Il Consiglio di stato dichiara illegittimo lo stato di emergenza
Con la sentenza 6050, del 16 novembre scorso il Consiglio di Stato ha sancito l’illegittimità del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio 2008 rigettando il ricorso in appello presentato dalla Presidenza del consiglio dei ministri, del Ministero dell’Interno, del dipartimento della Protezione civile e delle Prefetture di Roma, Milano e Napoli contro la sentenza dell’1 luglio 2009 del Tar di Roma che aveva gia’ dato ragione all’European Roma rights centre foundation.
Inoltre, nella sentenza il Consiglio di Stato ha accolto il controricorso presentato dalla European Roma rights centre foundation e da due abitanti del campo nomadi Casilino 900.
Secondo il Consiglio di Stato, nel decreto con il quale si è dichiarato lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti nomadi nel territorio delle Regioni Lombardia, Lazio e Campania, non sono stati individuati in modo preciso e puntuale gli specifici presupposti di fatto tali da indicare la particolare “intensità” ed “estensione” della situazione riferita a detti insediamenti e tali da giustificare il ricorso a mezzi e poteri straordinari.
Alla base della decisione c’e’ il fatto che la possibile emergenza sociale causata dalla popolazione nomade “piu’ che gia’ esistente ed acclarata, sia soprattutto paventata pro futuro quale conseguenza dell’espandersi e dello stabilizzarsi delle comunità nomadi”.
Inoltre il Consiglio di stato ritiene che il riferimento nel decreto relativo a gravi episodi che mettono in pericolo l’ordine e la sicurezza pubblica “non risulta supportato da una seria e puntuale analisi dell’incidenza sui territori del fenomeno considerato (quale sarebbe ad esempio uno studio che documentasse l’oggettivo incremento di determinate tipologie di reati nelle zone interessate dagli insediamenti nomadi), ma soltanto dal richiamo di specifici e isolati episodi di criminalità che hanno avuto estesa risonanza mediatica”.
Il Consiglio di Stato sottolinea che non può essere invocato il ricorso a mezzi e poteri straordinari solo in ragione della mera incapacità delle istituzioni di affrontare un problema sociale o, peggio, della loro scarsa volontà politica di affrontarlo con gli strumenti ordinari per un evidente timore di perdere favori elettorali.
Con la sentenza decadono, per illegittimità derivata, non soltanto le ordinanze presidenziali del 30 maggio 2008 di nomina dei Commissari delegati per l’emergenza, ma anche di tutti i successivi atti commissariali che, a questo punto, risulterebbero “adottati in carenza di potere”.
Il presidente di Arcisolidarietà commenta così la sentenza “E’ giunto il momento di fare autocritica e tornare a governare la situazione senza parlare alla pancia delle persone”.
Mentre Paolo Bonetti, professore di diritto costituzionale e membro dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) aggiunge “Per i Rom serve una legge specifica, promozionale e di pari opportunità“.
Matteo Quadrone