Rimane nell’incertezza il futuro di piazza Dante, tra area di sosta per i cantieri del centro storico e il via libera definitivo per il progetto auto-moto silos che sembra essere appeso ad un filo. Tutto attorno, nel frattempo, la città sta cambiando: questo spazio urbano, centralissimo e strategico, potrebbe essere chiamato ad un altro ruolo.
Dire Piazza Dante è come dire “parcheggio moto”: il piazzale è fulcro fondamentale per la sosta in centro per centinaia di centauri genovesi, che ogni giorno raggiungono il centro. Da diversi mesi, però, esattamente dall’estate 2015, parte dello spazio dedicato alla sosta è stato occupato da una recinzione da cantiere, priva di riferimenti specifici se non le copie dell’ordinanza dirigenziale che consente l’occupazione di suolo pubblico. Ad utilizzare questo spazio per la sosta dei mezzi è BRC s.p.a., impegnata nei lavori di completamento e restauro conservativo delle superfici interne dell’ex Oratorio N.S. del Suffragio in Salita del Prione, nell’ambito della realizzazione dell’edificio scolastico delle Erbe. Lo scorso 31 dicembre era la scadenza della concessione, ma le transenne sono ancora lì: «L’ordinanza è stata ulteriormente prorogata – spiega l’assessore alla mobilità del Comune di Genova, Anna Maria Dagnino – su richiesta della stessa ditta: il nuovo termine è il 31 marzo 2017, ma i responsabili della ditta stessa mi hanno comunicato che potrebbero concludere anche prima, entro gennaio, salvo imprevisti».
La vera spada di Damocle che pende sulla testa di tutti i genovesi, però, è senza dubbio la costruzione di un auto-moto silos interrato di sei piani, proprio al posto del parcheggio dedicato alle due ruote. Un progetto molto discusso perché sconvolgerebbe l’equilibrio fragile della sosta in centro, con un cantiere di minimo due anni; il progetto è stato approvato dal Comune di Genova, non senza ricevere aspre critiche: pensato nel 2007, secondo i detrattori dell’opera, non terrebbe conto dell’evoluzione urbana degli ultimi anni e delle nuove necessità di Genova e dei genovesi, introducendo sosta a pagamento per le moto, ma soprattutto mettendo a rischio l’assetto idrogeologico di quella parte della città. Il riferimento è al Rio Torbido, che scorre tombinato proprio lì sotto: vico dritto di Ponticello, la salita che attraversa Porta Soprana, si chiama così perché terminava con un ponte che scavalcava, appunto, il rio. Un piccolo torrente che in caso di forti piogge non manca di far sentire la sua presenza con allagamenti di cantine e fondi. «Ad oggi la palla sta a Regione Liguria – afferma il vicesindaco Stefano Bernini – che attraverso i suoi uffici preposti deve capire e certificare l’entità e la portata di questo rivo, che in realtà ad oggi è costretto in condotte per acque nere, sbloccando di fatto i lavori». A sentire il vicesindaco, quindi, il silos si farà, acqua (torbida) e ritrovamenti archeologici permettendo.
Nel futuro di piazza Dante, però, potrebbero entrare altre variabili: secondo una qualificata fonte all’interno dell’amministrazione comunale, il piazzale potrebbe servire in caso di spostamento di alcuni uffici della Polizia in zona. Il riferimento è all’utilizzo dell’immobile ex Inps, affacciato sui Giardini di Plastica, che potrebbe ospitare alcuni dipartimenti oggi situati in immobili in affitto, come il Commissariato di piazza Matteotti, con la necessità di avere un’area sosta “rapida” per i mezzi di servizio. Tutto, ovviamente, dipende dalla reale eseguibilità del progetto del silos, che, oggi, ha come ostacolo le acque del rio Torbido.
Nicola Giordanella