Industries, che avverrà a inizio 2014 in Confindustria, in cui si cercherà di giungere a una quadra dal punto di vista delle emergenze occupazionali. Anche perché il patto sindacale era parte integrante dell’accordo di programma siglato nel 2008.
Intanto i lavoratori dello stabilimento di Sestri ponente preannunciano azioni di dura lotta.
Simone D’Ambrosio